Le Vigne, tralci e pampini per una piazza ed una basilica

Moviam passo per luoghi zeppi di palagi e case, nel centro di città popolosa, e già il morso degli anni ha dato a quanto ne circonda un aspetto di vecchiezza ma il tempio che noi consideriamo sorse in campo romito e sgombro di abitazioni e quanto gli sta appresso vide nascere ed aumentarsi colla civile prosperità per lungo ordine di secoli. Quivi in poca distanza dal secondo recinto delle mura facea valle all’altura di San Lorenzo un campo piantato di vigne, lungh’esso il quale correa un rivo d’acqua che discendendo dalle solitudini di Luccoli andava al mare trovando foce sotto S. Pietro della Porta.

 (Federigo Alizeri,  Guida Artistica per la città di Genova,  1846)

Un vigneto nella città, rigoglioso e fiorente, sorse in questa zona di marna argillosa e fino quasi all’anno Mille i genovesi poterono gustare quel vino.
Ed è qui che venne edificata il primo santuario della città dedicato al culto di Maria, “Prima Aedes Januae Deiparae dicata”,  la basilica di Santa Maria delle Vigne.

La sua edificazione si deve a  due nobiluomini, come testimonia questa lapide murata su un lato della chiesa.

Nei pressi della basilica  si trovava un cimitero, e nello splendido chiostro, sotto gli archi, ebbero posto delle tombe ad arcosolio.

Sul muro antistante il chiostro, invece, si trova il calco della tomba pensile di Anselmo d’Incisa, medico ed alchimista che curò Filippo il Bello e Bonifacio VIII.

 

Un cimitero era sito anche nell’attigua Piazzetta delle Oche.

Nel distretto della parrocchia poi, a spese della Collegiata, si trovava un Ospedale, così come scrive sempre l’Alizeri, che riferisce di un atto del 1367 nel quale viene eletta ospitaliera una certa Franceschetta di Cortimiglio.
Luoghi zeppi di palagi e case.
Eccoli i palazzi, quando imboccate il vicolo che da Soziglia vi conduce qui, è così che vi si presenteranno.

E sono edifici splendidi e maestosi.

E le facciate, restaurate di fresco, lasciano senza parole per la bellezza e la ricchezza di dettagli.

Uno fra tutti predomina in quanto a splendore, è Palazzo Grillo Spinola, dimora nobiliare di stupefacente grandiosità.

Parte dei decori di questa facciata risalgono al XVI Secolo e sono attribuiti niente meno che a Luca Cambiaso, altri sono opera di artisti genovesi.

E qui, dove un tempo era un vigna, sorge la basilica.

Una piazza dimora di notabili e sulla chiesa spicca uno stemma nobiliare.

 E alto ed imponente è il suo campanile, svetta per 40 metri sui caruggi che lo circondano, ne narrerò a parte come merita.

La chiesa, una delle più importanti della città, nel giorno dedicato alla Madonna divenne meta di pellegrinaggio da parte del Doge e delle più alte cariche della Repubblica di Genova e per decreto dogale dal 1632 si rese obbigatorio tale omaggio.
Eccola la Basilica delle Vigne, lucente, splendente e ricca di tesori.

E questa, in un tripudio d’oro, è la volta del soffitto.

E questo è l’altare.

Splendido il capolavoro marmoreo in ogni suo dettaglio.

E in una chiesa che sorge là dove un tempo era una vigna, sul marmo dell’altare sono scolpiti grappoli d’uva e pampini.

Ed ugualmente in questa cappella, sui capitelli delle colonne e nei fregi si possono ammirare dorati grappoli d’uva.

Alle Vigne si trovano capolavori di Bernardo Castello, di Domenico Piola e di Carlone, quadri di artisti le cui opere sono esposte nei musei.
E le sculture sono ugualmente mirabili, come questo tabernacolo seicentesco opera di Anselmo Quadro.

Sotto una lapide sulla quale il tempo ha ormai cancellato il suo nome, è sepolto il compositore Alessandro Stradella, che venne pugnalato in piazza Banchi e cadde sotto i colpi dei sicari inviati dal legittimo consorte della sua amante.
C’è un mondo nelle chiese, nella loro quiete e nel silenzio.
Riposa in questa chiesa un genovese orgoglioso che insieme ad altri difese fino allo stremo la nostra città.
Si chiamava Giovanni Carbone, se volete leggere la sua storia, qui troverete il mio racconto.

