Ada Carrena, tenero fiore gentile

La piccola Ada stringe la mano della sua mamma, cammina accanto a lei, come ogni giorno.
In un’epoca in cui sono comuni le famiglie numerose Ada Carrena è una peculiare eccezione: è figlia unica, è una piccolina adorata e vezzeggiata dai genitori.
Lei è una bambina dell’Ottocento, la mamma la veste con quegli abitini alla moda cuciti apposta per lei, sono fatti di tessuti leggeri orlati di pizzi e rifiniti con fiocchi, sono vestine delicate e candide.
Ada è bionda, ha poco più di 5 anni, ha gli occhi scuri e neri come la notte, è un fiorellino di dolcezza.

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La bimba accompagna sempre la mamma Enrichetta al Camposanto di Staglieno dove riposano i suoi parenti.
E nel corso di una di quelle visite Ada incontra lo sguardo di un’altra piccina: il suo nome è Giuseppina Grillo e  qui trovate l’articolo che le ho dedicato.

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Dolce e tenera, è una bimbetta che Ada non ha mai conosciuto.
Eppure le resta nel cuore, eppure la osserva e la sente come un’amica, è una sua simile alla quale voler bene.
E torna a trovarla e insistentemente chiede alla sua mamma di portarla da lei, da Giuseppina.
E quando ancora deve lasciarla la saluta con parole amorose, promettendo di tornare presto da lei.
Un incontro, un destino che non si sa comprendere, un affetto che non si sa spiegare.

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E giunge il primo di Aprile del 1880, in questo giorno Ada abbandona per sempre la sua mamma e la sua famiglia, a portarla via dal suo piccolo mondo è una tremenda meningite.
E il dolore travolge Enrichetta, non c’è consolazione per una simile perdita, non ci sono neppure parole.
La madre, nella sua disperazione, rammenta bene i moti di affetto di Ada verso Giuseppina e decide così di recarsi da Giovanni Scanzi, autore del monumento funebre della piccola Grillo.
Enrichetta è una dolente figura tragica, di lei e della sua storia ci narra Ferdinando Resasco nel suo testo La Necropoli di Staglieno.
E la descrive, racconta di questa madre che davanti allo scultore parla della sua bambina e di quella morte prematura, a lui chiede di immortalare nel marmo la sua unica figlia perduta.
E secondo Resasco pronuncia queste parole:

“Badi che una bambina più bella della mia non è mai esistita, non esisterà mai.”

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E Scanzi si mette all’opera.
Con il suo talento, con il suo cuore, con la sua sensibilità di artista.
E l’immagine di lei è grazia, lievità e candore.
Il suo abitino è appena smosso dal vento, in una mano Ada stringe un fiorellino.
Delicata e innocente, per sempre ritratta nei suoi pochi anni.

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Due sono le lapidi che raccontano di lei e del suo breve cammino nel mondo.

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Ada Carrena incede tra piccoli fiori e boccioli di rose.
E narra Resasco che Scanzi si recò in un giardino di una villa privata per poterli scolpire al meglio, ebbe la natura come modello per i fiori che accompagnano il cammino di Ada.

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E poi con il suo scalpello fece sbocciare le rose sulle quali posa i piedini la piccola Ada.
Nessuno di questi fiori ha spine, così volle la madre di lei.

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Il monumento di Ada Carrena venne sistemato nelle vicinanze di quello di Giuseppina Grillo, in seguito la sua tomba venne trasferita nella sua attuale collocazione, sotto a questo tempietto, nel Boschetto Irregolare.

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La storia di questa bimba ancora non è terminata.
Immaginate Staglieno, nel 1892.
Lungo uno dei viali c’è un uomo che tramanderà ai posteri le vicende di coloro che riposano nel nostro Cimitero Monumentale: è proprio lui, Ferdinando Resasco.
Sul suo cammino incontra una donna prostrata dal dolore: è colei che sempre adorna di fiori la tomba di Ada, è colei che non può dimenticare, è colei che ancora la ricorda nei suoi tratti di piccolina adorata.
Dodici anni anni dopo Enrichetta torna ancora dalla sua Ada.
E parla di lei a Resasco, racconta ancora la sua storia, dice che l’opera di Scanzi e è il ritratto perfetto della sua figliolina.
Enrichetta e la sua bambina, a lei la mamma porta i fiori freschi ogni tre giorni.

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E poi il tempo scorre e riunisce ciò che il tempo ha separato, così termina la storia drammatica di una mamma sconsolata e della sua piccina.

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Un filo sottile unisce il destino tragico Giuseppina Grillo e Ada Carrena, due bimbe troppo presto perdute, entrambe ritratte dal talento di Giovanni Scanzi.
Entrambe amavano i fiori, entrambe hanno gli occhi aperti per sempre sul tempo che non hanno veduto.
Ada cammina sui petali, su quei rami senza spine, tenero fiore gentile di quasi sei anni.

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15 pensieri riguardo “Ada Carrena, tenero fiore gentile

  1. Cara Miss, che storia particolare ci hai raccontato oggi! Mi ha colpito questa vicenda, l’interesse e l’affetto spontanei mostrati da Ada verso una bambina sconosciuta..e il triste epilogo. Entrambe ritratte tra i fiori. E il dolore delle mamme. Il particolare dei piedini di Ada tra le rose è meraviglioso.. Di nuovo grazie Miss. Baci raf

    1. Davvero una vicenda terribile, colpisce proprio il fatto che in qualche modo queste due bambine si siano incontrate in quella maniera, le statue sono belle entrambe e hanno una delicatezza tutta speciale.
      Grazie Raf, un abbraccio.

  2. Miss, i bambini, in qualsiasi cimitero dormano,”destabilizzano” e rattristano parecchio… non ti dico, quelli di Staglieno che, oltre a essere raccontati da te, hanno una statua che li rappresenta…

    1. Eh lo so, sono storie tremende, purtroppo all’epoca erano molto comuni.
      Queste bimbe hanno degli splendidi monumenti che ricordano chi erano, in un certo modo la memoria di loro non si è perduta.
      Grazie Sergio delle tue belle parole.

  3. Meravigliose opere d’arte che nascondono dolori impossibili da cancellare … che magone Miss, ma grazie di aver dato ancora qualche attimo di vita a queste sfortunate creature

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