Via Madre di Dio, camminando nel nostro passato

Una passeggiata nel centro storico, vi porto con me, su certe strade molto amate dai genovesi tutti.
E portate il paracqua, mi raccomando, il tempo è incerto in questi giorni.
E si va, si va verso Via Madre di Dio e questa sarà una camminata tra strade molto frequentate e densamente abitate, quante famiglie e quanti bambini in Via Madre di Dio!
La strada prende il nome da una piccola chiesa intitolata a Maria e certo non si può dire di aver veduto Genova se non si è stati in Via Madre di Dio, questo è sicuro.
Lasciate Via XX Settembre e il suo traffico caotico e venite con me, verso Piazza Ponticello.
Oh, non l’avete mai sentita nominare? Ma come?
Ma certo che la conoscete, da Piazza Ponticello si arriva in Via Fieschi.
Osservate bene, è la strada in salita a sinistra dell’immagine.


Piazza Ponticello
Cartolina appartenente alla Collezione di Stefano Finauri

Sono sicura che cominciate ad orientarvi!
Vedete quanta gente? Quante signore con i vestiti buoni affaccendate nelle loro commissioni e quanti uomini d’affari!
Noi imbocchiamo l’altra strada che si vede nell’immagine e ci incamminiamo verso Borgo dei Lanaiuoli.
Un antico mestiere ancora una volta ha dato il nome a una via cittadina, ricca e fiorente era una tempo l’arte dei lanieri, che in epoche antiche esercitavano la loro professione in questa zona, sulle sponde del Rivo Torbido che qui scorreva.
E tra i lanieri si annovera un certo Domenico Colombo, padre di Cristoforo, uno dei genovesi più celebri al mondo.
Si percorre la Via dei Servi e finalmente eccola, questa è Via Madre di Dio.

Via Madre di Dio
Cartolina appartenente alla Collezione di Stefano Finauri

I panni stesi ad asciugare e il ponte di Carignano che la sovrasta, è una strada larga e bella che pullula di botteghe di artigiani e di negozi di ogni genere.
Qui c’è un fabbro, un venditore di scope, ben tre botteghe che vendono carbone.
E poi in Via Madre di Dio c’è un’antica Farmacia, la Farmacia della Marina.
E c’è la bottega del signor Vetriolo, che è calzolaio, mentre Parodi fa il rigattiere e un certo Pulcinelli è sarto.
E poi pizzicagnoli e latterie, panettieri e pastifici, pollivendoli e macellai, fruttivendoli e parrucchieri, drogherie e mercerie.
Oh, se avessi con me la macchina fotografica potrei ritrarre tutte queste belle botteghe!
Forse il padrone dapprima mi guarderebbe con aria diffidente, siamo così da queste parti, si sa!
Ma poi mi lascerebbe fotografare il bancone di legno e le vetrine, le merci esposte sugli scaffali e gli arredi di legno scuro.
Sono certa che sarebbe così!
Qui c’è persino un cinematografo, il cinematografo della Marina.
E vogliamo parlare delle osterie? Sapete quante ne ho contate?
Tra osterie e trattorie sono più di venti! E forse adesso vi aspetterete da me qualche indicazione su quale scegliere, ma io davvero non saprei come consigliarvi.
Si mangerà meglio da Canessa o da Raiteri? Come potrei dirvelo? Beh, non ci resta che provarle tutte e dopo potremo esprimere la nostra opinione.
Basta venire qui, in Via Madre di Dio, sotto il ponte di Carignano.

E quando si è da queste parti bisogna ricordarsi di fare una deviazione in Passo di Gattamora, mi raccomando non scordatevene!
Lì potrete vedere la casa natale del più virtuoso dei violinisti, il celebre Niccolò Paganini che qui nacque.


Casa di Paganini
Cartolina appartenente alla Collezione di Stefano Finauri

I genovesi che stanno leggendo a questo punto hanno già il magone, lo so.
Via Madre di Dio era un mondo nel mondo, una strada vivace e piena di vita.
Poi ci fu la II Guerra Mondiale e una pioggia di bombe cadde su Genova.
Molti edifici rimasero danneggiati, gli abitanti continuarono pervicacemente a vivere e a lavorare là dove erano le loro case.
Un intero quartiere, salite e piazzette.
A tante case si accedeva tramite delle scalette forse simili a queste, che si trovano in Piazza Campopisano.

