Le cronache narrano di un piccolo tempio costruito da mani rudi e forti di laboriosi pescatori in una località a ponente di Genova: dedicarono quel luogo di fede a San Pietro, patrono proprio dei pescatori e anche di loro che vivevano su quella riva.
Così venne fondata la chiesa di San Pietro d’Arena dalla quale deriva appunto il suo nome la zona di Genova della quale si parla: la nostra Sampierdarena.
In seguito in questi posti si fermarono gli uomini della corte di re Liutprando: nel 725 egli diede ordine di trasferire le spoglie di Sant’Agostino dalla Sardegna a Pavia, la nave che trasportava le sacre reliquie approdò così a Sampierdarena e i resti del Santo vennero custoditi nella piccola chiesa che da allora sarebbe stata intitolata a Sant’Agostino.
Nell’interessante volume dal titolo Storia di Sampierdarena di Tito Tuvo e Marcello G. Campagnol edito da D’Amore Edizioni nel 1975 e da me consultato per approfondire l’argomento si precisa anche che, con tutta probabilità, si trattava di due diverse chiese e, sebbene si riconosca senza dubbio l’esistenza della Chiesa di San Pietro, si sottolinea che l’edificio dedicato a Sant’Agostino fu fatto costruire nelle vicinanze ex novo da Liutprando.
E così lo vedete, è una semplice costruzione, adatta ad accogliere una piccola e devota comunità di fedeli, non è difficile immaginare coloro che si riunivano in preghiera sotto questa antica volta.
Ed è ancora il tempo ad aver sovrastato l’antica chiesetta che attualmente si trova inclusa nella ricca e vasta chiesa di Santa Maria della Cella, attraversando i locali parrocchiali di quest’ultima si accede infatti con facilità a Sant’Agostino della Cella.
E qui, su questi antichi muri, tutto narra di una fede antica, in uno spazio davvero ridotto è racchiuso un particolare misticismo.
E ancora si conservano marmi vetusti e antiche iscrizioni, nei secoli la piccola chiesa subì diversi rifacimenti.
Alle pareti c’erano un tempo alcuni affreschi che sono stati staccati per poterli preservare dalle ingiurie del tempo e sono conservati altrove, spero di mostrarveli in una diversa occasione.
Il tempo scorre ma certi luoghi, sebbene così mutati, continuano a testimoniare il nostro passato.
Nella piccola chiesetta di Sampierdarena c’è anche un marmo sul quale spicca l’aquila simbolo della famiglia Doria che ebbe appunto un forte legame con questi luoghi.
Filtra la luce dalle strette finestrelle, al centro è collocato un semplice Crocifisso.
Pietre, mattoni, testimoni di lontane preghiere e di antiche speranze a noi sconosciute eppure, in qualche modo, ancora presenti.
Non distante dall’ingresso della piccola chiesa di Sant’Agostino della Cella nel giorno della mia visita ho trovato un odoroso cespuglio di rose rosse in fiore: la vita sempre si rinnova e così palpita attorno a queste antiche pietre.