A Genova c’è un Museo che racconta una parte importante della storia della Superba e della nostra Italia.
Vengono da questa città molti dei protagonisti del nostro Risorgimento, questa è la città di Mazzini, di Mameli e dei fratelli Ruffini.
E questa è la città dalla quale Carlo Pisacane partì per la sua impresa che terminò in un bagno di sangue.
Il Museo del Risorgimento è uno dei luoghi da non perdere, qui si ripercorre il cammino della nostra nazione.
Il Museo si trova in un un edificio che è un vero e proprio simbolo di quel periodo storico, la casa natale di Giuseppe Mazzini.
Qui dove egli vide la luce, una targa è posta in suo ricordo.
Qui si rivivono quei giorni, tra opere d’arte e cimeli risorgimentali.
Porgo un ringraziamento particolare alla Dottoressa Raffaella Ponte, Direttrice del Museo del Risorgimento e Istituto Mazziniano, per la sua cortese disponibilità nel consentire la diffusione delle immagini.
Non sempre nei musei è permesso fotografare ed è davvero peccato, un racconto per immagini è immediato e diretto, è una bella maniera per far conoscere certi tesori del passato, in questo caso è stato possibile e così vi porto con me sulle tracce dei patrioti.
Un percorso che parte da lontano, dall’epoca del piccolo Balilla.
La rivolta della gente di Portoria contro gli austriaci e i quadri che ritraggono quei momenti di furore.
Proclami, documenti, oggetti dell’epoca, si prova una certa emozione ad osservarli al di là del vetro.
Qui sotto, a sinistra, vedete il puntale che era posto sull’asta della bandiera di Balilla, a destra la lancia di una bandiera austriaca, trofeo di guerra strappato al nemico.
Emozione e coinvolgimento, quando ci si trova davanti a un triste reperto del passato.
Risale al 1800, al tempo del blocco di Genova, quando la città fu assediata dalle forze anglo-austriache e a Genova non giungevano più approvvigionamenti.
E’ una pagina cupa della nostra storia, allora molte persone morirono per la fame, ci si nutriva con quel che si trovava e si faceva un pane di colla, crusca, mandorle peste e miele.
Vedrete una macina e un tozzo di pane giunto fino a noi che fu conservato dal padre dello storico Marcello Staglieno.
E’ duro e faticoso il percorso della storia, ha il volto di alcuni personaggi carismatici capaci di trascinare le folle con la forza delle loro idee, ha il volto pensieroso e intenso di Giuseppe Mazzini.
Qui ci sono i suoi libri, il suo calamaio, le sue lettere, i suoi abiti, gli oggetti della sua quotidianità.
Ci sono i ritratti dei suoi sodali e di coloro che lo sostennero, dal suo amico fraterno Jacopo Ruffini a quella madre che tanto lo amò.
Un museo dove si incontrano volti che non dovremmo dimenticare, visi che dovrebbero esserci cari di persone che ebbero la potenza del pensiero e nessun timore di sacrificarsi.
Questo è Carlo Pisacane, l’eroe di Sapri.
E questa è l’indomita e appassionata Cristina di Belgioioso.
La storia la fanno gli uomini e le donne e numerose furono coloro che diedero il loro sostegno alla causa mazziniana, ad esempio la genovese Laura Di Negno Spinola, figlia del Marchese Di Negro.
Nelle vetrine sono esposte lettere, fotografie, cimeli di vario genere.
Armi, abiti, documenti, i titoli di studio di Giuseppe Mazzini.
E qui una lapide ricorda che egli nacque proprio in questa stanza.
Un foglietto scritto di suo pugno.
Qui tutto parla di lui, della sua vita e delle sue vicende.
I ritratti, le sue lettere, le sue fotografie.
E un cimelio di grande pregio, sapete cosa c’è su questo foglio?
E’ il cifrario della Giovine Italia, questo era di Goffredo Mameli ed è un alfabeto segreto che veniva usato per scrivere messaggi che non dovevano essere compresi dalle autorità.
Dio e Popolo, le parole di Mazzini.
Il suo cappello, le sue bretelle, conservate gelosamente.
Un panno appartenuto a Carlo Cattaneo, caro ricordo conservato da Mazzini, venne usato per avvolgere la salma di Cattaneo, in seguito la salma di Mazzini stesso e infine quella di Maurizio Quadrio.
