In piazza Fossatello forse tanti non la notano, anche perché, da lì, il punto di osservazione è un po’ disagiato.
E ci vuole una certa attenzione per vederla, in effetti.
Così può capitare di imboccare Via del Campo e di perdersi tra le vetrine di cineserie, tra i negozietti che espongono argenti indiani, sete odorose d’incenso e chincaglierie.
E magari può accadere che ci passiate proprio sotto, senza accorgervi della sua presenza.
Poi si arriva al negozio di Gianni Tassio e si è presi dalla nostalgia per Faber, per le sue affabulazioni, per quelle note inconfondibili che ci ha lasciato e si pensa che sì, quello è proprio il suo luogo, la sua strada, la sua casa.
E si prosegue, lungo Via del Campo, verso porta dei Vacca.
E magari, in un giorno in cui non si è proprio distratti, ci si volta indietro e si alza lo sguardo.
E bisogna proprio tirare la testa indietro, per vederla, e puntare lo sguardo verso l’alto.
Allora, in quel preciso istante, come sempre capita a me quando vado ad ammirarla, vi accorgerete che non siete i soli a star con il naso per aria: intorno a voi, per un reazione dovuta alla nostra umana curiosità, genovesi e no, con gli occhi spalancati verso il cielo, resteranno stupiti a guardarla, sorprendendosi per non averla mai notata.
È la torre dei Piccamiglio, famiglia di origine tedesca, che aveva in questa zona i suoi palazzi.
Fu costruita nel 1437 e nella sua gloriosa maestosità, svetta sugli altri splendidi edifici che la circondano e, per un gioco di prospettive, non è così facilmente visibile.
Dalla retrostante Piazza di San Marcellino la torre vi si presenterà così.
Non sono stati soli, i Piccamiglio, a lasciare un segno in Via del Campo.
Poco distante, oltre Piazza del Campo, in corrispondenza di uno slargo, una colonna testimonia l’infamia che, nel 1628, il notabile Giulio Cesare Vachero intendeva perpetrare ai danni della Repubblica di Genova in favore dei Savoia, che, con un colpo di mano, volevano prendere il potere nella nostra città.
Il Vachero e gli altri congiurati vennero scoperti e il loro destino fu amaro.
Processati, furono condannati a morte per impiccagione, tranne il Vachero medesimo, che pretese di essere decapitato.
L’abitazione del traditore venne abbattuta e al suo posto fu eretta la colonna, ad eterna memoria del suo gesto scellerato e su di essa vennero incise queste parole:
Infame memoria di Giulio Cesare Vachero,
il quale avendo cospirato contro la Repubblica,
mozzatogli il capo, confiscatigli i beni, banditi i figli, e distruttagli la casa,
espiò le pene dovute.
Nell’anno del Signore 1628
Va da sé, che le colpe dei padri ricadono sui figli, e ai discendenti di Vachero toccò l’esilio.
Tornati a Genova, in occasione della costruzione della fontana dei Raggio, insistettero tanto affinché la fontana fosse edificata in modo da nascondere il più possibile quella colonna che gettava un’ombra sul loro nome.
Quando passate in Via del Campo, non siate frettolosi.
Prendetevi il tempo per sbirciare dentro ai portoni e alzate lo sguardo, verso la torre.
E regalate un pensiero ai Raggio, ai Piccamiglio, ai Vachero e a tutti quelli che, con i loro passi, hanno calpestato la vostra stessa terra.
Cielo Miss Fletcher, sempre più intriganti le storie che ci narri.
Aumenta il mio desiderio di conoscere la tua bella città.
Intanto prendo diligentemente nota di questi tuoi appunti e mentre scrivo canticchio inconsapevolmente le poesie del sagace Faber.
Buona serata Susanna Cerere
Ma grazie, cara! Quando verrai ti farò volentieri da guida turistica, puoi contarci!
Un abbraccio e buona serata a te!
Grazie da un discendente per averci narrato un pezzo della nostra storia 🙂
Io ringrazio te, per aver letto, benvenuto tra queste pagine.
Ogni tanto, quando ho desiderio di grandezza e di bellezza mi metto lì, sotto la torre dei tuoi antenati e resto ad ammirarla, è di una bellezza stupefacente.
E sono sempre felice di vedere che, con me, altre persone alzano lo sguardo verso l’alto.
Ho sempre avuto la curiosità di sapere com’è dentro…
Cerco à sapere dove era il palazzo dei Piccamiglio, forse vicino alla torre, ho visto una bella porta alle 4 del vico san macellino, chi sa dirmi se il pallazzo si trova qui.
Grazie
Benvenuta Corinne.
Sì questa era la zona dove vivevano i Piccamiglio, questa era la loro Torre.
Se riuscirò a salire sulla Torre ne parlerò qui!
Buona domenica!
ma grazie. Difficile non essere retorici parlando di una via.
Ma grazie a te, io amo così tanto Genova, non sai quanto!
Che carina, tutta nascosta! Come le cose belle poi, no? 🙂
Come le cose belle, sì!
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Magnifico reportage con un’indagine davvero acuta e piena di fascino.. Grande Miss! ❤
Grazie Anna Maria, un abbraccio!
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Miss, nel muro di fianco alla fontana, c’è ancora la scritta:
“ci hanno insegnato
la meraviglia verso la gente
che ruba il pane
ora sappiamo che è un delitto
non rubare quando si ha fame…”?