Le bombe e una scelta odiosa e scellerata, quella di radere al suolo un intero quartiere.
Certo, forse non tutto era recuperabile, ma se ci fosse stata cura ed attenzione i genovesi avrebbero ancora Via Madre di Dio e oggi potremmo camminare per quei caruggi, potremmo  passeggiare  per quelle strade e ristorarci con una bella fetta di farinata fumante.
Lo scempio ha avuto inizio nel 1970, le ruspe hanno abbattuto case, botteghe, ricordi e sogni, muri e piazze, finestre, portoni e scale.

Via Madre di Dio
Cartolina appartenente alla Collezione di Stefano Finauri

Anche la casa di Paganini è stata abbattuta: se fossimo in Inghilterra oggi lì ci sarebbe un museo e i turisti farebbero la coda per entrare, gli appassionati di musica verrebbero da ogni parte per vederla.

Casa di Paganini
Cartolina appartenente alla Collezione di Stefano Finauri

Non ci sono parole per esprimere la rabbia che provo per la perdita di queste strade che non ho mai veduto.
Le immagini dell’epoca appartengono a Stefano Finauri, che ancora una volta ringrazio infinitamente per avermi permesso di utilizzarle.
Tutto ciò che vi ho raccontato a proposito delle botteghe e delle osterie è tratto da un annuario del 1926 sul quale è riportata anche la cartina di Genova di quell’anno.
E qui, per voi, un dettaglio di Via Madre di Dio e delle strade circostanti, vicoli che ci sono stati portati via dalla mano dell’uomo.

Vico Zaccaria, Vico dei Saraceni, Vico del Pomogranato, Vico Matamore e Vico Inferiore del Colle, Vico Pignolo e Piazzetta dei Librai,  Piazza Bonifazio e Vico Carmandino, questi sono solo alcuni dei vicoli ormai perduti.
Ricordate la vicenda della vecchina di Vico dei Librai? Cliccando qui arriverete al post che la riguarda, abitava in questo quartiere, nella zona di Via Madre di Dio.
Via Madre di Dio terminava in Via della Marina, in basso, sotto le mura della Marina che vedete in questa immagine.

E passava sotto questo ponte, il ponte di Carignano.

E quando camminate nei vicoli, in questa zona provate una strana sensazione.
E’ la potete percepire chiara e netta la violenza che ha subito questa parte della città.
L’incanto vi circonda, in Campopisano.
Salite e mattonate, che bello questo quartiere!

E passate qui, sotto l’archivolto.

E vi aggredisce gli occhi la bruttezza di questa costruzione, che nulla ha a che vedere con l’ambiente che la circonda.

Questa è Via Madre di Dio oggi.
Una strada percorsa solo dalle auto, niente di più.

E là dove erano le botteghe e le case con i gradini davanti al portone d’accesso, al posto delle piazzette e dei caruggi è stato costruito questo orrore architettonico, un edificio agghiacciante che disturba la vista e fa male al cuore.

Credo di non dover aggiungere altro, le immagini parlano da sole.
E parla questa fotografia del tempo passato, che ritrae Piazza della Marina, in tutto il suo armonioso splendore.

Piazza della Marina
Cartolina appartenente alla collezione di Stefano Finauri

E urla quest’altra immagine, che vi mostra la stessa zona ai giorni nostri.

Resta una colonna infame a memoria dello scempio che è stato compiuto ai danni di questa città e dei suoi abitanti, non solo in Via Madre di Dio ma anche in altre zone di Genova. Vi prego, leggete ogni parola che è incisa su questo marmo.

Resta, a chi desidera farne buon uso, il potere dell’immaginazione.
Restano le immagini di ciò che non è più.
E allora si può pensare di tornare a quel tempo, alle trattorie e alle botteghe, ai rigattieri e alle drogherie, al nostro passato che non abbiamo saputo difendere e tutelare.

