Correva l’anno 1834 e Via XXV Aprile, a Genova, allora si chiamava Via Carlo Felice.
Eh, certo! Adesso in quelle strade ci sono negozi lussuosi, ovunque predominano le grandi firme.
Allora, invece, qui si trovava la bottega di una fruttivendola.
Sapete, una di quelle botteghe coi banchi ridondanti di frutta, con ceste di mele e mazzi di erbe selvatiche.
Forse come questa?
Fruttivendolo in Via San Bernardo
E lei, la proprietaria, si chiamava Teresa Schenone, proveniva da un paesino dell’entroterra ligure, una frazione di Lumarzo, e tutti la chiamavano Teixinin.
Si capisce, quando si è bravi commercianti ci si mette poco ad entrare nel cuore dei propri clienti e Teixinin era certo donna attenta e scrupolosa.
Un giorno, alla sua porta, si presentò un forestiero.
L’uomo porta una folta barba bionda, tendente al rossiccio.
Chiede aiuto, confida alla fruttivendola di essere in difficoltà, braccato dalla polizia, in fuga dalle autorità.
Gli danno la caccia da tempo, per ciò che sta tentando di portare a termine.
Teixanin non se lo fa ripetere due volte, fa entrare l’uomo e lo nasconde nel retrobottega.
Il fuggitivo rimarrà lì, al sicuro, per ripartire poi mascherato sotto gli abiti del marito di Teresa e con una scorta di pane e formaggio, procuratagli dalla generosa fruttivendola.
Anni dopo, scampato ai molti pericoli nei quali era incorso durante la vita, l’uomo scriverà le sue memorie e ricorderà così questo episodio:
Mi nascosi nella bottega di una fruttivendola e le palesai la situazione il cui mi trovava.
Quella donna eccellente non esitò, mi nascose nel retrobottega, mi procurò gli abiti da contadino, ed alla sera, verso le otto, come se fossi andato a passeggio, uscii da Genova per la porta Lanterna, per cominciare quella vita di esilio, di lotta e persecuzione che, secondo ogni probabilità, non ho ancora finita.
A scrivere queste parole è Giuseppe Garibaldi, che si avvalse così dell’aiuto di una popolana per portare a termine con successo una delle sue rocambolesche fughe.
Passarono gli anni e il nome di Peppino divenne famoso, così, nel 1866, Teixanin gli scrisse una lettera.
Il Generale si ricordava di lei? Si ricordava di quel retrobottega, di quel formaggio e di quel pane che lei gli aveva lasciato?
Garibaldi rispose e queste furono alcune delle sue parole:
Mia carissima Teiscenin, io sono veramente quel desso che avete beneficiato.
Seguirono poi parole di sincera e profonda gratitudine, ma sapete, Teresa, a quel tempo, non se la passava proprio bene, e allora chiese una mano al Generale Garibaldi, non è che per caso poteva darle un aiuto? Il marito di Teresa, Francesco Forzano, è disoccupato!
Garibaldi non si fa pregare, prende carta e penna e scrive al sindaco di Genova, perché procuri un impiego al Forzano, consorte di colei che tanto si espose per fornirgli soccorso.
Altre donne genovesi, anch’esse popolane come Teixanin, sono passate agli onori delle cronache per aver aiutato Giuseppe Garibaldi, vi racconterò presto anche le loro storie.
Oggi questo spazio è dedicato a Teresa Schenone, originaria di un paesino dell’entroterra.
Quando passate a Luccoli, fermatevi di fronte al civico 23.
In quel palazzo, per intervento di Giuseppe Garibaldi, Francesco Forzano venne impiegato come portinaio.
Fu la ricompensa per la fruttivendola di Via Carlo Felice, colei nel 1834 diede riparo a Garibaldi.
Come sempre sei una miniera di aneddoti! A breve ne saprò di più su Genova che su Milano… Passerò il tuo link ad un amico matematico genovese naturalizzato lombardo: gli farà piacere rivivere la sua Genova attraverso i tuoi scritti.