E poi ancora, al piano superiore, continua il viaggio nella storia d’Italia.
E c’è una musica che vi accompagna, risuona in tutte le stanze, su per le scale, in ogni angolo di questo edificio.
E’ questa musica, Il canto degli Italiani, il nostro inno, parole di Goffredo Mameli e musica di Michele Novaro.
Emozione intensa, suonava il suo inno e io avevo lì, davanti agli occhi, l’ultima lettera che Mameli scrisse a sua madre.
Ricordi degli uomini che hanno fatto l’Italia, questo piano è dedicato alle imprese di Giuseppe Garibaldi.
E ci sono i suoi cimeli, armi e oggetti di sua proprietà.
Una sua camicia e accanto il ritratto della donna dell’eroe, Anita.
Ricordi patriottici di un altro tempo.
E testimoni di giorni duri e dolorosi, come questo frammento di una palla di cannone risalente al 1849, rinvenuto in una casa di Genova.
L’Italia e gli uomini che l’hanno fatta, vastissima la collezione di divise garibaldine, tuniche e giubbe.
Tra le altre c’è la divisa di Antonio Burlando.
E visi, volti e vicende di italiani.
E poi tricolori, bandiere e decorazioni militari.
L’Italia delle Camicie Rosse e dell’Impresa dei Mille, ci sono sciabole, fucili e pistole, impossibile elencare ogni oggetto, sarà interessante scoprirli con i vostri occhi.
Celebri dipinti di importanti momenti storici, questo ricorda Mentana.
Numerosi oggetti appartenuti a Giuseppe Garibaldi in una vetrina.
Ci sono persino le sue bocce.
E il suo viso spavaldo e fiero nei quadri che lo ritraggono.
E poi ancora, un’intera sezione è dedicata ai Carabinieri genovesi e qui troverete ancora altre divise ed altre armi, alcune di esse sono appartenute ad Antonio Mosto e a Francesco Bartolomeo Savi.
E mi è capitato di soffermarmi a leggere la targhetta su un fucile.
Spedizione dei Mille, 5 Maggio 1860, sbarco a Marsala 11, Calatafimi il 15.
Resa inservibile da una seconda palla a Palermo.
Brivido.
C’è una sezione dedicata alla musica risorgimentale e in un’intera stanza sono raccolti documenti che riguardano il Monumento dei Mille a Quarto.
Il Museo del Risorgimento si trova in Via Lomellini, nel cuore del centro storico di Genova, qui trovate il sito con tutte le informazioni utili per la visita.
Sì trova nella casa dell’esule Giuseppe Mazzini che per tanto tempo fu lontano dalla sua città.
Qui si rivivono le gesta di chi ci ha preceduto di chi ha combattuto per la nostra bandiera e per l’Unità della nazione, è l’Italia dei patrioti del nostro Risorgimento.
E per un’appassionata come te deve essere una meraviglia! Certo che tra i ventagli di Anita e i frammenti delle bombe preferisco i primi. Bacioni
E infatti sì, amo tanto questo museo e lo trovo davvero emozionante.
E quei ventagli sono una meraviglia!
Bacioni Viv, grazie!
Bellissimo Museo ci sono stato un po di tempo fa per la prima volta e c’era un sacco di gente,e’ veramente emozionante ,mi ci sono perso a guardare ogni cosa,a leggere le lettere,le divise, le armi, che non amo particolarmente,e sembrava di tornare indietro nel tempo non tanto remoto…sabato ero li di nuovo,non c’era nessuno e faceva un po’ tristezza,dovremmo cercare di non perdere la memoria delle cose,grazie Miss di tener vivo il ricordo della storia e degli avvenimenti della nostra bella Zena….
La memoria delle cose non si dovrebbere perdere mai Massimo, dici bene.
E trovo che sia bello che questo Museo sia tanto frequentato dalle scolaresche.
Grazie a te, per me è un piacere scrivere di questi argomenti.
Molto bello e interessante, si respira un’aria di patriottismo, tutti quelli che si sentono italiani, dovrebbero almeno una volta rendere omaggio a questi personaggi visitando il museo.
E’ stato rimodernato dandogli una veste più adatta, sopratutto per le visite scolastiche, l’informatica è stata inserita per migliorare la conoscenza delle varie fasi storiche, la Dott.sa Ponte e la Sig.ra Bertuzzi stanno facendo miracoli nella gestione di questo importante polo museale.
