Mogano ebano oro!

Oggi vi porto a compiere un viaggio a ritroso nella Genova ottocentesca, sarà come ritrovarsi in certe nobili e lussuose dimore arricchite da arredi pregiati.
Mogano ebano oro! Interni d’arte a Genova da Peters al Liberty è la mostra curata da Luca Leoncini, Caterina Olcese e Sergio Rebora e allestita negli spazi del Teatro del Falcone a Palazzo Reale di Genova fino al 1 Novembre prossimo.
L’esposizione è un affascinante percorso alla scoperta degli stili e dei gusti graditi all’epoca e prende avvio dai lavori di Herry Charles Thomas Peters, mobiliere inglese giunto a Genova nella prima metà dell’Ottocento.
Nella Superba Peters proporrà i suoi raffinati mobili di ebano, qui rimarrà 35 anni, tra i suoi committenti ci saranno le nobili famiglie genovesi come i Brignole Sale e i De Mari.
La mostra permette così di scoprire l’evoluzione dello stile di Peters che nel tempo varierà molto rispetto agli esordi.

È raffinata ed elegante la produzione di Peters, ci sono tavoli, poltroncine, seggiole, molti di questi arredi provengono dalla collezione di Palazzo Reale, è il caso ad esempio del seggiolone parte della sala di ricevimento del Re.
Un dorato cigno sinuoso illumina il bracciolo, sul dorsale si legge il monogramma di Carlo Alberto.

Oltre alla preziosità e all’elevata cifra stilistica dei pezzi esposti, il fascino di questa mostra risiede anche in certi particolari rimandi che vi invito a ricercare.
Nei quadri alle pareti, infatti, troverete dipinti sulla tela arredi uguali o simili a quelli esposti in mostra e questo rievoca emotivamente quel mondo che non possiamo vedere ma che sappiamo ancora immaginare grazie all’opera di questi artisti.

La magnificenza del minuzioso lavoro di abili ebanisti lascia a dir poco stupefatti.
Il tavolo con cassetti e “segreti” intarsiato con episodi di storia dell’antica Grecia porta, proprio in uno dei cassetti, la firma del suo autore e infatti così si legge: Clemente Boeri Tarziò – Genova 1879.
Cercate poi l’altro cassetto aperto e avrete ancora modo di stupirvi.

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Il percorso di visita si dipana tra diverse forme d’arte, magnifica e stupefacente è l’opera di un certo Andrea Mora e vi lascio tutto il piacere di scoprire da voi la sua “tavola d’inganno” realizzata con un effetto trompe l’oeil e con una tecnica che ricorda molto il decoupage, questa tavoletta è secondo me una delle meraviglie della mostra e ve ne svelo solo il seguente particolare.

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Gli sguardi dell’Ottocento sono poi nei dipinti e nelle sculture, questo gesso di Santo Varni raffigura Teresa Pallavicini Durazzo e il figlio Giacomo Filippo.

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Il gusto dell’epoca è nell’esposizione delle raffinate sedie della celebre manifattura di Chiavari.

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E c’è una sedia con il carillon accanto all’autoritratto di Carolina Celesia proveniente dall’Istituto Mazziniano – Museo de Risorgimento.

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Si apre qui un’ulteriore sezione della mostra dove sono esposti alcuni pezzi davvero mirabili e provenienti anche da collezioni private.
Merita certo di essere menzionato un pregevole lavoro di Niccolò Barabino: l’autore della celebre Madonna dell’Olivo realizzò per uso privato questo piccolo trittico che comprende la Madonna delle Arance, San Domenico e Santa Caterina da Siena.

Riluce l’oro splendente del Paliotto per altare con i Santi Pietro e Paolo proveniente dalla Chiesa del Rimedio, a quest’opera lavorarono Venceslao Reta e il giovane Giulio Monteverde che realizzò le statue.

