In questa nostra meravigliosa Italia bellezze e tracce del passato si trovano nei luoghi più impensati e oggi vi condurrò con me in un luogo particolare che ho scoperto per caso.
Io guardo sempre fuori dal finestrino e un bel giorno, percorrendo la statale nei pressi di Ottone, ho notato un cartello stradale che ha suscitato la mia curiosità, la freccia indicava il Castello di Cariseto.
Castello? Mettiamoci subito in viaggio, alla scoperta di questa meraviglia!
Per arrivare al Castello di Cariseto raggiungete la piazza di Ottone e poco dopo la farmacia salite in direzione Cerignale.
E una strada tutta curve che vi offrirà panorami splendidi su tutta la vallata.
E poi d’improvviso i girasoli, caldi di luce dell’estate.
E si sale, ci si inoltra in una fitta e suggestiva pineta dal profumo fresco e inebriante, qui ho incontrato i daini alle prime ore del pomeriggio, motivo in più per fare una gita da queste parti.
L’odore della pineta e la bellezza di questi alberi.
Si giunge quindi ad un incrocio, come potrete vedere una strada conduce a Rezzoaglio, in Val D’Aveto, l’altra vi porterà al Castello di Cariseto.
D’un tratto vi appare ciò che resta di questo antico castello arroccato sulla pietra che si affaccia sui monti della Val D’Aveto.
In paese e in cima alla rocca troverete cartelli sui quali potrete leggere la storia e le rocambolesche avventure avvenute qui, al Castello di Cariseto, il testo è a cura di Carmen Artocchini e traggo da questa accurata presentazione del luogo alcune notizie che leggerete in questo articolo.
Vi è anche un disegno che mostra l’ipotetica ricostruzione del Castello.
E’ antica l’origine di questo edificio, le prime notizie certe del castello risalgono all’anno 1052.
Tempo dopo soggiornò qui un illustre personaggio storico, correva l’anno 1167 e da Lucca giunse niente meno che Federico Barbarossa, si narra che sia fermato a Cariseto per proseguire poi alla volta di Parma.
La natura è bella e rigogliosa su queste montagne, ho visto persino alcuni cardi, ormai così rari.
La strada scende e ci si ritrova nel piccolo paesino, il castello lo domina da lassù.
Tetti rossi, prati, montagne e silenzio, anche queste sono terre di San Colombano, in provincia di Piacenza.
L’acqua fresca sgorga dalla fontana, noi seguiamo le indicazioni che portano al castello.
Ci si lascia alle spalle la strada tortuosa che corre tra gli alberi.
E si sale ammirando maestose montagne.
Se verrete qui vi consiglio di mettervi gli scarponcini, è una breve salita ma la presenza di rocce e di erba alta suggerisce una certa cautela, io avevo delle comuni scarpe da ginnastica e non nascondo che ho avuto il timore di incontrare qualche vipera.
Non è accaduto ma, come si dice, la prudenza non è mai troppa.
Roccia, piccoli garofani rosa e cielo azzurro.
E poi il pruno, generoso dei suoi frutti.
Si arriva in cima e ci si può accomodare su rustiche panche di legno.
E davanti a voi c’è il Castello.
Tra le tante avventurose vicende avvenute qui mi ha colpita la storia del Marchese Morello di Malaspina di Pregala, costui nel 1535 fu lo sciagurato protagonista di eventi che non gli fanno certo onore.
Dovete sapere che Morello fu cacciato dai feudi del padre e pensò bene di riparare a Cariseto, chiese così ospitalità ad Antonio Malaspina, suo parente e all’epoca proprietario del maniero.
Antonio generosamente aprì le porte della sua dimora e Morello sapete cosa combinò?
Con l’aiuto di certi manigoldi si impossessò del castello, ridusse Antonio in prigionia e si prese tutti i suoi beni, imprigionò persino i vassalli di Antonio e non risparmiò loro crudeli torture.
Quando si dice la riconoscenza, eh?
L’infido Morello venne infine spodestato ma allora, ahimé, il povero Antonio era già passato a miglior vita e il castello toccò così in sorte ad altri eredi.
Si sale, percorrendo una scala di legno, come sempre ho dovuto affrontare le mie vertigini!
E poi si raggiunge la cima e lo sguardo si perde ad ammirare le montagne.
Un panorama infinito si apre davanti a voi.
E vi circonda la natura selvatica e prepotente.
Si vedono le strade del paese con le casette caratteristiche.
E le immancabili nuvole corrono in cielo sopra le superbe vette.
Tra profumi, colori e bellezze di questi luoghi.
Aggrappato alla roccia, il Castello di Cariseto svetta su questo cielo da molti secoli, testimone silenzioso del tempo passato.
Grazie deze miss Fletcher, come sempre è un piacere leggers il tuo blog. Bellissime foto.👍
Scusa gli errori. Il mio tablet scrive quello che vuole lui😢
Figurati, succede!
Grazie a te Anna, contenta che tu abbia gradito questa passeggiata!
Ci hai condotto per mano in un’altra splendida località, aiutando la nostra immaginazione con magnifiche foto e dandoci notizie molto interessanti ed a me perfettamente sconosciute! Grazie cara Miss, arrivederci a fine settimana! ❤
Grazie a te Anna Maria, questo posto è stata una sorpresa anche per me, l’Italia è davvero ricca di bellezze sconosciute!
Un abbraccio cara, buona giornata!
Oh, peccato sia rimasto ben poco del castello cara Miss, ma la tua narrazione è come sempre avvincente! Ed il paesaggio davvero bello.
Un baciotto Susanna
Sì, ne è rimasto poco e nulla ma è davvero particolare!
Bacioni cara, buon lunedì!
‘N âtra cösa che me són pèrsa inte tanti anni de Valtrebbia! Ma chisà che ‘na vòtta o l’âtra ghe vàgghe…. Intanto ti me gh’æ portòu ti, e te ne ringrassio!
Un’altra cosa che mi sono persa in tanti anna di Valtrebbia! Ma chissà che una volta o l’altra non ci vada…… Intanto mi ci hai portata tu, e te ne ringrazio!
Come hai potuto leggere pure io l’ho scoperto solo quest’anno, una splendida scoperta davvero, anche la strada per arrivarci offre bellissime vedute.
Un bacione Isabella, a presto!
…. paese delle meraviglie, non ti sembra? ad ogni angolo c’è qualcosa di nuovo, suggestivo, speciale. Grazie per la condivisione! Emanuela
Sì, hai detto bene, ovunque si vada si scoprono tracce del passato!
Grazie a te Emanuela, buona serata!
Nulla sfugge al tuo peregrinare 🙂 forse però in questo caso il cartello dovrebbe dire “Rovine del castello di Cariseto” perchè del castello purtroppo resta proprio pochino. Peccato… perché è inserito in un contesto splendido, chissà com’era un tempo! Bacioni 🙂
Eh sì, ci sono rimaste le rovine, l’insieme è però davvero suggestivo!
Bacioni a te amica, grazie!
Complimenti: ma dove trova tutto il tempo che dedica a queste belle cose con le quali ci delizia?
Felice che ti piacciano, Gianfilippo, buona giornata!
Pingback: La Pineta | Dear Miss Fletcher
“chiese e castelli nei posti più belli”, recita l’adagio… e, visti i dintorni dei ruderi di Cariseto, mica a vanvera!… Miss, oltre a quelli in aria e di sabbia, quanti castelli ci saranno in Italia?”
Credo tantissimi, caro Sergio! La vista da Cariseto è davvero notevole, hai ragione. Buongiorno a te!