Oggi partiamo per un viaggio, la nostra destinazione è un luogo sinistro e freddo, siamo nel IX cerchio dell’Inferno di Dante, dove c’è un grande lago ghiacciato nel quale peccatori colpevoli di tradimento espiano le loro colpe.
E nella terza zona, la Tolomea, si trovano i traditori degli ospiti.
A loro il sommo poeta destina un castigo esemplare: sono immersi nel ghiaccio con la testa supina, le loro lacrime gelano, impedendo ad altre lacrime di fluire e causando così a questi dannati immensa sofferenza.
E lì, nella Tolomea, c’è un illustre genovese, Branca Doria.
Come accidenti avrà fatto a finire laggiù?
Per spiegarlo bisogna andare alla fine del 1200, quando accaddero gli eventi dei quali vi narro.
Branca Doria, membro di una delle più nobili famiglie di Genova, andò all’altare con una fanciulla di nome Caterina, figlia di Michele Zanche, signore di Logudoro in Sardegna.
E dovete sapere che Michele Zanche era tanto ricco e influente quanto suo genero era ambizioso: Branca mirava a usurpare il suo potere e a impadronirsi dei suoi averi.
E così tramò un inganno.
Organizzò uno sfarzoso banchetto in uno dei suoi castelli, con tanto di ricche vettovaglie e vino a fiumi, immaginatevi che abbondanza!
E l’ospite d’onore era proprio lui, Michele Zanche.
Un pranzo luculliano, un brindisi e poi ecco la trappola, in maniera veramente poco ospitale Branca Doria fece accoppare il suocero e fece ridurre a pezzi il suo corpo.
E Dante, al quale certo non sfuggivano i fatti di cronaca del suo tempo, relegò Branca Doria nella zona riservata ai traditori degli ospiti.
Va detto che anche Michele Zanche non doveva essere proprio uno stinco di santo, visto che l’Alighieri trovò un posto pure per lui, piazzandolo nella bolgia dei barattieri, che se ne stanno a bagno nella pece bollente.
Eh, Dante aveva una fervida fantasia!
Torniamo al nostro antieroe, Branca Doria, immerso nei gelidi ghiacci della Tolomea.
C’è un dettaglio peculiare al riguardo: Dante l’ha buttato nell’Inferno quando Branca era ancora in vita, ricorrendo a un espediente che non fa un plissè.
Nella Divina Commedia, un altro dannato nel mostrare a Dante Branca Doria così dice:
Tu ‘l del saper, se tu vien pur mo giuso:
elli è ser Branca Doria, e son più anni
poscia passati ch’el fu sì racchiuso.
Ma il poeta è perplesso. Ma come? Non è possibile! Branca Doria è vivo e vegeto!
E infatti così ribatte l’Alighieri:
“Io credo” diss’io lui ”che tu m’inganni;
ché Branca Doria non morì unquanche,
e mangia e bee e dorme e veste panni”
C’è una spiegazione per tutto: come si legge nella Divina Commedia, nel momento stesso in cui Branca Doria aveva compiuto il suo peccato, la sua anima era precipitata nell’Inferno mentre il suo corpo aveva continuato la sua esistenza posseduto da uno spirito malevolo, così accade a questi traditori.
E insomma è comprensibile che Branca Doria non avesse preso affatto bene il fatto che Dante l’avesse fatto volare nella Tolomea senza troppi riguardi!
E merita di essere citato quanto narra lo storico Oberto Foglietta, il quale riferisce che quando Dante venne a Genova fu malamente pestato per la strada dagli sgherri di Branca Doria!
A quanto pare sembra che questa non sia altro che una leggenda, ma è una scenetta talmente gustosa che non potevo evitare di riportarla.
E comunque Dante Alighieri non amava i genovesi, è noto.
Il canto XXXIII, nel quale è immortalata la figura del traditore Branca Doria, comprende anche l’invettiva destinata ai miei concittadini:
Ahi genovesi, uomini diversi
d’ogne costume e pien d’ogne magagna,
perché non siete voi del mondo spersi?
E caspita, che esagerazione!
Si vede che quando è stato qui non ha assaggiato la focaccia e neppure il pesto.
E non avrà visto i tramonti, forse.
E magari si è perso per i caruggi.
E poi non ha conosciuto me altrimenti gli avrei fatto cambiare idea, questo è certo.
Anche Branca Doria morì di morte violenta, assassinato in terra di Sardegna.
Ma sapete, qui a Genova ancora c’è il suo palazzo, altro che gelida Tolomea!