Vico Dritto di Ponticello
Cartolina appartenente alla Collezione di Stefano Finauri

122 pensieri riguardo “Via Madre di Dio, camminando nel nostro passato

  1. In effetti c’è poco da dire, le immagini d’epoca sono una meraviglia e quell’edificio moderno è mostruoso. Ne siamo pieni anche qui a Milano di esperimenti di questo tipo. E c’è poco di cui consolarsi… Buona domenica carissima!

  2. Anni fa lessi un breve, delicato romanzo che intrecciava questi temi: IL MIRAGGIO DI PAGANINI, di Rosa Elisa Giangoia, genovese professoressa di liceo. Lo consiglio… è gradevole!

  3. Solo la nostra generazione prova un forte dolore per questo scempio, i nostri figli purtroppo non sanno neppure di cosa si parla, sono tutti presi dalle novità informatiche, tra meno di cinquant’anni tutto sarà dimenticato.
    Quello che è successo è il più grande disastro dopo l’abbattimento delle mura che sia successo a Genova.
    Quando e avvenuto il disastro c’erano ancora molti genovesi, ma non sono stati capaci di fronteggiare un’amministrazione cieca, oramai è tardi, di genovesi ve ne sono sempre meno, i nuovi cittadini legano poco con la nostra storia.
    Ricordo la rabbia di Edward Neill quando parlavamo della casa di Paganini, non digeriva questo affronto, quando il comune gli diede il Grifo d’oro (eravamo insieme) mi disse: se credono di chiudermi la bocca con questo regalo si sbagliano.
    Quando morì, fù il sottoscriitto che puntò i piedi per salvare i suoi resti minacciando uno scandalo.
    Accontentiamoci dei libri e dei tuoi bellissimi articoli, che ci fanno ancora emozionare.
    Eugenio

    1. Eugenio, grazie.
      Non sapevo nulla di Edward Neil e del suo gesto, se non ci fossi tu ignorerei molte cose che riguardano Genova.
      E un giorno o l’altro mi piacerebbe che tu mi raccontassi di Via Madre di Dio, di com’era e di cosa abbiamo perso, non penso di poter ascoltare voce più saggia della tua.
      E spero che le nuove generazioni ricordino, che in qualche maniera si riesca ad insegnare loro a non dimenticare.
      Un abbraccio.

  4. Quella targa è da pelle d’oca. E di una verità profonda. Che peccato per quello che si è perso! Ma purtroppo un tempo non si aveva la stessa lungimiranza che forse abbiamo oggi, sulla conservazione dei beni artistici e culturali del nostro passato. Mi pare che adesso si riesca a capire il valore delle cose e si cerchi di non buttarle o abbatterle. Almeno non tutte. Almeno lo spero. Che bella doveva essere quella via!

    1. Via Madre di Dio doveva essere uno splendore ed è vero che oggi c’è uno sguardo più attento al nostro passato.
      Ma ancora non abbastanza, secondo me.
      Qui a Genova abbiamo dei tesori che sono ingiustamente trascurati e questo mi fa davvero rabbia.

  5. Oh là, là Miss! Che itinerario oggi! Incredibile! Una storia lunga e intera in un solo post. Meraviglioso! Certo, c’è una bella differenza da Via Madre di Dio di un tempo, a quella di oggi (non c’è proprio paragone). Una differenza che fa rimaner male e la targa, qui in fondo, è veritiera e fa impressione. Bisognerebbe disporla in ogni quartiere. Averne il coraggio. Bravi i genovesi!

  6. la casa di Paganini? E’ proprio vero, in Italia abbiamo troppi tesori e per questo non ce ne curiamo.
    Nelle foto d’epoca si vede bene come una volta era abitudine per gli uomini portare il cappello. Qualche giorno fa ho visto in televisione un documentario storico e si vedeva appunto una massa di gente tutta incappellata, quasi tutti con lo stesso cappello. Tsk…era uno dei pochi accessori di noi uomini e guarda che fine che ha fatto.

