Estate, caruggi e panni stesi.
E il filo teso davanti alla finestra che si veste di poesia.
Li ho impressi nella mente gli scorci imperdibili della mia Genova e così so dove andare quando desidero vivere una storia che narri del profumo fresco del bucato che asciuga all’aria aperta.
E anche la città dei tetti ha i suoi panni stesi che vestono le ardesie di colore.
E per le vie del centro storico a volte ci sono tinte pastello che si stagliano contro le facciate delle case.
Ma io davvero so precisamente dove andare, questo è il mio giro di fili da stendere per i caruggi.
E sempre mi porta in Canneto il Lungo dove so che troverò un’esplosione di luce e di rosso.
Talvolta invece cerco una nota chiara, quasi un bianco e nero.
E la trovo, sempre.
E poi so che in Piazzetta dei Maruffo bisogna fermarsi, tirare la testa indietro e guardare in alto, davvero molto in alto.
E poi bisogna voltarsi verso altre imposte che qui vedete chiuse.
Luoghi che amo, luoghi che conosco bene.
E allora percorro tutta Via dei Giustiniani, fino all’archivolto.
E so che lì troverò una piccola poesia di colori.
E poi ancora guardo verso l’alto ed è blu, verde, rosa, rosso e azzurro.
Ed’ è estate sgargiante contro i muri scuri.
E quando mi trovo qui so bene che devo svoltare verso Piazza Embriaci, non me ne dimentico mai!
Ogni volta vado a guardare proprio quel filo da stendere.
Cartazucchero, celeste, mattone.
E sempre ritorno, così capita che ritrovi la stessa tovaglia e lo stesso asciugamano dopo molti giorni.
Che qualcuno se li sia dimenticati?
Passeggiare per caruggi in cerca di panni stesi a volte riserva sorprese.
Arancio brillante e una bicicletta fucsia, nella penombra dei caruggi.
Sono storie così, storie di caruggi.
E a volte hanno tutti i toni del blu, a pochi passi dal mare.
Blu di Genova dalle finestre di Genova.
Un suono squillante, il pianto di un neonato che risuona nel vicolo.
Nessun altro rumore, solo quei singulti infantili che qualcuno ha prontamente consolato.
E una finestra, un palazzo dalle tinte tenui.
E quei colori rosati, sembra una casa di bambole.
E ancora c’è un luogo dove vado sempre.
E so che lì troverò un’altra dolce poesia che dondola sul filo da stendere.
E so che sulla facciata di quel palazzo che un tempo ospitò gli uomini fedeli a Garibaldi ci sarà certamente qualche magia che attende solo uno sguardo.
Caruggi e panni stesi, un viaggio che muta con le stagioni, un quadro ogni giorno diverso.
E allora sono lenzuola candide e un’antica colonna, in Scurreria Vecchia.
E’ il sacro e il profano che così spesso convive in queste strade.
E’ un bagliore di luce, di rosso e turchese.
Ed è tutte le sfumature dell’arcobaleno sotto le persiane ocra di Piazza del Ferro.
Luoghi che amo, luoghi che conosco bene.
E alcuni di questi caruggi li avete già veduti in quest’altra storia di caruggi e panni stesi.
Sono le mie strade, quelle dove sempre ritorno.
E sono tante piccole poesie ed io so dove trovarle.
E quando percorro Via Garibaldi il mio sguardo lascia sempre quella prospettiva di palazzi regali per cercare la bellezza di quegli antichi caruggi che portano giù, verso la Maddalena.
E sempre guardo in alto, verso il cielo, in Vico del Duca.
Sono i miei caruggi.
I caruggi stretti, angusti e spesso ombrosi della mia Genova.
Sono le mie strade, quelle dove sempre ritorno.
E so che basta un unico raggio di sole e tutto muta e si veste di luce dorata.
poesia pura. grazie
Grazie Patrizia, benvenuta qui.
Devo ammettere di non amare le periferie milanesi dove il dato del degrado é proprio nella distesa di panni fuori dalle finestre ma le immagini dei tuoi caruggi sono tutt’altro che malinconiche. La terza foto ha dei colori splendidi. Bacioni
Io ho una vera passione per i panni stesi, di tutte queste foto credo di preferire l’ultima.
E quella che piace a te è in un punto veramente bello dei caruggi!
Un bacione Viv, grazie!
Mah…..a me fanno molta malinconia i panni stesi tra le case….e mi fanno pensare a chi deve stendere il bucato così….
Benvenuta Gabriella! Ti ho riconosciuta subito, mi ricordo che su twitter mi hai già scritto che non ti piacciono i panni stesi.
E invece per me sono uno spettacolo ogni volta diverso. Buona giornata!
che fantasia che hai, riuscire a notare e vedere la poesia anche nei panni,… mi ricordo di quando doveva venire berlusconi ( se nn erro) e misero l’ordinanza di non stendere dalle finestre le mutande………….x decoro – no che lui meritasse tutte queste attenzioni…ma questo è un altro discorso… ahhha…ciao carissima e buona settimana
Eh, ma i panni stesi hanno proprio una poesia tutta particolare Rosa!
Un abbraccio a te e grazie!
quanta bellezza
Ti ringrazio, anche da parte della mia Zena!
