Ci sono luoghi, a Genova, difficili da narrare, nessuna immagine rende loro giustizia.
Vi porto con me, giù per una delle più caratteristiche creuze della Superba.
Impervia, ripida, sinuosa.
E davvero, non potrai mai dire di aver veduto Genova se non ti sei mai perso giù per una delle sue creuze.
Salita Inferiore di Sant’Anna è un mondo a parte, non è nel centro storico ma vi si respira l’atmosfera di un altro tempo, la creuza collega Corso Magenta a Piazza Portello.
Vieni dal centro e non hai il fiato per salire a piedi?
C’è la funicolare di Sant’Anna e poi puoi andar giù, giù per la creuza, oltre i mattoni rossi.
Sia chiaro, quelli che abitano qui non si fanno certo spaventare dalla salita, quelli che abitano qui non vivrebbero in nessun altro posto.
Stanno qui, a due passi dal centro cittadino, nel loro mondo a parte.
Tra sfumature di pesca e di albicocca, Sant’Anna è magicamente silenziosa.
E ha proprio l’anima e lo spirito della città vecchia.
Scendi, alla tua sinistra qualche gradino, l’ardesia, un portoncino verde e cascate di foglie.
Scendi, non potrai mai dire di conoscere Genova se non hai mai percorso queste stradine domandandoti dove andrai a finire.
E poi anche qui il cielo sa essere gentile.
Curva dopo curva.
Scalini, scalini, scalini, quanti saranno? Dovrei contarli, sì!
Quelli che vivono qui ogni giorno passano davanti a una piccola effige di Maria.
Una creuza, se la percorri in salita è tutta un’altra storia.
E’ linee verticali che fuggono verso l’alto, riflessi e penombra.
Questa creuza è contrasti e simmetrie, un perfetto gioco di tinte.
Penombra, ancora una curva.
Un altro tempo, una musica di un’epoca lontana, in sottofondo solo il suono dei tuoi passi.
E ancora un’edicola, testimonianza di un’antica devozione.
E sacro e profano sempre si sfiorano, ci sono tutti i colori della vita in Salita Inferiore di Sant’Anna.
Cose che vedi a Genova, in un mondo sospeso nella sua semplice quotidianità.
Finestre, persiane spinte in fuori e rosso, rosso di Liguria.
Eh sì, ve l’ho già detto, a Portello si può prendere la funicolare, arrivare in cima e poi scendere.
E invece.
Invece sai che succede se conosci qualcuno che abita qui?
Eh, quelli che vivono qui imboccano la salita senza esitazioni.
Si torna a casa, passo dopo passo tra le belle case colorate.
E sali.
Una piacevole consuetudine, un gesto di ogni giorno, gradino dopo gradino.
Si torna casa, su per la bella creuza.
Fantastico reportage con splendide foto di luoghi tanto cari… ❤
Grazie cara, è davvero bella questa creuza, una delle mie preferite.
Un bacione Anna Maria, buona giornata.
Per me, abituata alle piatte strade milanesi, sono apprezzabili anche le modestissime pendenze brianzole. Credo sia tutta questione di abitudine, e poi “casa” val bene una salita! Belle le tue foto sembra di esserci! 🙂 bacioni
E certo, è tutta questione di abitudine, credo queste creuze in ogni caso sono una bella sfida per chiunque… io opto per farle in discesa, Viv!
Bacio cara, grazie!
Le belle e colorate creuze
🙂
E’ proprio Zena questa, sì!
Quante volte l’abbiamo discesa nella nostra adolescenza per qualche” scorribanda verso il centro per andare attraverso via Interiano e vico del Ferro nella favolosa via Luccoli.A vico del Ferro c’era un calzolaio che confezionava degli zoccoli di legno con una larga fascia di plastica di colori brillanti,gialli , rossi,blu elettrico.Gli zoccoli avevavo un bel tacco alto e largo ed erano diventati un “must” estivo.Qualche volta io che abitavo dalle parti di via Crocco,non prendevo neppure l’ascensore e scendevo pure dalla salita superiore di S.Anna.Per noi Genovesi le discese di mattoni rossi sono una cosa normale.Penso a quelle che da via Acquarone attraverso via Oberto Cancelliere scendono verso via Accinelli e poi in corso Carbonara e poi verso il Carmine per andare al Liceo Colombo.Percorse qualche centinaio di volte.Questo blog è una specie di Recherche du temp perdue,tutta genovese.Le sono grata per questo.