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E c’è un mirabile gioco di contrasti in quello che, a mio personale parere, è il pezzo più stupefacente della mostra.
È uno stipo opera di Cesare ed Emilio Bernacchi appartenuto alla Duchessa di Galliera e da lei acquistato all’Esposizione Universale di Parigi del 1878, il mobile è prestato alla mostra dai Musei Civici di Genova.
Fu realizzato con molti diversi tipi di legno, sul catalogo vengono elencati il noce, il pioppo, l’ebano, il palissandro, il bosso e l’amaranto.

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Ed è un meraviglioso gioco di intarsi dai riflessi di lucente madreperla.

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Sbocciano così questi fiori dai petali delicati e dalle tenere foglioline.

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E ancora brilla l’oro di certi candelabri.

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L’Ottocento è narrato dai suoi artisti: ci sono disegni, progetti, fotografie d’epoca e persino un particolarissimo catalogo che vi lascio la gioia di scoprire.
Una vetrina è dedicata alle ceramiche della manifattura Sansebastiano & Moreno, troverete diversi pezzi esposti e tra di essi anche questo piatto con una famiglia al balcone che proviene dalla Collezione d’Arte Banca Carige.

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Genova poi è anche la città che fu meta di celebri viaggiatori e qui troverete arredi provenienti da Palazzo Montanaro dove visse Paul Valéry, vedrete poi un mobile appartenuto a Giuseppe Verdi e un tempo collocato nella sua abitazione a Palazzo del Principe.
Non mancano inoltre i riferimenti a certi personaggi illustri come Sir Thomas Hanbury e il Capitano Enrico d’Albertis.

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Genova è rappresentata nei numerosi oggetti delle famiglie del passato, nelle opere dei suoi artisti come Niccolò Barabino, Santo Varni e Giulio Monteverde.
Imbronciata e pensierosa ecco la signorina Ferrari così effigiata dallo scultore Giovanni Scanzi, la statua è parte della collezione del Museo dell’Accademia Ligustica.
Un grande fiocco cade sul suo petto, un’ombra vela il suo sguardo: di lei spero di tornare a parlarvi in una diversa occasione.

In questo mio articolo chiaramente ho potuto mostrarvi soltanto una parte delle opere artistiche e degli arredi, alla mostra ne troverete molti di più e anche in stili molto differenti da quelli da me fotografati, molti di essi provengono da collezioni private.
La sala dedicata al liberty, con le sue caratteristiche di linearità e leggerezza, è davvero ricca di fascino intrigante, il liberty è lo stile che a mio parere maggiormente spicca per il senso di armonia e lievità.

Mogano, ebano e oro: sono le tonalità del gusto di un secolo, di una bellezza che sappiamo ancora apprezzare.
Sbocciano così generosi i fiori nel mogano laccato nero di un pianoforte di Alberto Issel.

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Ed ecco un paravento decorato con suadenti figure femminili secondo i canoni del Liberty, accanto ad esso il ritratto di una bimba di nome Pierina Micheli opera di Luigi de Servi, lei era la figlia di Pietro Micheli, primo proprietario di Castello Bruzzo, alla mostra ci sono anche i ritratti dei suoi fratelli.

La bambina porta il suo abitino rosa e vaporoso, tiene i piedini incrociati, in quella posa così dolcemente infantile.
La sua immagine leggiadra si riflette nello specchio del mobile posizionato contro la parete di fronte, accanto al ritratto della piccola Luisa Issel con il suo cagnolino, opera di Giuseppe Pennasilico.
Sono gli sguardi e le testimonianze del passato di questa città: questa elegante mostra vi svelerà tali raffinatezze e molte diverse suggestioni di un’epoca distante.

13 pensieri riguardo “Mogano ebano oro!

  1. Una mostra davvero ricca! Credo che molti di noi troverebbero una seggiolina o un tavolo di cui innamorarsi… questi pezzi stanno davvero bene in qualunque contesto e quelle sedie liberty sono tra le mie preferite! Gran bella presentazione! Buona giornata, cara!

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