Si trova in Piazza San Matteo, dove sono le case della famiglia Doria.
E il palazzo con l’edicola e con le persiane color ocra, con i balconi che affacciano su questo gioiello dei nostri caruggi.
E si narra che Branca Doria non abbia mai lasciato questi luoghi: si dice che il suo spettro inquieto si aggiri nottetempo per la piazza, entri in chiesa, posi la sua mano su una colonna e poi svanisca nel nulla.
E su quella colonna ancora c’è un’ampia macchia di sangue, la traccia del delitto che fece finire Branca Doria tra i ghiacci della Tolomea.
Quando studiavo l’Inferno mi sono spesso detta che per Dante quegli endecasillabi valevano più di un lustro di sedute da un analista freudiano… Vuoi mettere la catarsi nel distribuire nemici e peccatori nell’uno e nell’altro girone inventando castighi degni della fantasia più fervida? Devo dire che questa vicenda me l’ero dimenticata, bel ripasso! 😉 baci
Dane mi è sempre piaciuto e hai perfettamente ragione.
Sai che soddisfazione relegare i nemici nella peve o nel ghiaccio?
Un bacione Viv, grazie!
Che storia incredibile!
Sospetto che Dante abbia incontrato quei simpatici soggetti del tipo “torta di riso finita” per irritarsi così tanto con i genovesi 😉
Un abbraccio!
Haha! Come mi fai ridere, cara E.! Noi ne sappiamo qualcosa, vero?
Bacioni!
😀 caspita!!!! Potrei unirmi al mugugno dantesco di quando in quando!
Direi di sì!
Bella storia…magari ci fosse adesso la legge del contrappasso…chissa’ quanti sarebbero immersi nella pece bollente come lo Zanche,oppure in mezzo ai serpenti ,tramutati anch’essi in serpi…nella settima bolgia…non a caso settimo non rubare…e forse si’ Dante non aveva assaggiato il pesto….
Ma infatti, con un bel piatto di trenette avrebbe cambiato idea, ne sono più che sicura!
Ciao Massimo, buona giornata!
Una delle storie che mi son piaciute di più, cara Miss!
Non solo grandi nomi, ma grandi peccatori – come gusta a moi 😉
Non è che Dante me lo presenterebbe, questo Branca?
Cara Denise, grazie!
Però per conoscere Branca dobbiamo cacciarci nella Tolomea, eh? Non è tanto un bel posto!
Bacio!
Eh, ma non si puote fare uno strappo alla regola?
Tipo un permesso di libera uscita per lui? :3
Haha, possiamo provare a chiedere al Sommo Poeta, in effetti sarebbe meglio 🙂
Questa foto sembra fatta con degli effetti speciali Miss, un pò in biaco e nero un pò no. Bellissima. In realtà è l’arte di Genova che crea questi giochi di luce. E riguardo al signor Doria penso anch’io che focaccia e pesto ne abbia mangiato ben poco altrimenti parlava in modo diverso! 😀 Simpaticissima storia Miss che non conoscevo assolutamente. Bacio Monna Miss!
Non credo proprio che Branca Doria abbia trovato tanto simpatico finire nella Tolomea.
Mi fa piacere che ti sia piaciuta la foto, buona serata Topina.
No, forse lui no, io invece si.
Anche Dante si è ricordato di noi, è vero siamo in tutto il mondo perché siamo navigatori santi e poeti famosi aveva visto lontano……………ma……………………
lasciamolo nel suo inferno.
E lasciamolo nel suo inferno, cara Ottavia! E noi restiamocene a Zena! Bacioni!
Invitare a pranzo la suocera, e durante il pranzo pensare di metterla nel frullatore in effetti è un pensiero che puo’ venirti. Posso capire molto bene mr Doria. In questi casi ci si meritava un girone come quello di Paolo e Francesca. Peccato sì ma da considerare con indulgenza.
Dante non ha mai invitato a mangiare la mammina di Beatrice a casa sua?
Eh, chi lo sa? In effetti bisognerebbe indagare sulla questione della mamma di Beatrice.
Certo che Dante era veramente perfido, vero?
Un bacio caro Moka!
Che ce l’avesse con i Genoani è ovvio. Quando è stato a Genova l’avete corcato di botte.
Haha! Ma come ti viene in mente! Ti ho risposto di là, vai a vedere, please 😉
Un bel viaggio nel tempo, tra luoghi veri e luoghi immaginari!