E’ vero, le creuze sono proprio casa per noi genovesi, presto scriverò anche di quelle citate nel suo commento Nicla.
Grazie per le belle parole, sono io ad esserle grata, buon pomeriggio!
Ringrazio Nicla Roma di aver citato gli zoccoli di vico del Ferro, erano un “must” estivo, mia Mamma li comperava per se e per le figlie, mi sentivo alta e molto femminile sui tacchi alti di legno e, che tristezza quando la fascia di plastica cominciava a rompersi un po’ !!!! L’estate stava finendo….
E’ proprio un dolce ricordo per voi, felice di averlo suscitato!
Che meraviglia!
Un bacione!
E tu sau bene di cosa si parla, cara E.! Un bacione!
Bellissmo!!! Io ho abitato in Sant’Anna per 20 anni. Partendo da Portello c’erano 2 frutta e verdura, 2 alimentari 1 latteria e 2 parrucchiere. Che bei ricordi…Grazie.
A te Chicca, felice che ti sia piaciuto, benvenuta tra queste pagine!
È bellissima, ma io che sono di pianura, m’affatico solo a guardarla… che bella fatica però
Ecco, voi che siete di pianura le creuze non le avete, faticosa e bella, sì.
Confesso, non ho mai percorso questa salita, ma, dopo aver letto il post,mi riprometto di farlo. Post simpaticissimo !!!
Grazie NonnaNanna, io la faccio in discesa eh! Buona serata a te!
Preferirei scendere per tornare a casa. La fatica (e gioia) della salita la lascio volentieri quando sono al pieno delle mie forze. In ogni caso è bellissimo seguirti 😀
Eh, queste salite sono faticose, lo so bene!
Devono essere foto di qualche tempo fa oppure molto recenti. Io ci sono passato giovedì scorso ed era piena di erbacce !
Non le ho fatte in questi giorni, spesso le mie foto sono raccolte in momenti diversi. Buona serata!
Molto bella bella e trascurata. Per non parlare poi del fatto che nel recente rifacimento siano scomparsi (così mi dicono) i ciottoli.
Una crosa senza i ciottoli tondi è menomata.
Qualche lettore dalla buona memoria ricorda com’era prima?
Ringrazio per questo viaggio nel mio passato,la salita,è si;anni settanta fino al settantacinque io quindicenne di Carrara .nato a La Spezia studiavo a Bolzaneto.Ospite in salita inf di S.Anna proprio sul punto più alto verso corso Magenta,e mi pare di avere individuato in una foto il punto era un portone di metallo verde sulla ds scendendo e davanti aveva un muretto basso dove ti ci potevi sedere.Quindi io alla mattina scendevo a Portello,giù per i vicoli fino Caricamento,autobus fino all’ingresso della galleria della Maddalena poi il 10 fino a Rivarolo ennesimo autobus per Bolzaneto.Ritorno spesso prendevo il treno fino a Principe poi a piedi su! Perché non mi cercate quel portone e lo postate? A presto e grazie Maurizio
Benvenuto Maurizio, che commento bello e nostalgico.
Prometto che andò a cercare il tuo portone e posterò l’immagine, magari sulla pagina Facebook del blog.
Grazie a te, buon pomeriggio!
Mi avevi promesso di cercare il mio portoncino in Salita Sant’Anna.mmh.Sto scherzando,però fallo e te ne sarò grato.Uno spaccato di vita serale anno settantatre.Con il mio compagno di stanza si faceva la prima tappa da Giovanni(Giova)al baretto dalla funicolare “Legereeee “ci accoglieva sempre Giova”douve che ane’a fa de danni?!Ande’ a dormire”Giova,mia,fa dui cafe e nun scassa’ un b……!ovviamente con affetto Cento lire nel jukebox,si stava un po a guardare gli anziani giocare a Cirulla,poi in centro al cinema,o galleria Mazzini per un biliardo.Non sapevo di essere felice .Ciao
Maurizio, il tuo portoncino non l’ho dimenticato, solo non ho avuto occasione di passare da quelle parti in questo periodo, prometto di farlo presto, se riesco vado in settimana! E che belli i tuoi ricordi, “non sapevo di essere felice” è una frase splendida! Grazie a te, a presto!
Miss, che scenda o che salga, è una creuza davvero bellissima…
Sono d’accordo con te!
Che meraviglia di descrizione. Qui ci sono nato, ci torno e ci sono tornato adesso che sono lontano grazie a queste parole.