Ma grazie Viviana! Io questi aneddoti li trovo talmente divertenti, forse se a scuola li raccontassero gli studenti si appassionerebbero di più alla storia, utopia eh! Spero che al tuo amico faccia piacere leggere queste pagine, in genere i genovesi che sono lontani da qui ripensano a Zena con nostalgia…un abbraccio e buona domenica
Che bella storia! E’ una donna generosa che in qualche modo, a suo modo, ha segnato la Storia e ci dovrebbe far riflettere su come, talvolta, l’aiuto che ci salva la vita lo ritroviamo nelle persone da cui meno potremmo aspettarcelo, che mai avremmo pensato avrebbero potuto occorrerci tanto.
Ho sempre trovato affascinanti i personaggi di contorno della storia, piccoli ingranaggi di qualcosa di più grande, che diventano anch’essi parte di quella grandezza.
Ancora ancora ancora!!!!!!!!
Sempre più affamata di questi meravigliosi e lontani racconti!
Grazie e buona domenica carissima:-)
Baci Pamela
Ciao Pamela! Grazie a te per tutto questo entusiasmo, son belle storie davvero.
Un bacione e buona domenica!
Miss, posso dirti che sei un segugio? Cerchi e scavi nelle radici della nostra città. Come fai a reperire tutte queste interessantissime notizie? Mi piace come vivi Genova e la sua storia, arricchisci anche noi che ti leggiamo.
buon domenica….con la neve!
baci sabrina
Ah, grazie! Beh, quando si riguarda a certi fatti, leggendo libri che narrano queste vicende, tra le tante si trovano anche notizie come questa.
Buona domenica a te e speriamo che arrivi la tanto decantata neve!
storia incredibile!!!!!!!!!!!!!!
Hai visto 😉 ?
Meraviglia 🙂
Una donna davvero meravigliosa! bacetto Cla!
Miss mi hai fatto venire la pelle d’oca! Quando ho letto chi era l’uomo con la barba bionda! Che bello! Ma tu pensa… ti rendi conto? E comunque sei fantastica, solo te sei in grado di scovare certe cose, ma come fai? Mi piacciono da morire queste curiosità che nessuno conosce e non insegnano mai a scuola (cosa che non approvo) e anche documentandosi, a volte, sono introvabili. B-r-a-v-i-s-s-i-m-a! ‘ciotti.
Grazie tesoro! Eh, io ho un debole per quel tipo lì con la barba bionda, sai com’è 😉
Bacetti a te!
ah che piacere leggere le tue storie sempre avvincenti in una fredda e nevosa domenica! un abbraccio e buon inizio settimana!
Ciao principessa, ah la neve, qui ancora niente! Un bacetto e buona settimana a te!
Quanti racconti interessanti! e mi piace quel vecchio negozio di fruttivendolo…fruttarelli
Buona notte!
Anche a me, trovo che sia piuttosto scenografico! La foto l’ho scattata senza uno scopo preciso, poi ecco qua, Teresa Schenone le ha dato un senso…
Ma sai che ancor prima di leggere il nome Garibaldi, mi ero immaginata che fosse lui? Mi ce lo vedo, col barbone a chiedere aiuto alla fruttivendola. Ma che belle storie! Prima o poi dovrò visitarla, questa mirabolante città!
Eh, in effetti Garibaldi era un bel personaggio! Se per caso passi da queste parti, mi raccomando fai un fischio!
Secondo me i fruttivendoli dovrebbero essere tutelati dall’Unesco.
Anche secondo me, Giovy!
Che bella questa storia Miss! Potrebbe essere il soggetto per un film.
Ma tu dici che Garibaldi ha strappato un bacetto alla nostra fruttivendola preferita?
Ah, ma il nostro era un seduttore nato! Forse, chissà! Comunque ho in testa da un po’ di scrivere un post su Garibaldi e le donne…ci sono episodi incredibili!
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Un aneddoto davvero strepitoso, Miss! Grandi le donne liguri! ❤
Grazie Anna Maria, le donne di quel tempo poi erano speciali!
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Miss, un post su Garibaldi e le donne? ma basterebbe un solo post per raccontarle tutte?
Eh certo che no, hai ragione!