A poca distanza da Piazza delle Vigne si trova una Piazzetta, dedicata ai Greci.  Si andava per mare, si facevano commerci ricchi e fiorenti tra Genovesi e cittadini dell’Ellade, e molti di questi scelsero di vivere a Genova. Una chiesa è un mondo, riflette il microcosmo che la circonda e qui i Greci avevano il loro altare.

Poco distante, in una colonna di marmo verde di Levanto, che si crede sia appartenuta al primo colonnato della chiesa, si trova la Madonna della Vita, risalente al 1300.
A lei si rivolgevano le gestanti, a lei chiedevano aiuto e protezione.
Sono passati molti anni, ma  a giudicare dal numero di bavaglini appesi attorno all’immagine, c’è da pensare che le cose non siano molto cambiate.

La basilica è a poca distanza da Via Orefici.
Questi fabbri, che lavorano l’oro e l’argento, si riunirono in una corporazione, stabilendo per la loro professione degli statuti, che vennero giurati nel 1248 proprio nella chiesa delle Vigne.
Gli orefici elessero questa chiesa a loro sede religiosa, qui si celebravano i riti e le cerimonie della corporazione e nella chiesa stessa si trova un altare a loro riservato.
Protettore degli Orefici era Sant’Eligio che, intento all’opera di cesello, è raffigurato su questa lastra tombale.

C’è un mondo in certi luoghi. Una basilica,  una piazza, un vigneto, nel cuore di Genova, nel cuore dei genovesi.

36 pensieri riguardo “Le Vigne, tralci e pampini per una piazza ed una basilica

  1. Buonasera carissima….certo che abiti in una città bellissima e piena di angoli affascinanti! Ma prima o poi ci torneremo assolutamente!
    Iniziato bene il 2012??
    Io spero tanto di si…un abbraccio forte forte, *Maristella*.

    1. Eh, alla fin fine l’Italia è tutta così, un immenso museo sotto il sole. Spero davvero che tornerai, sarebbe un piacere portarti a zonzo!
      Un bacetto a te cara Maristella!

  2. Questo non è un post, è un documentario! Mamma mia Miss, tanto di cappello. Bravissima. Foto splendide, parole bellissime. E’ proprio vero, le chiese sono un mondo a se. Racchiudono tantissimo della nostra storia e di quello che siamo oggi. La chiesa è stupenda. I bavaglini appesi vicino alla Madonna della Vita mi mancavano, li ho visti insieme ad altri voti ma mai intere colonne solo di essi a ricoprire pareti intere. Secondo me dovresti andare a lavorare per qualche giornale o in qualche emittente televisiva sei fantastica. Un forte abbraccio.

    1. Anche io li ho visti solo qui i bavaglini appesi alle colonne.
      Comunque quando si visita questi posti c’è sempre così tanto da dire, sembra sempre di tralasciare qualcosa. Questa, in particolare, è una chiesa che amo molto, baci carissima!

  3. Un’altra splendida perla che arricchisce la “collana” dei tuoi post meravigliosi, Miss Fletcher.
    Ma stasera sono preoccupata per un occhietto che dovrebbe stare a riposo e in penombra, non al pc!
    Lazzarona…grazie!
    Susanna

  4. Meraviglioso post Miss! Prima o poi tornerò e farò un lungo e lento giro di Genova guardandola con i tuoi occhi (tuoi post)! Quando ci abitavo davo tutto per scontato… Quando puoi parli della chiesa (mi pare a Boccadasse) con le navi appese? Magari non sarà storica ma mi piacerebbe saperne qualcosa. Grazie e buon anno.

    1. Benvenuta Graziella! Quando tornerai dovrai fare un lungo, lunghissimo giro per Zena! E il tuo desiderio di leggere un post sulla chiesa di cui parli verrà presto esaudito 🙂 ! A presto!

  5. Cara Miss con il POST sulla Basilica dellle Vigne hai cominciato veramente in modo sublime il 2012!
    Ci auguriamo tutti che tu possa continuare così, ci farai sempre felici, le tue foto sono sempre più belle, come sempre ti dico GRAZIE e ti mando tanti bacioni
    Mamma ORSA

  6. Davvero interessante! Non sapevo che si chiamasse delle Vigne perchè c’erano vigneti, nè che via Luccoli fosse il letto di un rivo.
    Sei un’enciclopedia, utilissima e piacevolissima! Ovviamente non intendo dire che anche il tuo aspetto fisico sia quello di una dozzina di tomi rilegati!
    Un giorno o l’altro ti accompagno quando sei in ricognizione e di nascosto immortalo la Fletcher camera-munita!