Una passeggiata di poesia!
Grazie Cinzia, contenta che ti sia piaciuta!
Questa volta debbo dire, che la poesia sta nel tuo guardare e nel tuo dire…tutto è bello (anche panni stesi senza armionia) se vist e fotografati con gli occhi dell’amore.
Un abbraccio mia cara amica.
La streghetta Miriam…
Grazie mia cara Gingi, sei splendidamente poetica anche tu!
Un abbraccio!
che bella passeggiata col naso all’insù… alla prossima!!
Grazie Sainza, sono felice che ti sia piaciuto!
Ricordavo bene l’altro post Miss! Carinissimo! Vedo che nemmeno da lì riesci a dimenticare Genova… e come potresti? Un’altra bellissima idea, un bacione!
E no, come si fa a dimenticare Zena? Un bacio Pigmy, grazie!
Miss Fletcher, con questi scorci e picagge mi ispiri questa canzone di Natalino Otto:
Madaenn-a… Madaenn-a… Madaenn-a… Madaenn-a…
Gh’è ûn fràvego , ûn speçiâ , a gexa , ûn lattonê ,
ûn gatto ch’e o l’aggueita co o müro in t ‘ ûn pappê .
Zù da o Portello, sciù da Sozeia, gente ch’a passa , mattin e sèia…
….e o sê , fra ûn teito e l’atro dedäto …..a i fûmmaiêu,
o destende s’o pêu, ‘na piccaggia de blêu.
Madaenn-a… Madaenn-a… Madaenn-a… Madaenn-a…
Chi orti no gh’è n’è, s’ inventan i versò,
de lamme de tomate con drento o baxaicò
Pè poeì ammiâli bezêugna giâse, basta stâ attenti a no ingambâse..
…..e o sê, fra ûn teito e l’atro dedäto……. a-i fûmmaiêu,
o destende, s’o pêu, ‘na piccaggia de blêu.
Madaenn-a… Madaenn-a…Madaenn-a… Madaenn-a…
Gh’ è a gexa, o caroggio, a via da Madenn-a.
Madaenn-a… Madaenn-a… Madaenn-a… Madaenn-a…
Ma che meraviglia, grazie di cuore!
Che meraviglia l’arcobaleno di Piazza del Ferro! Hai ragione, come sempre: questa è pura poesia. La poesia del colore, della semplicità. La poesia che si nasconde e si esibisce allo stesso tempo. Vado a leggermi l’altra storia di caruggi e panni stesi…
Ah, quella facciata di Piazza del Ferro con la corda da stendere con tutti quei colori!
Spettacolo!
Grazie Tiptoe di apprezzare così tanto le mie passeggiate per caruggi, un bacino!
Che bello! Mi sembra di essere li con lo sguardo in alto a guardare i panni stesi! Vita vissuta, vita raccontata, vita trasmessa con gioia e bellezza ! Grazie anche io ho vissuto leggendo il tuo amore per Genova! Federica
uh! Che lenzuolata. Fortuna che sono alti, qui hanno iniziato a portare via la biancheria stesa in giardino
Ma scherzi? Questa mi mancava!
E’ proprio bella Zena,anche con i panni stesi un po’ “alla ti me riesci”,e tu sei bravissima,riesci a fare di un’immagine una poesia che pervade e ti fa tornare bambino,e sembra di sentire il silenzio dei caruggi e solo un leggero rumore di passi di chi li percorre e li vede con occhi diversi dalla distrazione della nostra fretta quotidiana,grazie Miss,mi sento sempre a casa con le tue parole..
Grazie Massimo, mi hai scritto parole bellissime.
Quella poesia è tutta lì, nei nostri caruggi e in quei panni stesi.
Un abbraccio, sono contenta che tu qui ti senta a casa!
Anche se non erano caruggi… mi hai fatto ricordare di quando, da piccola, osservavo mia nonna stendere i panni sul filo di ferro. L’odore del metallo bagnato, e quel plic, plic, plic delle gocce che cadevano per un po’, finché il sole non aveva la meglio… grazie!
… la mia preferita è quella del vico dietro il coro di San Cosimo. Mi fa immaginare il momento in cui, appena vi si sono trasferiti, lei ha chiesto a lui
“e dove stenderemo i nostri panni, in questo vicolo?!”
spingendolo ad escogitare una cordata degna del Gran Zebrù… 😉
Benvenuta! I panni stesi hanno per me grande fascino, sulle corde da stendere sono scritte vere e proprie poesie.
E poi nei caruggi ci sono queste incredibili soluzioni che rendono i vicoli ancor più belli.
Grazie a te, buona giornata!
I panni stesi fanno parte della geografia mediterranea, ma in certi posti più che in altri e carrugi e panni stesi vanno davvero d’accordo e creano poesia
E’ vero, i caruggi sono il posto perfetto per ammirare i panni stesi!
Pingback: Caruggi, fili da stendere e campanili | Dear Miss Fletcher
I tuoi cromatismi sono sempre… vera poesia! ❤
Grazie Anna Maria, buona serata!
Miss, ho deciso: un caruggio senza panni stesi sarebbe uno spreco…
Hai ragione caro Sergio!