Guarda bene, c’è sempre qualcuno affacciato al davanzale.
E con il bel tempo anche le finestre si vestono di primavera, oggi vi racconterò un paio di piccoli fatti curiosi che mi sono capitati qualche giorno fa.
Ero a zonzo con un’amica.
Sempre sotto lo stesso cielo, sempre nei medesimi caruggi.
Guarda su, dalle parti di Via Prè.
Finestre e scorci dalle tinte di pesca.
E silenzio.
E camminiamo ancora.
E guardiamo verso l’alto, ancora.
Da un palazzo poco distante vedo una signora alla finestra, lei ci osserva.
Io e lei abbiamo già avuto modo di chiacchierare, la riconosco.
Annuisce, sorride e mi dice:
– Lei di dove è?
E io:
– Di Genova!
– Ah! Perché se guarda non è di Genova!
Ecco.
E allora io le dico:
– Ma noi ci conosciamo, si ricorda? Mi ha raccontato di Piazzetta dei Tintori.
Lei l’ha narrato a me ed io a voi, in questo post.
Lei fa sì con la testa, rammenta la nostra conversazione.
Faccio il giro, torno in quella piazzetta, vale sempre la pena fare certe deviazioni, ve lo garantisco.
E poi ancora mi ritrovo sotto alle finestre della signora.
Lei mi parla di certi negozi che non ci sono più, mi enumera i panettieri e gli alimentari di altri tempi.
Sono memorie preziose le sue, aggiunge che se ho voglia di ascoltare lei mi racconterà ogni cosa.
Tornerò a trovarla, certo che sì!
Quel giorno ho proseguito la mia passeggiata sotto le finestre di primavera.
Le finestre dei caruggi, una magia di ombre dondolanti, piantine e colori.
E qui ero con un altro amico, abbiamo gironzolato a lungo dalle parti di Sarzano e poi siamo capitati in Ravecca.
E di nuovo abbiamo trovato una signora alla finestra.
A un piano alto, braccia conserte sul davanzale, ci guardava zitta zitta.
E il mio amico mi dice:
– Cosa faccio, mi metto qui di lato così pensa che stai fotografando me?
– E sì, dai! Tranquillizziamola, è meglio!
Finestre di caruggi, a volte non incontri nessuno.
E a volte trovi rametti coperti di foglioline tenaci che si arrampicano sulle sbarre.
E bianco, nero e vetri socchiusi.
E vasetti disposti in fila, nulla sembra frutto del caso, a volte tutto sembra simmetrico e perfettamente in armonia.
Finestre.
Persiane aperte oppure chiuse.
E ancora colori.
Cose che non vedi se non alzi lo sguardo.
Cose che vedi nei caruggi di Genova.
le foto sono davvero stupende…
tutto il mondo è paese 🙂
Eh già! Grazie Sonia, buona giornata a te.
E che bella questa luce che sa di primavera!
Ma quante preziose informazioni, che può darti solo che vive sul posto e che ha memoria storica di cose perdute.
Un baciotto Susanna
Ma davvero, sono tutti in vena di chiacchiere per mia fortuna!
Un bacetto cara Susa, buon pomeriggio a te.
Saper ascoltare è una dote preziosa. Grazie a te troveranno memoria anche i ricordi di questa simpatica signora. Eh… sì, forse a qualcuno sembrerai un po’ eccentrica ma è il suo bello, no? Un bacione 🙂
E infatti, va bene così!
Baci cara, qui oggi più che primavera sembra autunno, attendo con fiducia il ritorno del sole!
e’ vero, le tue fotografie sono belle , come sempre, perchè hanno l’anima. Ma trovo che ancora più bella sua la tua capacità di comunicare e di entrare in empatia con le persone….e questo mi piace un sacco!
…..sai, i miei figli di me dicono che parlerei anche con i muri!
un abbraccio Emanuela
Grazie Emanuela, sei sempre generosa!
Anche tu parli con tutti eh? Abbiamo più di una cosa in comune mia cara!
Bion pomeriggio a te!
Eccentrica, proprio non direi. Curiosa, interessata e….comunicativa! Così ti vedo cara Miss, con le tue foto piene di luce, di sole e i tuoi racconti intriganti.
Grazie carissima, ti mando un abbraccio grande, oggi su Zena cielo grigio da Nord Europa 😉
Le signore alla finestra sono una bellezza, la “radio bugadèra”, ossia le chiacchiere della lavanderia
Ah che bella definizione Katia, questa me la segno!
Ops! Mi era sfuggito questo post divertentissimo. Cari i nostri amici che si sacrificano per non farci guardar male dalle anziane. E’ capitato anche a me, sono tremende. Pensavo però, a quella che ti ha detto – se guarda lei non è di Genova – è davvero molto fine e arguta. Pensa cosa è andata a capire. Che se guardi, così ammaliata, allora è perchè quelle bellezze non le hai mai viste. Fortissimo. Proprio un bel post, ti abbraccio…… ah! Ecco, a proposito, poi mi dici anche come cavolo fanno certi genovesi ad appendere in quel modo i vasetti sotto ai davanzali (foto 6) in quanto non si nota alcuna impalcatura! O sono illusionisti? Io divento matta a mettere un vaso! Bacioni.
I vasetti? Non lo so, me lo domando sempre anch’io cara!
Un bacione Meg, grazie a te e buona serata.
io quelle vecchiette le coltiverei per bene. E chissà che contente che sono a raccontarti le loro storie. E poi ci guadagni un caffè, 🙂
E’ un piacere per me ascoltarle, certe storie non sono sui libri ma solo nella memoria delle persone.
Grazie Pani, un abbraccio!
e non immagini quanto fa piacere a loro poterne parlare
Miss, la quinta foto la intitolerei “L’arte di appendere i panni”, sembrano proprio un sipario, e d’altra parte ai caruggi la teatralità non manca, soprattutto quando chi è affacciato alla finestra dialoga con chi passa di sotto…
Davvero, in quel punto i panni stesi sono una meraviglia!
Buongiorno Sergio!
…finalmente ho capito!. ..i colori che compaiono sempre pià spesso nei miei sogni!!!. sono i colori della tua amatissima Genova ( che io non conosco ,o non conoscevo,) grazie cara, per tutto quello che racconti ogni giorno con parole e immagini colorate d’amore
Che bel commento Anna Maria, benvenuta su queste pagine! E grazie di cuore a te, parole come queste mi regalano un sorriso.
Buona domenica!