  7. Con questo articolo, hai risvegliato alcuni ricordi della mia infanzia, quella tomba sotto l’arco la vidi per la prima volta all’età di dieci anni nel lontano 1955, mi ci portò mio padre, e ricordo esattamente le sue parole, mi disse: vedi questo sarcofago, prima che scoppiasse la guerra io ed altri operai l’abbiamo smurato completamente togliendo anche le colonnine superiori, per poterlo girare, in modo che la parte bella dove sono le sculture rimanesse protetta da eventuali schegge di bombe o altro.
    Mi disse pure che durante l’operazione dovettero sollevare il coperchio per rimuovere i resti, e quando aprirono il coperchio per alcuni secondi lui e gli operai riuscirono a vedere il corpo di una donna con i capelli biondi, dopo qualche secondo tutto sfumò come se si fosse sgonfiato un palloncino, rimasero solo gli abiti che contenevano il corpo della damigella bionda.
    I resti furono portati in chiesa e messi in una cassetta, dove il giorno dopo vennero ricollocati all’interno del sarcofago.
    Alla fine della guerra rimisero nuovamente tutto a posto e rimase tale fino a qualche tempo fà quando venne rimosso per essere sostituito con una copia, ritenendo che in quel luogo questo importante reperto fosse a rischio di danneggiamento.
    Grazie per avermi ricordato un momento dolcissimo della mia infanzia.
    Eugenio

    1. Ecco, ora però sarebbe interessante sapere chi caspita fosse la bionda fanciulla sepolta nella tomba del medico, cosa ci faceva lì? Si aprono misteriosi scenari. Grazie a te Eugenio per questo tuo ricco contributo!

  8. Da bambina e da ragazza sono passata nella piazza delle Vigne non so quante volte e non mi ero mai resa conto dello splendore della Chiesa e della quantità di testimonianze artistiche e non che essa contiene.Le sono grata per le scoperte che ci fa fare di giorno in giorno.Complimenti!

  9. Miss, sei davvero fantastica quando descrivi le bellezze della tua Zena… spero proprio che il Bisagno e i tanti rivi che la solcano, non leggano mai i tuoi post perchè potrebbero essere indotti a “visitarla” più spesso…

  10. Buongiorno mi congratulo per la bellissima descrizione della Basilica, mi permetto solo di segnalarle che sopra il portone centrale della chiesa lo stemma è quello di Papa Francesco,
    Come del resto in tutte le Basiliche del mondo.Grazie ancora

    1. Grazie Fabrizio, mi fa piacere che abbia apprezzato il mio articolo.
      Riguardo allo stemma si direbbe che sia invece quello di Papa Ratzinger, del resto il post è del 2012 ed è anche logico.
      Buona domenica a lei.

  11. Buongiorno Dear Miss,ma che bell’articolo che non conoscevo bene,perchè sono tanti e uno più prezioso e attraente dell’altro,ma su questo mi ci fermo um pò.
    Questa è una delle basiliche che ho appuntato nei miei appunti di ricerca,perchè è qui che si unirono in matrimonio nel novembre 1805 sotto lo sguardo di Maria SS.ma ANGELA VIALE con GIOVANNI BATTISTA FRASSINETTI,genitori della mia amta Santa Paola Frassinetti e Vostra concittadina.E’ una chiesa stupenda,e anche simbolica:dove era una vigna il cui prodotto il VINO è un segno simbolico sacramentale dell’Eucaristia.
    La signora ANGELA avrà sicuramente rivolto uno sguardo alla Madonna della Vita,e da quel che sono a conoscenza ebbe in 33 anni di vita ben 11 gravidanze.
    solo 5 divenero adulti.Morì a 33 anni di età il 06/01/1819.
    Che storie Miss,la chiesa e oltre che bella e fastosa anche ricca di storie.
    Grazie infinite

    1. Che vita breve la Signora Angela, all’epoca era davvero tutto diverso.
      Sì, è una chiesa molto bella e sono certa che le sia stata cara.
      Grazie Mauro, buon pomeriggio a te!

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