Un saluto dal porticino di Boccadasse

E vi riporto indietro, con la mia macchina del tempo, davanti ad un’insolita Boccadasse che si ammira così nei dettagli di un’antica cartolina.
E per poterla guardare meglio dovremmo andare là, in mare, cullati dalle onde volgeremmo lo sguardo verso la riva e cercheremmo il profilo della chiesa e il campanile e il suono di quelle campane scandirebbe il nostro tempo.

E poi le scalinate e una piccola scaletta di legno posata quasi in prossimità dell’acqua, sulla destra una semplice costruzione e nell’insieme resta l’impressione che questo luogo fosse in qualche modo molto diverso da come sappiamo pensarlo.
La nostra Boccadasse, amato borgo di pescatori.

Una vela va, fende sicura l’acqua del mare e candida si staglia contro il panorama.
Sullo sfondo, una delle belle case del borgo e là dietro, con nostro stupore, una ciminiera che probabilmente apparteneva a qualche fabbrica.
Era un tempo proprio diverso, pare difficile anche immaginarlo.

Bisognerebbe andare là, sul mare.
E osservare la riva, le casette colorate, gli scogli battuti dalle onde, le creuze, le finestre e la vita che scorre.

In questo viaggio a ritroso nei giorni lontani di Genova rimaniamo a guardare un luogo unico, uno dei gioielli della Superba a noi infinitamente caro.
E da questo tempo perduto io mando a voi questa cartolina in bianco e nero e un saluto dal porticino di Boccadasse.

14 pensieri riguardo “Un saluto dal porticino di Boccadasse

  1. Boccadasse è un incantevole luogo, mi piacerebbe tornarci perchè ormai son passati anni, e chissà se nel frattempo è cambiato in peggio o in meglio…

  2. Miss, non immagini quanto mi piacerebbe essere su quella “barca a vela del tempo”, per poter sbarcare in quel porticino…

  3. E’ un posto (a parer mio) più suggestivi di Genova,anche perchè siamo noi dentro che ci lasciamo prendere dalla sua magia.
    Tenera cartolina!
    Grazie Dear

  4. Complimenti! Pur essendomi nota una consistente raccolta di foto di Boccadasse, queste sono davvero insolite per tempi e punti di osservazione. Non è questione di collezioni, ma di saper destare emozioni con immagini che parlano molto a chi ha orecchie per ascoltarle. Grazie

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