  7. ..ed io che bimbetta frequentavo la scuola elementare in via Fieschi ho perfettamente nitido il ricordo di quelle ruspe e dello scempio che si compiva sotto i nostri occhi increduli e incapaci di comprendere. Quando la palla di ghisa appesa al braccio della gru abbatteva quelle case che si sbriciolavano come fossero di cartone, la maestra ci permetteva di correre alle finestre, ma noi piccoli e ignari non potevamo capire quello strano spettacolo.
    Grazie Miss per quelle meravigliose immagini d’epoca, che si in effetti mi fanno venire un gran magone.

    1. I tuoi ricordi sono preziosi, io non ne ho, purtroppo. Credo che se avessi veduto con i miei occhi ciò che è accaduto proverei ancora più rabbia e anche così è già grande.
      Magone profondo, nocciolina.
      Grazie di aver condivido le tue memorie di bambina.

  8. Davvero, la speculazione edilizia ha letteralmente violentato la bellezza di Genova… Solo immagini sbiadite a ricordare com’era….

  9. Da ligure del Ponente, sino a non molto tempo fa’ habitué di Genova, ho trepidato ogni volta che ho trovato memorie o icone (ad esempio in “Le mura di Malapaga”) di quel quartiere storico. Il tuo post é una grande emozione.

    1. Grazie Adriano.
      Avrei voluto vedere con i miei occhi la Scalinata Santa e tutti quei luooghi ritratti nel film.
      Le mura della Malapaga è un film meraviglioso, l’ho visto più volte e ora che lo hai citato mi hai fatto venire il desiderio di riguardarlo.
      Sai qui sul blog c’è un post sulle Mura della Malapaga e in quell’occasione parlai di queso film in bianco e nero che tanto bene ritrae la nostra città.
      Che nostalgia e che magone!

  10. Buonasera Miss, grazie per le sensazioni vibranti che, come sempre, i tuoi scritti scaturiscono visceralmente in me. I miei trentacinque anni sono insufficienti, aimè, per avere un dolce ricordo di quel microcosmo umano: ciò nonostante, il pensiero di quanto è stato e di coloro che sono stati, mi riscalda il cuore. Le mura di Malapaga…si, ricordo di avere visto quella meravigliosa pellicola tanti anni fa….con gli occhi di una ragazzina ma anche in quella occasione qualcosa mi fece vibrare l’anima…chissà! Forse nella vite passate siamo stai ritratti in quelle cartoline? Mi piace pensarlo e il pensarlo mi dà serenità. Forse non tutto è perduto.

    1. Neanche io ne ho ricordo, ero troppo piccola.
      Ed è bello il tuo pensiero, immaginare di essere in quelle cartoline.
      In qualche modo comunque ci siamo, quelli sono i nostri nonni e gli amici dei nostri nonni, in qualche maniera sono parte di noi.
      Grazie di cuore, un abbraccio.

  11. Complimenti, sono un abitante della vecchia via madre di Dio. grazie per le parole spese per quel mio vecchio quartiere, così offeso da politici incompetenti, mi sono permesso di inserire questa lettera da lei scritta nel mio blog dove parlo spesso di quel quartiere, sostituendo le fotografie, prendendole da ” i ragazzi di via Madre di Dio” di cui faccio parte spero di avere la sua approvazione.

    1. Benvenuto Gianni, le parole sono venute dal cuore per un quartiere che non ho veduto mai, ma tanto immaginato.
      L’ho visto nei video e nelle cartoline, ne ho letto e ci sono andata con il pensiero, con la forza dell’immaginazione.
      Verrò a leggere il tuo blog e a cercare i tuoi ricordi di quelle strade, delle quali non mi posso dimenticare, anche se me le hanno tolte ancora prima che potessi viverle.
      A presto Gianni, buona serata.

