Ma sarà poi vera la famosa storia che lo zucchero è un surrogato dell’affetto?
Ah, io non lo so!
Ma alcuni dolci, solo a vederli sono fonte di felicità!
E fanno davvero gola, una gioia per gli occhi e una delizia per il palato.
Così sono i quaresimali, i dolcetti che appunto si consumano nel periodo della Quaresima.
Hanno un’origine molto antica, risalente ai tempi della Prima Crociata.
Di ritorno dall’Oriente, i Genovesi portarono con loro la sapienza di un’arte culinaria, che consisteva nel preparare dolci raffinati a base di pasta di mandorle.
Il rispetto delle regole religiose, durante la Quaresima, prevede una rigida astensione da alcuni cibi.
Ma gli uomini sono deboli, si sa!
E come aggirare l’ostacolo di queste severe proibizioni, senza infrangerle?
Ma è semplice, signori e la mente umana, come tutti sapete, ha sempre dei lampi di genio, quando occorre.
E furono proprio le buone monache Agostiniane del convento di San Tommaso ad inventare, alla fine del ‘500, i quaresimali, deliziosi dolcetti totalmente privi di burro e di uova e pertanto rispettosi delle dure prescrizioni religiose.
Felicità!
Mandorle, zucchero, acqua di fior d’arancio, impreziositi dagli aromi del caffé, del pistacchio, del cacao.
E sapete, io non amo tanto andar per vetrine, ma di fronte ad alcune di esse, resto sempre incantata a guardare come una bambina.
Pasticceria Profumo
Un gioioso e zuccherino tripudio di colori pastello, verde tenue, giallino, rosa e candido bianco.
Che meraviglia!
Bellezza, armonia ed infantile felicità.
Pura, dolce e semplice felicità.
Sono così buoni! Sono golosa come un bambino di 5 anni!
Eh, anch’io 😉
Visivamente mi hanno ricordato quelle belle “spianate” di marcarons che si vedono in certe vetrine in Francia. Devono essere davvero buoni! Furbette le suore: deroga senza peccato… Buona giornata cara missfletcher!
Sì, le Suore sono state davvero grandi, in effetti!
Non li conoscevo. Sembrano buonissimi!
Comunque non so se i dolci siano un surrogato dell’affetto, ma un dato di fatto è che quando li mangi stai meglio (a parte i sensi di colpa, dopo) 😉
Buona giornata, Miss.
Sono buonissimi, infatti! E comunque è vero un dolcetto tira su il cuore 🙂
I Quaresimali mi piacciono da matti, ringraziamo le monache allora!
Io che sono stragolosa, per non sentirmi in colpa, mi sono inventata una teoria: quando si mangiano tanti dolci è il fisico che li richiede…. tu che dici, non regge?
un baciotto
Sempre siano lodate le Monache! E la tua regge, regge, altroché!
Baci!
uhhhhhhhhh questi non li conoscevo ma sembrano deliziosissimi, soprattutto per una sugar-addict come me, che adoro in particolare la pasta di mandorle…mmmmmm gnam! Per la serie: i soldi non comprano la felicità ma comprano i dolci, il che è quasi uguale :PPP
ps. il tuo post precedente mi ha veramente commossa anche se non ho commentato perchè era cosi intimo che mi sarei sentita inopportuna.
un grande abbraccio
Uhhh…brava come sei potresti anche provare a cucinarli!
Grazie per le tue parole, tesorina, tu non sei mai inopportuna, ma sempre delicata e tenera.
Ti abbraccio.
Che meraviglia questi dolcetti nei delicati colori primaverili! un’altra specialità di Genova che non conoscevo…
Belli, vero? E buonissimi!
Wow Miss! Hai capito le monache? Grandi! Bellissimi e sicuramente buonissimi! Bacetti.
Fantastiche le monache, veramente!
Miss, così, a occhio, questi raffinatissimi dolcetti non sembrano avere niente in comune con le spartanissime gallette marinare, di quando le vostre galee solcavano i sette mari… sbaglio o uno tira l’altro?
Infatti Sergio, questi sono dolcetti raffinatissimi!
…non ci credo che non hai un’amica con la ricetta…dai dai…
Cara, tra i miei lettori ci sono persone dalle molte risorse, chissà!
Che finezza questi quaresimali!!!non riuscirò mai a farli così belli…..
Qui parliamo del Gotha della pasticceria, penso che non sia così semplice raggiungere questa perfezione!
Questa é la mia dose:
250 g mandorle pelate
150 g zucchero
Acqua di fior d’arancio
Buccia di 1limone grattugiata
Pestare finemente le mandorle(col mortaio tirano fuori l’olio che aiuta nell’impasto)aggiungere lo zucchero(io lo passo nel macinacaffè elettrico per farlo al velo:lo zucchero al velo in commercio contiene troppo amido come additivo) la buccia di limone e tanta acqua di fiori d’arancio quanto basta ad un impasto sodo .poi stendo la pasta e mi sbizzarrisco
Una parte viene tagliata a dischetti che vanno poi glassati
Una parte si spalma di marmellata di albicocche , si ricopre con altra sfoglia e poi si tagliano a mostaccioli che vengono rotolati nello zucchero semolato
Con gli avanzi faccio le ciambelline
Cuocio a 150 per 10 minuti
La cosa più divertente é glassare quelli rotondi:per evitare i coloranti io uso caffè,cacao,succo di arancia o limone ma a gocce in una tazzina di zucchero a velo per evitare sprechi di glassa.La glassa deve essere consistente per non colare.Si decora con la semenzina colorata
Ossia una faticaccia ma ne vale la pena!!!
Brava Eliana, gran bel lavoro!
Scusate mi sono dimenticata di scrivere nella ricetta un albume d’uovo che ha funzione di legante dell’impasto,altrimenti in forno,come si dice a Genova
si”spantegano”,(spappolano).
Una meraviglia color pastello quel piatto di dolcetti ( forse di Profumo) con il quale passerei volentieri un dolce pomeriggio tenendomi poi lontana dalla bilancia per alcuni giorni….
Eh cara Nicla, che bontà!
Una bella passeggiata su e giù per qualche crösa e si smaltiscono subito!