Francesco e Teresa Maina: per l’eternità

Così restano effigiati, in un tempo diverso da quello che essi vissero, i coniugi Francesco e Teresa Maina: le loro sembianze ci vengono restituite grazie al sapiente talento dello scultore Lorenzo Orengo che con la consueta cura scolpì nell’anno 1893 questo cippo funebre che si trova nel Porticato Inferiore a Levante del Cimitero Monumentale di Staglieno.
L’opera è stata restaurata in tempi recenti e si può così ammirare nella sua autentica bellezza.
Eccola Teresa, così mirabilmente ritratta, nel suo lutto composto e in quella devozione di sposa che volle lasciare come suo ricordo.

Con il suo abito ampio, Teresa tiene tiene stretta tra le mani una ghirlanda di fiori per quel suo consorte tanto amato.

Ed ecco il suo Francesco, serio e austero, la bravura dell’artista ci ha lasciato questi ritratti realistici quanto una fotografia.
E così, a osservare i coniugi Maina, mi pare quasi di vederli insieme, a passeggio per le vie della Superba che fu scenario della loro esistenza.

Il pizzo raffinato copre il capo di Teresa, cade così sulle sue spalle e sulla sua desolata solitudine.

Il dolore, la memoria, il ricordo dell’affetto vengono così rappresentati nel candido marmo e Orengo narra secondo canoni precisi la tristezza della sposa che ricorda il compagno dei suoi giorni felici e per lui versa le sue lacrime.

E a lui dona questi fiori fragili come la vita e profumati di amore, sono margherite e boccioli di rosa e tenere foglioline verdi.

Con gli occhi chiusi, in una preghiera intensa e confortatrice, in un pensiero che supera i confini del tempo: a Francesco Maina dalla sua Teresa, per l’eternità.

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