  12. Complimenti per l’articolo…consiglierei di andare da striscia la notizia e chiedere di far almeno intervenire il sindaco per far spostare la targa di paganini che si trova oggi appoggiata ad un muro di cemento armato contornato da graffiti….mi viene anche una idea..magari ne parliamo e poi insieme ci muoviamo a fare qualche cosa per il nostro famoso concittadino…

  13. Eccomi, la mia idea:
    Contattare Striscia La Notizia (non dovrebbe essere difficile far vedere a striscia dove si trova la targa di Paganini) e poi chiedere al Comune di Genova di creare nel punto dove si trova adesso la targa di Paganini (appesa ad un muro di CA con contorno di murales) un riferimento a com’erà la casa in Passo Gattamora…magari realizzando proprio nel mezzo del Parco una sagoma della casa stessa (sovrapponendo la planimetria che tu hai riprodotto con l’attuale giardino incolto si può ragionevolmente ricollocare una costruzione in muratura)…dopodiché i giardini saranno intitolati a Paganini (con riferimento al ex passo gattamora)..e da lì i turisti verrano rimandati al complesso museale e sala musicale allestito nel 2004 appunto per rendere onore al grande artista…
    Ecco l’edificio oggi chiamato…casa di paganini…
    Casa Paganini
    Piazza Santa Maria in Passione, 34 – Genova (Ge) Liguria

    1. Ciao, scusami ho tolto la parte che riguarda casa Paganini, non credo che se si possa copiare integralmente su un blog, quindi ho lasciato solo l’indirizzo.
      Eh…tutto molto bello, tu mi sembri tanto ottimista, però, io mi auguro che il Comune faccia tutto questo, me lo auguro davvero, ma credo che un’opera del genere richieda un notevole investimento…speriamo che accada!

      1. Certamente, nn sono pratico di blog.
        Di lavoro faccio l’ imprenditore, anche se per anni ho fatto l’architetto, conosco molto bene Genova e diciamo che il Comune, come ben dici, difficilmente potrà fare quanto richiesto. Ma se ad esempio grazie all’intervento di Striscia sulla targa apposto sul muro di CA….lanciassimo l’idea di far realizzare una statua a monumento di Paganini …che suona il violino e sotto mettere la targa dove si trovava la casa….in mezzo al parco…che ora è uno scempio…. proprio per fare meglio che appenderla ad un muro in C.A….beh…allora….potrebbe fare un concorso…..e premiare lo scultore che vince…organizzando magari….dei concerti dai quali tirare fuori i soldi….

        Striscia La Notizia ha molti genovesi tra le file…e magari questa iniziativa potrebbe essere interessante….mi vedo già Brumotti che scende dalle mura del Barbarossa con la bici…si reca saltando nel parco dello scempio e facendo vedere la targa….riesce ad ottenere…che l’idea del concerto che sponsorizza la statua sotto la quale mettere la targa… venga accettata…L’importante è nn fare tirare soldi fuori al Comune ma perlomeno che il Comune sponsorizzi l’iniziativa….che nn dovrebbe essere MOLTO COMPLICATA…
        Certo che, come tu hai scritto, se gli stranieri avessero una minima percentuale di personaggi storici rispetto a quelli che abbiamo qui (Colombo primo tra tutti) …allora avrebbero già fatto musei e film..altro che statue…
        Obama ha raccontato proprio tre giorni fa che Cristoforo Colombo ha origini genovesi (altro che di BARCELLONA…dove lo trovi in tutte le SALSE)…qui lo abbiamo relegato dentro una sorta di mozzicone…e se un turista si reca a piazza Colombo trova una ha una fontana di acquaverde …mentre in piazza Acquaverde si trova la statua di Colombo……..insomma noi il 12 ottobre nn abbiamo festeggiato nulla, nonostante dal 1492 al 2012 siamo passati qualche decina anni…e mentre ci grattiamo….e ci lamentiamo perché gli altri nn fanno…nn ci tiriamo su le maniche per fare qualche cosa…
        Anche quest’anno io con la mia azienda ho aumentato il fatturato…e tutto perché ci metto la passione in quello che faccio…basta poco…avere fede in quello che facciamo e poi tutto il resto accade…quasi per magia….
        Il mio sasso l’ho gettato e spero che le onde dell’acqua….arrivino da qualche parte….magari aiutato dall’ispettrice….Fletcher…

        e complimenti per il tuo lavoro
        ANDREA

        Scusate il mio italiano…sono genovese.

