Immagini e voci dal passato e il desiderio di osservare ed ascoltare.
E’ un giorno d’agosto del secolo scorso e una giovane donna genovese acquista una cartolina da spedire, ne sceglie una con uno scorcio del suo quartiere.
Ed è anche la mia zona, appena ho visto questa fotografia ho pensato di riconoscere subito quel tratto di Corso Firenze, da un lato c’è Villa Piaggio e dall’altro l’inizio di Via Paride Salvago.
E poi è subentrata l’incertezza, come mai non mi sembra di aver mai visto l’edificio?
Osservo meglio, scruto i palazzi sullo sfondo e conto le finestre.
E poi vado a cercare lo scatto da affiancare a quella cartolina.
Abbiate pazienza, non è una foto perfetta ma lì c’è un incrocio e passano moto, macchine, autobus.
Santo cielo, quando faccio le foto non si potrebbe togliere tutte le auto parcheggiate e fermare il traffico?
Tornando a noi, il fotografo scattò questa immagine nel 1904, la cartolina venne spedita l’anno successivo.
E da allora qualcosa è mutato, c’è un edificio diverso e gli alberi sono cresciuti.
Naturalmente la cartolina appartiene alla bella collezione dell’amico Stefano Finauri e osservandola sul suo sito a questo link noterete che sullo sfondo in lontananza si scorge il muraglione della Rampa Silvio Fellner con la creuza che sale e si biforca in Via Paride Salvago.
E sì, siamo proprio in quel punto di Corso Firenze dove inizia Via Paride Salvago.
E come vedete c’è un lungo testo sulla cartolina, chi lo avrà scritto?
Per mia fortuna la calligrafia è abbastanza comprensibile, non sono del tutto sicura dei nomignoli ma questo è ciò che si legge:
Carissima Signora Quintavalle,
Che ha pensato di me?
Malgrado il mio lunghissimo silenzio creda buona e cara signora che non ho cessato di pensare a lei e ai suoi cari piccini.
Mio marito è partito per Tunisi il 10 dello scorso mese e anche questa partenza ha contribuito a protrarre il mio vivo desiderio di scriverle.
I suoi piccini che fanno? Babussi è sempre così birichino?
Il mio Battistino grazie a Dio sta bene, è ingrassato e conosce già tutti ma specialmente la sua mammina.
Presto andrò in campagna ma prima le scriverò a lungo com’è mio desiderio, Battistino invia ai suoi piccoli amici tanti baci, alla sua Ziotin un bacione grosso e bacioni riceva tanti e tenerissimi dalla sua
Ester Cassanello
Genova, 5 Agosto 1905
Ester abitava in Via Caffaro, è riportato anche il suo indirizzo.
La immagino magra e nervosa, porta i capelli scuri raccolti in uno chignon, la vedo seduta allo scrittoio, con cura e attenzione intinge il pennino nell’inchiostro e scrive.
E di là sono già pronti i bauli per la villeggiatura, si va in campagna per sfuggire al caldo estivo che sa essere sfibrante, tuttavia il pensiero di lei va ancora più lontano, oltre il mare e in altri luoghi.
Suo marito sarà tornato dall’Africa?
E come sarà stata la vita del piccolo Battistino?
Ed Ester l’avrà poi mandata la lunga lettera alla Signora Quintavalle?
Le voci del passato sussurrano appena, a volte.
E se tu le ascolti potrai vedere una giovane donna che attende il ritorno del suo sposo.
Ha un bimbo piccino, è la gioia della sua mammina.
Ovunque tu sia, un pensiero per te, cara Ester.
Il retro delle cartoline di un tempo è sempre affascinante perché non si limitavano certo ai cordiali saluti o ai soliti baci e abbracci. C’è tutto un mondo nelle parole della signora Ester e un manierismo d’altri tempi che mi fa sempre sorridere.
Che peccato che sia andato distrutto il palazzo che si vedeva nella cartolina, decisamente più bello di quello attuale.
Bacioni e grazie per questa irruzione nel passato! 🙂
E’ vero, è un linguaggio antico e ricco di tante suggestioni, uno spaccato su giorni e tempi che non abbiamo vissuto.
E la fantasia vola, sempre.
Grazie a te cara, un bacio!
Perché pasticciavano all’inverosimile le cartoline, lato “recto” ? Immagino che usassero collezionarle, incollandole in qualche album. Ma almeno i francobolli e i timbri potevano essere nel “verso”. Chissà…… ciao a tutti!
Ciao Carlo, era usanza comune, lo so. Una volta Stefano Finauri mi aveva detto qualcosa in merito, adesso però non ricordo i dettagli.
Guarda però che bella la calligrafia, poi il testo è una piccola poesia secondo me.
Buona giornata a te!
Grazie, Miss! Ciao!
A te Carlo, buona serata!
Poche righe da cui si può ricamare una vita. Chissà se quel bambino ha avuto figli, nipoti, se leggono il tuo blog, se ti possono raccontare il seguito. Sarebbe bello
Eh, sarebbe davvero molto bello, anch’io ci ho pensato cara Katia!
