The innocents abroad, a spasso per Zena insieme a Mark Twain

Samuel Langhorne Clemens, in arte Mark Twain, è stato uno degli scrittori più originali ed arguti del suo tempo.
Autore di romanzi indimenticati che hanno per protagonisti bambini che tutti voi conoscete, come Tom Sawyer ed Huckelberry Finn, nel 1869 pubblicò The innocents abroads, or the new Pilgrim Progress, cronaca fedele del suo viaggio in Europa e in Terra Santa.
Come già scrissi qui, durante il suo viaggio si fermò anche a Genova, dove soggiornò all’Hotel Croce di Malta.
Ma come fu quest’esperienza per lo scrittore americano? Come gli sembrò Genova?
Se volete, potete scoprirlo acquistando questo libro, che è un estratto dell’opera, vi sono raccolti i capitoli dedicati all’Italia.
Si ride e si sorride leggendo Mark Twain, fine umorista e penna pungente, che non risparmia frecciate a nessuno.
A Genova Twain arriva dal mare, com’è naturale che sia e da lontano intravede quella che lui chiama The city of palaces.
I palazzi, questi lo stupiscono. In una città, all’epoca di 120.000 abitanti, sono i palazzi a catturare la sua attenzione.
Le dimore nobiliari, con scale in pietra, lussose e magnificenti, adornate di quadri dei più grandi artisti, da Tiziano a Rubens.
Ecco i ritratti di famiglia, ma i padroni di casa dove saranno? Fuori, in villeggiatura.
Restano i domestici, sono loro che mostrano le lussuose magioni allo scrittore americano. Uno di essi, con una certa altezzosità, mostra a Twain uno dei quadri che apre la visita ad uno di quei saloni. Il domestico, con estremo fastidio di Twain se ne rimane così, unsmiling, in his petrified livery, senza sorriso nella sua pietrificata livrea.
Eh, un genovese che sorride! Ma quando mai!
E poi, oltre ai palazzi, i caruggi. E fanno davvero una certa impressione a Mark Twain!

These people here live in the heaviest, highest, broadest, darkest, solidest houses one can imagine.
Questa gente vive nelle case più pesanti, più alte, più ampie, più scure che possiate immaginare.

E no, forse non si sente davvero a suo agio.
Case di pietra, con i muri spessi e tra un edificio e l’altro appena metro.
Una striscia di cielo e una sensazione di trovarsi sperduti, at the bottom of some tremendous abyss, sul fondo di qualche tremendo abisso.


Un dedalo di caruggi, come tutti i foresti anche Twain perde il senso dell’orientamento, non sa muoversi nei nostri vicoli, ha quasi la sensazione che non siano abitati, sono come degli antri bui e paurosi e quale stupore quando, improvvisamente, un portone si apre e da uno di quei palazzi esce una donna.
Twain e le donne di Genova.
Eh, lui non lo precisa, ma penso che abbia avuto qualche avventura galante da queste parti, altrimenti non mi spiego l’elogio sperticato delle bellezze del posto, a suo dire le più belle che lui abbia mai visto.
Hanno carnagione chiara, spesso gli occhi azzurri oppure castani, girano a capo scoperto, indossano candide vesti e a volte un bianco velo sul capo.
Come può un uomo prender moglie a Genova? Si domanda Twain.
Con tutte queste bellezze si corre il rischio di innamorarsi di continuo!
Sicuramente qualcosa dev’essere accaduto, in quei giorni.
Certo, Genova può vantarsi di aver dato i natali a lei, bellezza immortalata da pittori e poeti, ma un simile elogio mai l’avevo letto, arriva persino a dire che Genova la Superba sarebbe l’appellativo perfetto per le donne del posto.
A quanto racconta Twain, i genovesi del tempo amavano andare a passeggiare in un gran parco cittadino, alla luce soffusa dei lampioni a gas.
Decisamente credo che si tratti dell’Acquasola, non credo ci siano dubbi.
Una cosa da evitare, ad ascoltare lo scrittore, è fumare tabacco, infatti, si viene continuamente infastiditi da accattoni che mirano al vostro mozzicone ed è abbastanza sgradevole!
E poi che altro si può fare nella Superba?
Si gironzola per la città, e quante chiese ci sono, quanti preti per i caruggi!
E poi si va a vedere la Cattedrale di San Lorenzo, splendida e meravigliosa!


Tra le varie curiosità, lo scrittore annota che nella cappella di San Giovanni Battista alle donne è consentito l’accesso solo una volta all’anno, questo a causa di Erodiade, la moglie di Erode, che fece incarcerare il Santo e fu responsabile della sua decapitazione.
Eh, meno male che i tempi son cambiati, per noi donne!
Prima di lasciare Genova, Twain visiterà anche Staglieno, e ne rimarrà molto impressionato.
Ma l’Italia è grande, c’è un mondo da scoprire, oltre alla Superba, città che resta in qualche modo, nel cuore a Twain.
Non ne era stanco, no, di quella che a lui ricorda una cava di marmo, con i suoi caruggi, i suoi silenzi, i chiaroscuri, i passi che rimbombano, nei nostri vicoli stretti, protesi verso il cielo in una descrizione che restituisce lo spettacolo di una città oggi uguale, in molte sue parti, a quella che vide Mark Twain.