      2. Grazie dei complimenti, davvero.
        Andrea, tutto ciò che dici è sacrosanto.
        Abbiamo poco riguardo per le nostre pietre, per la storia di Genova, per Colombo, Paganini, per tutti i genovesi che hanno fatto la storia e dei quali noi per primi non ci curiamo.
        Genova, se volesse potrebbe vivere solo di turismo e di questo ne sono più che certa.
        E credo che il tuo fervore sia meritevole, davvero potresti ottenere dei risultati.
        Complimenti per la tua tenacia!

      3. Troppo buona!…diciamo che cerco di vivere al meglio facendo bene ogni giorno.
        Riguardo alla targa si trova proprio nei giardinetti miseri ritagliati sotto le mura del Barbarossa….se mi mandi la tua email ti invio la foto…oppure se vai su google e digiti monumento paganini vedrai che compare un muro in cemento armato con su tanti graffiti e la targa del povero Paganini nel mezzo….basta far vedere questa foto a Striscia che si precipitano da te…ecco guarda questo link…
        http://genova.mentelocale.it/48233-genova-casa-paganini-va-restaurata-appello-turismo/

      4. Io non vado mai in quei giardini, li detesto. Che poi chiamarli giardini…
        Comunque mi pare di capire che non si tratta della targa che si trovava sulla casa di Paganini, bensì di una targa in memoria.
        Sì, probabilmente si precipiterebbero, hai ragione.
        Che tristezza vedere una cosa del genere, però!

      5. Si certo, targa veramente vergognosa…da fare qualche cosa…li contatti tu quelli di Striscia?

  14. Salve a tutti,io sono siciliana ma ho vissuto 2 anni a Genova ed abitavo in Via Madre di Dio, proprio in quel periodo che stava per cominciare la distruzione, mi ricordo tutto nonostante avessi 5 anni, ricordo le stradine dove giocavo con le amichette, mi ricordo la latteria sotto casa dove compravamo il latte fresco ed il panificio che inebriava tutta la via di profumo di pane caldo e focaccia bianca, mai più mangiata una focaccia cosi buona , ricordi che ho nel cuore, ancora oggi che ho 47 anni penso a quel periodo della mia infanzia come il più bello e lo racconto ai miei figli con nostalgia. Non sapevo di vivere vicino la casa di Paganini…Io non sono Genovese ma capisco bene la vostra indignazione per lo scempio compiuto.

    1. Ciao Melina, è bello che tu abbia questi ricordi, che tu abbia conservato nel tuo cuore la memoria delle tue strade, il profumo di quella focaccia e del pane.
      Ti ricordi Via Madre di Dio, quella era la tua casa e sì, lì abitava anche Paganini.
      Sai, io e te siamo coetanee direi, io sono del ’66, ma non mi ricordo nulla di quei luoghi, non li ho vissuti.
      Fai bene a parlarne ai tuoi figli, la memoria deve rimanere.
      Grazie del tuo commento, sono sempre contenta quando qui arrivano gli abitanti di Via Madre di Dio.
      Buona serata Melina, a presto.

  15. Salve a tutti,mi chiamo Ludovico sono spezzino ma spesso a Genova per lavoro ed amo molto questa citta’.Transitando dal porto antico verso la fiera del mare ,mi sono sempre chiesto cosa diavolo fosse quel “mostro edilizio”,ora che conosco tutta la storia e’ ancora piu’triste:distruggere cose belle e storiche per costruire inequivocabili obrobri.Anche a La Spezia e’stato demolito il colle dei Cappuccini per costruirvi un pseudo serbatoio in cemento armato che hanno avuto il coraggio di definire CATTEDRALE (pensate a che punti si e’ arrivati!) In questo periodo,tra l’altro, sta per compiersi(speriamo di no!) la distruzione di Piazza Verdi tra le proteste generali e lo sperpero di denaro pubblico. tuttavia l’amministrazione sta cercando ugualmente di portare avanti lo sciagurato progetto.Un saluto a tutti ed un grazie per il bellissimo sito.

