Sotto il Ponte di Carignano c’è una cesta di vimini posata in terra, proprio nei pressi della soglia di una bottega.
E c’è una donna genovese energica e indaffarata, ondeggia la sua gonna scura sospinta dai suoi passi.
Sotto il Ponte di Carignano si odono risate allegre di bimbi, toni concitati che risuonano all’interno di certe osterie, voci vivaci di popolo raccontano la vita di queste strade.
Sotto il Ponte di Carignano si percorre questa Via Madre di Dio che molti anni dopo sarà solo un nostalgico ricordo ma adesso, in questo frammento di vita, è semplicemente vita vera.
Si chiacchiera, si lascia scorrere il tempo restando di fronte alle proprie case ed è un giorno qualunque, la luce del sole sa anche battere gioiosa su questi vicoli.
C’è un cane che mesto attraversa la strada e tre uomini camminano uno accanto all’altro discutendo di chissà quale argomento.
E il vento a volte soffia su questi caruggi.
Spira sulle lenzuola, sulle tovaglie a quadretti, sulle persiane tirate in fuori, sulle corde da stendere e sulla vita di ogni giorno che sembra così normale eppure per ognuno ha la sua piccola cifra di eccezionalità.
Nel luogo che è casa e rifugio, cuore e anima.
Sotto il Ponte di Carignano una mamma tiene per mano la sua bimba, un signore se ne va in giro con le mani in tasca, un altro laggiù trasporta sulle spalle qualcosa di ingombrante.
Ed è un momento straordinario che mai più si ripeterà in questa maniera: con queste persone, con queste voci, con questi sguardi che si sono incrociati.
Ed è davvero un giorno qualunque, in un altro tempo.
Semplicemente vita, vita vera e cuori che battono per qualche istante all’unisono, sotto il Ponte di Carignano.
Eh gia’ Miss, queste case, questo quartiere sparirono per cedere spazio ad una modernita’ che avanzo’ fagocitante … Un giorno ci saranno le foto delle case sotto il ponte Morandi, quel quartiere che sta per essere smantellato e ridisegnato … Allora altre immagini di vita qualunque e di un posto qualunque assumeranno una nuova incredibile rilevanza per la memoria collettiva …. uno scatto insignificante al presente, prezioso nel futuro per testimoniare il passato…
E buona giornata anche a te, grazie Brunattola.
Miss, i tuoi viaggi nel tempo mi garbano sempre assai, ma per la via che stamane proponi e percorri, ho talmente un debole, che mi piacerebbe addirittura esserci: mi accontenterei di essere il cagnetto con la coda a ricciolo, che sta “usmando” chissà quale succulenza…
Eh Sergio, so bene che questa viuzza è molto cara anche a te, a forza di parlarne poi possiamo immaginarla meglio ed è un po’ come esserci stati, in uqalche modo!
Cara Miss, che bella istantanea.! Sai, mi piacerebbe tanto, tantissimo poter passeggiare un giorno solo per quel quartiere pullulante di vera vita che, tristemente, non esiste più. Bacissimi, raf
Eh, anche a me cara, che dispiacere non aver mai veduto questi luoghi, per me è piccolo colpo al cuore, lo sai.
.. un concentrato di genovesità. E quante belle cose da vedere e scoprire! Quando segnalasti l’apertura straordinaria dei fondi del museo di Sant’Agostino, andai laggiù e vidi pezzi di fregi, sopraporte, colonnine, fontanelle e tanto altro. Mi domandai come fosse stato possibile demolire tutto, senza salvare nulla. Che tristezza!
O cara MIss che sorpresa per me che non so usare bene il computer,e come mi tocchi il cuore col parlare del ponte di carignano è proprio in quella zona di Genova nel quaritiere di Portoria che sto facendo una ricerca,mi pare di vedere le suore DOROTEE della Frassinetti andare in chiesa,che attraversavano proprio il ponte con una fila di alunne con il camicino bianco e un fiocco in testa,magari a capo vi era SUOR GIUSEPPINA BOZZANO?.Ma chiedo: via perera era forse li? grazie di vero cuore.
Grazie a te, felice che tu abbia apprezzato.
Il Vico Perera era dalle parte di Via Fieschi, anche quella zona ha subito diversi mutamente.
Buona giornata a te.
Ti ricordi? C’eravamo trovate proprio là, c’è un mondo da scoprire in quei depositi, portali, targhe, memorie di strade perdute, brividi. Un bacio grande Raf!
E quando poi mi capita per caso di vedere indirizzi del passato di persone che abitavano in quei post sono altri brividi, che dispiacere per loro.
Un abbraccio grande cara, grazie ancora.
Questi scorci di vita passata rendono benissimo l’idea di quello che era la quotidianità, l’atmosfera, le genti. Ne rimango sempre affascinata
Sai che a me piace un mondo fare questi viaggi nel tempo, sono ancor più felice se piace anche a voi!
Grazie Katia, un bacione!
Molto vivace e movimentata la vita all’ombra di questo ponte. È sempre interessante studiare queste vecchie foto.
Buona giornata cara 😊
Eh sì, c’è sempre da stupirsi e da rimanere affascinati!
Un bacione Viv, buona giornata anche a te e grazie.
Io me lo ricordo,tante macerie dei bombardamenti ma tanta umanità e le crosette vegliate da una serie innumerevole di madonnette di marmo….
Che perdita grande, cara Eliana, per me è un dispiacere non aver mai veduto questa via.
guardando queste pagine di storia sembra di essere lì, fra il vociare della gente, e quegli scambi sociali che un tempo erano davvero genuini. 😉
Buon wek end.
Grazie Max, se è così ne sono felice, buona serata a te!
Ve segnallo in bèllo libbro fotografico sciortio da pöco: La città invisibile, de l’Adriano Silingardi. O mette a confronto quella zöna com’a l’ea e com’a l’é òua.
Vi segnalo un bel libro fotografico uscito da poco: La città invisibile, di Adriano Silingardi. Mette a confronto quella zona com’era e com’è ora.
L’ho visto, era in mostra in Piazza delle Scuole Pie.
Buona serata Isabella, ciao.
Mia nonna è nata (1916) e cresciuta nella casa sopra l osteria, nella prima foto, all angolo con vivo della villetta…e ci è nata anche mia madre (1941) ma abitavano già a Sampierdarena.
Ricordo quando mi raccontava le sue giornata la più grande delle 3 femmine oltre ai 3 fratelli più grandi, ai trogoli dei servi, i nomi dei vicoli, suo padre che tornava dal porto la sera (…) , sua mamma che la sera prendeva u mandillu il bastone e accompagnava i carri che salivano e che rallentando per la salita rischiavano di venir derubati….altri tempi….meno agiatezza ma più ricchi di vita vera….
Che ricordi, Marco, grazie di averli scritti qui, sono emozionanti!