31 pensieri riguardo “The innocents abroad, a spasso per Zena insieme a Mark Twain

  1. Che belle queste tue passeggiate in compagnia di personaggi d’altri tempi. Sembra quasi che ti abbiano lasciato qualche manoscritto da cui trai le notizie con cui ricostruisci il loro passaggio! Confessa, hai un forziere in cantina con dei documenti inediti? 😉

  2. Miss vuoi diventare una scrittrice o lo sei già? Fammi capire. Ti avverto, non m’inchino in quanto proveniamo dalla stessa famiglia ma almeno posso vantarmi un attimo! Ma sei bravissimaaaaaaaaaaaa!!!!!!!! Ma cavoli! Adesso addirittura con Twain ci porti a visitare la tua Zena. Che bella la storia dei palazzi che lo incuriosirono e la foto….la prima foto è spettacolare! grande Miss!

    1. Ma grazie!!! Questo libro mi piace tantissimo! In effetti lo capisco, che gli abbia fatto impressione! La foto mi sembrava che interpretrasse alla perfezione il concetto di abisso…baci tesorina!

  3. Bellissime foto, rendono davvero l’idea! Anche Nietzsche a Genova, città che amò molto, si sentiva sperduto… eppure è semplice: se vai in discesa, prima o poi finisci al mare!

  4. Ci si può provare… è tutto un circolo, un etrno ritorno, si torna al mare! 😉
    Quel poveruomo era abirtuato agli ampi spazi tedeschi,nei nostri rebighi gli sarà preso un colpo! Come a me quando arrivo in pianura.:-)

      1. Lo so, l’avevo cercata e non c’era più. L’affittacamere di Nietzsche aveva narrato del vecchio Frederich che era un bravo figliolo, tranquillo e… puntuale nei pagamenti! Credo che quest’ultima cosa abbia influenzato il giudizio di questa signora di fine Ottocento…

  5. da genovese apprezzo molto questo post. Hai ragione, non avevo mai pensato a questo aggettivo, ma trovo che in effetti genova sia “chiaroscura”, un po’ per il contrapporsi del bianco e del nero dei suoi marmi, un po’ per la luce e l’ombra che i vicoli stretti fornano tra i palazzi e le chiese.

    staglieno? ci sono tornata 3 volte per visitarlo e farlo visitare “da turista”, ci avevo scritto anche un post memorizzato negli archivi del mio blog…

    Cimitero di Staglieno

    tornerò a trovarti,
    con affetto
    Francesca

    1. Benvenuta Francesca, è sempre un piacere trovare dei genovesi! Io amo moltissimo la nostra città, come avrai visto.
      E Staglieno, beh…ne ho scritto anch’io, ci sono tre post qui sopra. Vengo volentieri a trovarti sul tuo blog e a leggere quel tuo post!
      Grazie cara, a presto!

      1. sisi, infatti l’ho appena letto! grandissima! anche io amo molto la nostra città-ed amo viaggiare- ogni luogo ha in se storia e fascino, lì per chi lo sa cogliere! 🙂

  6. twain era un gran furbone. A me piace quella sua frase che più o meno suonava così: dall’influenza si guarisce in sette giorni prendendo le medicine, in una settimana senza fare nulla. Be’, non era proprio così ma il significato è questo

  7. Tesoro, un giorno lo scriveremo noi due un libro. Miss Fletcher a spasso per Zena con Bella… basta che non chiami lo sceriffo Amos Tappo o come cavolo si chiamava lui. Preferisco lo spirito di Twain.
    Bacini, gioia.

    1. Ah, tesoro, io non vedo l’ora di passeggiare per i caruggi con te, e poi già mi immagini il corteo di paggetti e damigelle come si conviene a una principessa…sai che libro scriveremmo insieme io e te? Bacini, tesoro!

  8. In effetti stare laggiù trasmette anche a me una certa inquietudine, poi però vedi il pezzetto di cielo ed è come una luce in quel buio che opprime.

  9. Mark Twain è stato uno dei più grandi geni dell’umanità.
    Un uomo adorabile e pure ingiustamente accusato di razzismo perchè l’ironia è uno strumento che non viene mai capito dagli stolti.
    Non sapevo che si fosse fermato a Genova.
    Cosa molto intrigante.
    La cosa che so è che lui è nato nell’anno in cui passò la cometa di Halley e un anno prima che tornasse di nuovo disse
    “Sono arrivato con lei e me ne andrò con lei”
    e così è stato.
    R.I.P.

  10. Miss, in questo: “a spasso per Zena con Mark Twain”, il primo verde, “qui”, mi ha portato in Vico Morchi e all’Hotel Croce di Malta… e subito, grazie ad altri rimandi, mi sono trovato e perso in una specie di affascinante Matriosca che parla di Genova, parlando di visitatori illustri che parlano di Genova… fantastico!

    1. Grazie Sergio, queste storie di viaggiatori sono speciali, restituiscono un punto di vista particolare e anche se spesso i luoghi prescelti per la visita sono gli stessi c’è sempre qualche chicca e qualche annotazione che fa la differenza.
      Sono contenta che ti sia piaciuto, buona giornata a te.

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