    1. Ciao Ludovico, benvenuto tra queste pagine.
      Sai, questa è proprio una pagina cupa della storia di Genova,rimpiango quel quartiere anche se non l’ho mai visto.
      E ci vorrebbe più attenzione per ciò che siamo stati e per quello che ci ha lasciato chi ci ha preceduto.
      Grazie delle tue belle parole e di aver apprezzato questo articolo.
      A presto!

  16. mia nonna ha vissuto mezza vita in via madre di dio dove è nata anche la mia mamma e mio nonno faceva il calzolaio ! mia mamma scampò per miracolo alla strage della galleria delle grazie ed a vedere quelle foto di una città che non ho potuto vivere sento qualcosa di triste nel cuore ! genova mia come ti hanno ridotto

    1. Benvenuto Francesco, arrivi qui con ricordi nostalgici.
      E davvero mi piacerebbe saperne di più da te di ciò che mi racconti, sai? La memoria è importante per tutti noi, abbiamo perso una parte di Genova che era il suo cuore.
      Grazie di aver lasciato qui queste parole.

  17. Il bello e la storia hanno lasciato posto all’avidità,ho le lacrime agli occhi leggendo il tuo meraviglioso post.prima cera un quartiere vivo pulsante pieno di artigiani e operai,pieno di osterie dove si giocava a carte e come vincita c’era un bicchiere di vino,si sentiva odore di baccalà fritto e di sugo di carne.
    Ho parlato con un mio amico architetto e mi ha spiegato che se si ristrutturava tutto,si lasciavano i vecchi negozi e le vecchie osterie,il guadagno sarebbe stato superiore alla speculazione edilizia che ha portato a questo.
    Ciao miss

    1. Le lacrime agli occhi vengono anche a me a leggere quello che tu scrivi, tu ti ricordi bene, ogni ricordo è prezioso, va conservato e tramandato per coloro che non possono più vedere questa parte di Genova.
      Un caro saluto a te Roberto!

  18. Io sono nata in Via dei Servi… e ti sono molto grata per questo magnifico articolo! Non volermene, ti prego, se mi permetto di aggiungere due versi, quelli finali, di una poesia che scrissi sulla mia casa, è un modo per me di stringermi forte a te, levando alto e all’unisono il nostro grido di dolore:
    “Non è rimasta pietra su pietra
    ed io l’ultima volta che l’ho vista
    stava in piedi a metà
    dilaniata smozzicata distrutta
    ma ancora con un muro svettante
    nella sua dignità di casa antica.
    L’ho guardata con occhi
    così gonfi di lacrime
    da non vedere più
    fino a che la sera
    non mi ha portato via
    ma lì è rimasto il mio cuore
    confitto dove era nato.”

  19. a pensare a questo scempio viene in mente che, in fondo, siamo fortunati ad avere ancora intatto gran parte del centro storico. Eppure riusciamo a non valorizzarlo, lasciamo che la malavita si aggiri indisturbata al suo interno, che i negozianti non resistano e chiudano. E’ un pò come se lo avessimo demolito anch’esso.

  20. devo dire che la presentazione della mia Genova non è delle migliori ma purtroppo avete ragione dello scempio fatto a quel quartiere io sono andata tante volte a guardare l’unica casa rimasta su perché attaccata alla chiesa casa dove è nata e cresciuta mia madre all’ultimo piano ,ho cercato di immaginare la vita di allora con il carbonaio, il lattaio ecc… memore dei vari racconti sentiti ma purtroppo non è rimasto nulla di tutto cio’ solo i ricordi quelli almeno sono intatti .

    1. Che dispiacere, Barbara. Io non l’ho mai veduta Via Madre di Dio, ero troppo piccola e non posso ricordare, credo che noi genovesi siamo stati privati di una nostra ricchezza, una parte di Genova che non potremo riavere.
      Benvenuta qui, buona serata a te!