Dante spesso è simpatico, con le sue fantasiose punizioni infernali che servono a criticare i vivi, ben più che a dannare i morti. Però fare di tutta l’erba un fascio è sempre sbagliato, anche quando lo fa lui… 😉
E sì, questo lanciare anatemi è scenografico e a volte si risolve proprio nel far di tutta l’erba un fascio.
Ciao Giulia, un bacione!
La fiamma brucia…altrochè! Grazie per questa “rispolverata” dantesca. Sempre molto interessante.
Baciotto Susanna
Eh, Dante! Che fantasia, vero?
A me quel poveretto di Branca Doria in fondo sta simpatico: lo hanno spedito all’inferno ancora da vivo senza nemmeno dargli la possibilita’ di redimersi in punto di morte e finire almeno in purgatorio… e solo per motivi ” campanilistici”!! Caro il mio Dante, cosi’ non si fa…
Haha, mi fai troppo ridere, in effetti non posso darti torto!
Si parla di me?
Beh… a dire il vero il “pesto” lo ha “assaggiato” nel modo non convenzionale…
Degna punizione per quei delitti 😛
Uh, ci ho messo un po’ a capire la battuta 🙂
Il tuo omonimo non la faceva passare liscia a nessuno, eh?
Assolutamente no!
E se la gobbetta sul naso se l’avesse procurata a Genova?
Io non lo escluderei
Haha! Chi può dirlo 🙂
Eccezzionale,Miss stavolta non mi dire che sono generoso,ti sei strastrastrasuperata dal gelo a bollore,dalle invettive,che poi ci fanno onore, e a Dante che lo pestano nei Carruggi raccontato con la tua verve o scusa “cocina zeneise”,mi hai fatto morire,mi sono entusiasmato,e poi piazza S.Matteo,i Palazzi e la Chiesa,che gente,che famiglia i Doria!!! Ciao grande un grande abbraccio!:)
Ah, Pino! Ma che soddisfazione, quando mi scrivi cose come queste dovresti vedere la mia faccia!
Grazie, mille volte grazie, sono felicissima che ti sia piaciuto! Un abbraccio grande a te caro, buona serata!
Ps: O Branca,però no l’ò mai visto,auscì che a S.Mattè ghe intravou ben ben de votte quande me infiavou in ti carruggi chinandou zu da Ciassa de Ferrari,pe’ a salita do Fondaco Ciao Miss un cao saluo!!!
E neanche io l’ho mai visto, Pino! Dobbiamo tornarci insieme assolutamente…ci appostiamo dietro alla colonna, in silenzio!
Buona serata caro!
Eh anche a me,sarei onoratissimo oltre che felicissimo!!! Buona serata anche a Te!!!:)
Ce la faremo, ne sono sicura! Grazie caro!
Miss, voi genovesi non stavate simpatici al divino Dante… e ancora non aveva visto il “deposito di motorini” che gli avete dedicato!
Ehm… non penso che sarebbe di suo gusto, caro Sergio!
Il povero Branca ha un record: è l’unico personaggio della Commedia che era ancora in vita quando fu pubblicata!
Chissà che qualcuno non gli abbia riferito i versi che lo riguardano: da buon genovese avrà sicuramente mugugnato 😂
Non c’è dubbio, Andrea 😉 !
Complimenti, sono capitata qua per caso per una ricerca su Genova e ho trovato il suo blog molto interessante! Posso avere il permesso di riportare questa storia in un evento che ho in mente di creare per l’associazione di cui sono volontaria? Si tratta di una mostra fotografica su Genova antica con storie, curiosità, canzoni e poesie genovesi.Si terrà a Genova Coronata presso l’ex scuola Fogazzaro.L’associazione culturale si chiama Progetto Coronata.Cordialmente.Lorena D’Oria
è molto interessante per Genova, anche se per differenti motivi, la storia di suo nipote Bracalone Doria di Castelgenovese (ora CastelSardo), che sposò la Giudichessa di Arborea (praticamente la prima e ultima Regina di Sardegna, fatta eccezione per Cagliari e Alghero) ben raccontata da Bianca Pitfzorno in Vita di Eleonora d’Arborea https://it.wikipedia.org/wiki/Brancaleone_Doria
Grazie Alberto, benvenuto su queste pagine.
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Ma è vero? Che quando Dante ripartì dalla Liguria, si scosse le scarpe e disse: “Neanche la polvere della Liguria!”
Benvenuto qui, ora che me lo dici pare anche a me di aver letto da qualche parte questa cosa ma non saprei collocarla, Dante andrebbe letto e riletto migliaia di volte!