Una volta era esposta una cisterna dell’acqua, che servì come bara per l’eroe Nino Bixio, spero che l’abbiano conservata depositandola in qualche magazzino.
Il museo conserva un cospicuo numero di documenti lettere, fotografie e documenti, sopratutto sui personaggi del risorgimento, ricordo anche il carteggio di Raffaele Rubattino, mentre la grande bibblioteca credo sia stata trasferita alla Berio.
Brava Miss, bella sequenza fotografica.
Eugenio
Sono d’accordo con te, tutti gli italiani dovrebbero visitare questo museo.
E davvero è stato fatto tanto, piace molto anche a me la nuova disposizione delle sale e apprezzo molto che durante la visita venga fatto ascoltare il canto degli Italiani, è una bella emozione.
E poi tu, come sempre, sai sempre tutto, io la cisterna non la ricordo, lo sai? Sicuramente sarà in qualche magazzino.
Grazie, sono contenta che tu abbia apprezzato, un abbraccio a te!
Ciao Fletcher, pensa che le foto di questo museo, le ho viste sul pc di una mia collega che due anni fa è venuta a Zena a trascorrere il weekend.. le tue foto sono comunque più belle! 🙂 Ciaooo
E mi fa piacere sapere che la tua collega ha scelto di visitare questo museo, merita davvero.
Grazie Niko, un bacione!
🙂 Ciao Carissima, quando si tratta di baci, io ci sono 😛
Sin da ragazzina, mi ero entusiasmata per Mazzini e questo, dopo aver letto il libro di Ruffini ” Lorenzo Benoni ” e parecchie volte , sono stata nel palazzo di via Lomellini ad ammirare il museo…Che bei ricordi …Grazie , dei tuoi articoli , che leggo , sempre con tanto piacere . Un caro saluto Giselda Soraru’
Io amo molto la figura di Mazzini e come avrai visto ne ho anche scritto, è un personaggio davvero carismatico.
Grazie Giselda delle tue belle parole, mi fanno davvero piacere.
Buona serata!
Il Risorgimento è un periodo che sto riscoprendo lentamente. Da “signorina” abitavo in una via dedicata a Mameli ed alle elementari ero fissata con Mazzini e le società segrete, di cui parlai all’esame di licenza. Poi mi sono lasciata attirare da altro… Di recente ho letto “Pro patria”, di Ascanio Celestini, rilettura decisamente particolare di quel periodo e di quegli eroi. Mi affascina la figura di Pisacane, ma non c’è mai tempo a sufficienza per approfondire tutte le cose che ci catturano!
Bel post, Miss, e bellissimo museo. Grazie.
Pisacane è una figura potente, piace molto anche a me.
Se lo trovi prendi il libro dal titolo Eran trecento, il link esatto l’ho inserito nel post dedicato appunto a Carlo Pisacane che trovi linkato qui.
Il Museo merita veramente, non dovrebbe mancare a nessuno di noi.
Un abbraccio cara, grazie!
Ci sono stata nel 2011 l’ultima volta, con il cucciolo che non aveva nemmeno un anno ma che si guardava attorno incuriosito, era in occasione della mostra del Bacio di Hayez…. sicuramente ci ritornerò, magari con il ragazzo più grande per mostrargli dal vivo un po’ della Nostra Storia 😀 … grazie per avermici riportata virtualmente 😀
Sì, credo che sia giusto portare i bambini in musei come questo, si abituano coì ad essere in contatto con la nostra storia che non dovremmo dimenticare mai.
Grazie Francesca, buona giornata a te.
Bello questo tuo articolo, il nostro Museo del Risorgimento merita davvero di essere visitato e apprezzato.
Quanto a Mazzini, di solito si leggono cose su di lui, ma secondo me è ancora più interessante leggere i suoi scritti: la prima volta che l’ho fatto sono rimasta stupita dalla loro modernità!
E’ vero, le sue lettere ad esempio narrano tanto di lui e della sua personalità.
Grazie Isabella, un abbraccio.
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Miss, effettivamente i ventagli sono belli, ma per Unire l’Italia occorrevano le armi… infatti nei Musei del Risorgimento abbondano le armi e non i ventagli… i secondi, rinfrescano la vita, mentre le prime, purtroppo, la tolgono…
Purtroppo è così, lo sappiamo.
Comunque è un museo interessante dove si fanno belle scoperte!