I fili che legano. Tempo fa scrissi un post su I buoni maestri. Parlavo di un mio professore delle medie. Mi contattò poi il figlio e non ti dico la gioia
Immagino, cara… è bello ricevere sorprese come queste!
ma quanto è bello il calesse con il cavallo in Corso Firenze?
e poi, a dire la verità, è cambiato solo il palazzo all’angolo di via paride salvago…gli altri sono, tutti, meravigliosamente uguale…Non è ” nostalgia”, è che sono davvero belli!
buon fine settimana.Emanuela
Sì, uno spettacolo! E il resto è proprio tutto uguale, certo che quel palazzo doveva essere un vero splendore, molto in armonia con il contesto! Avresti dovuto vedermi ieri in Corso Firenze a contare le finestre per cercare le corrispondenze!
Un bacione cara, grazie!
Le cartoline d’altri tempi sono proprio affascinanti. Babussi e Battistino, proprio nomi di altri tempi!!! E se la madre fosse parente di una nostra famosa prof. di latino e greco? Sai che la Rampa Silvio Fellner, pur avendola percorsa per anni non sapevo che avesse un nome? Per me era la salita …
Davvero, anch’io ci ho pensato! I nomi del passato hanno sempre questa melodia antica, Battistino non si sente più, è proprio il nome di un bimbo di molto tempo fa.
Bacioni cara!
Guarda un po’ questo libro che tratta delle cartoline e delle lettere scritte a partire dall’unità d’Italia
http://www.utppublishing.com/Postal-Culture-Writing-and-Reading-Letters-in-Post-Unification-Italy.html
Che bellezza, Mari! Grazie della segnalazione!
Miss Adesso pero devi scoprire perche’ hanno distrutto quel palazzo (guerra? Bombe?)
Eh cara, questa è una buona domanda, immagino che la tua supposizione sia corretta, sai.
Piacerebbe anche a me scoprire cosa è successo, ero un bel palazzo.
Bacioni cara, grazie!
Cara dearmissfletcher,
Il palazzo.era Villa Weil che ha una voce dedicata su Wikipedia. Purtroppo credo che sia stata distrutta per motivi puramente economici e non a causa dei bombardamenti. Al suo posto è sorto un moderno condominio. In internet sono disponibili altre immagini della bella villa prima del suo abbattimento. Grazie dei tuoi post per me come per molti altri sempre molto stuzzicanti! Un abbraccio e mi raccomando ontinua a scrivere questi splendidi spaccati del nostro passato! Un abbraccio!
Cara Marcella, grazie a te della preziosa informazione e delle parole splendide che mi scrivi, mi fanno davvero piacere.
Un abbraccio, sono contenta di avere lettrici entusiaste come te!
Suggestivo questo scorcio di vita passata grazie a una cartolina! Sai sempre suscitare la nostra curiosità Miss, perché ora di Ester vorremmo sapere ancora. È una voce che arriva da lontano e che grazie a te parla alla nostra fantasia e al nostro cuore!
Grazie cara Anna, anch’io vorrei sapere tutto di Ester e sai…ho già qualche idea su come scoprire qualcosa di più 😉
Un abbraccio!
Splendido cara Miss! Un abbraccio anche da parte mia!
Qualche idea ce l’ho, con tempo e pazienza spero di farcela mia cara!
Ester, chi era costei? Dammi sue notizie,per favore, mi hai davvero incuriosita…..Ciao Miss
Eh cara, anch’io vorrei sapere di più su lei, mi adopererò per scoprire qualcosa 🙂 !
Grazie un abbraccio a te!
Se inviare cartoline fosse un po’ meno complicato, io ne spedirei una al giorno
Ora voglio una cartolina da Verona 🙂
A me sembra comunque un capolavoro la tua foto Miss, hai reso bene l’idea e mi piace questo post dai “toni” bianchi e neri in tutti i sensi. Mi hai anche fatto venire un pò di malinconio nei confronti delle cartoline. Sempre belle e, a volte, un pò misteriose 😀 un abbraccio.
Grazie Meg, queste cartoline mi fanno sempre sognare e non posso evitare di immaginare le persone e le loro vite.
Meraviglia di palazzo….Quello odierno non è male, ma nulla a che vedere con l’eleganza del precedente! Che fine avrà fatto? La zona sovrastante era di campagna e le abitazioni rare, se si escludono le ville del Coppedè e qualche “condominio d’epoca”, mai sentito parlare di bombardamenti in loco, ma solo di prati, pecore e capre, sostituite poi, verso gli anni ’50 dai nuovi fabbricati di Via Piaggio e zona Valverde. Sarebbe interessante sapere qualche cosa di più sulla topografia della zona; chissà chi visse in quella dimora bellissima…
E chissà che viso aveva Ester, non posso fare a meno di pensarci!
Un altro post meraviglioso che mi ha riportato ai posti dell’infanzia. E la salita allora mi sembrava enorme quando tornavo da scuola. Per quanto riguarda le cartoline, non pasticciavano le cartoline, semplicemente non era consentito scrivere sul retro che era riservato all’indirizzo. Attualmente ci sembra una pratica molto strana, ma a quell’epoca era la norma.Un abbraccio, carissima Miss 😊
Queste cartoline mi fanno sempre sognata, cara Marina! Un bacio grande a te!
Miss, dal poco che si vede, doveva essere Stupenda la Villa Weil… stupende anche le calligrafie di prima della biro! e come va la ricerca su Ester?
Uh, Ester! Con Eugenio avevamo fatto certe ricerche, sai?
E la questione andrebbe approfondita, devo sempre andare a cercare certi documenti.
E comunque non ti svelo nulla ma presto leggerai una cosa che forse ti piacerà!
Grazie Sergio!
Pingback: Corso Firenze: l’incantevole Palazzina Weil | Dear Miss Fletcher