  21. Commento adesso che mi sono iscritto, ma avevo letto l’articolo all’epoca, quasi due anni fa, ed è tanta la passione con cui descrivi i posti, ed appare talmente sincero il rammarico per la loro perdita che ero convinto tu fossi una ex abitante di via Madre di Dio finché non sono arrivato alla frase “Non ci sono parole per esprimere la rabbia che provo per la perdita di queste strade che non ho mai veduto.”
    Quale nativo di via Madre di Dio vorrei poter avere l’autorità per insignirti della “cittadinanza onoraria di quartiere”. Forse non esiste… bene, la creo io, seppur virtuale! 🙂
    Grazie!

    1. Caro Giorgio, aprire il blog e trovare questo tuo commento è una vera emozione, credimi.
      Le parole per certi luoghi non sono possono bastare e il mio racconto è nato da ciò che ho veduto nelle antiche foto e da ciò che ho letto, io ho provato a immaginare e sono contenta che qui arrivino gli abitanti di Via Madre di Dio, vuol dire che in qualche maniera rivedono qualcosa del loro quartiere perduto.
      E se un giorno tu volessi raccontarmi qualcosa di quella strada io sarò felice di ascoltarti e se ne sarò capace anche di scriverne, mi piacerebbe saperne di più da chi l’ha conosciuta davvero.
      Grazie di vero cuore a te!

  22. Il dolore che provo a leggere questo articolo è profondo..da amante viscerale dei vicoli, del Centro storico, dei suoi profumi, odori, rumori e contrasti, ogni volta che vado a Campo Pisano..non oso andare oltre l’archivolto che porta ai giardini di Plastica..perché dopo la magia di Campo pisano..murette…piazza sarzano, ravecca e loro vicoletti interni..un dedalo di magia e profumi..mi dico..si supero l’archivolto ed ecco che inizia vico gattamora..e poi via dei servi..e poi Madre di Dio..e invece….quegli orrendi palazzoni..sono sincero mi devo ripromettere di non vedere più le immagini di Ponticello,.Madre di Dio..Borgo dei Lanaiuoli piazza della Marina..perché era un quartiere magico..un dedalo unico..era una porzione piccola..una via lunga..con i suoi dedali..come la Maddalena..come Pre e i Trogoli..come Il Carmine..ma non c’è più..maledizione non c’è più, e io ci sto male..perché quando voglio stare bene..quando ho bisogno di solitudine..e magia..vado nei vicoli..vado al Carmine..alla maddalena..alle vigne..a vegetti…a campopisano..alle murette..ma vorrei che il mio giro per tutto il centro storico..potesse superare quell’archivolto..e godersi madre di Dio e Via dei servi..borgo dei Lanaiuoli che sono queste vie che si superano una dopo l’altra e culminano alla Marina..un breve e intenso tragitto in rettilieneo e in curva..con vicoli interni..come d’uopo per il centro storico..e invece no..non posso non possiamo farlo..e quindi mi debbo fare una promessa..fare una promessa a me stesso..immaginare che quella parte di Genova, sia solo una leggenda..che non sia mai realmente esistita..perché mi fa troppo male pensare il contrario..perché adoro la zona ravecca..murette..campopisano sarzano..e non può concludersi con quelle orrende costruzioni sotto il ponte di Carignano..li ci vogliono le botteghe di Madre di Dio e via dei servi lanaiuoli…è vero era una parte del centro storico quella demolita..la maggior parte del nostro centro storico è intatto..a parte gli scempi a Portoria..ogni città ha avuto i suoi scempi..ma io voglio immaginare che Genova..non ne abbia avuti..per me non esistono ne giardini di plastica ne quegli orrendi palazzoni..esiste ed esisterà sempre una Madre di Dio.vico gattamora..lanaiuoli e Via dei servi della fantasia..per me il centro storico..in quella parte termina a campopisano e con mura delle grazie..lo sfogo di un genovese..che ama con il cuore e le viscere la sua città….

    Walter

    1. E’ veramente una ferita, però io non voglio pensare che quella zona non è mai esistita, la gioia di poterla vedere con i miei occhi non l’avrò mai però posso immaginare e guardare le immagini di ciò che è stato.
      Grazie Wlter, buona giornata a te!

      1. Hai ragione Miss Fletcher non bisogna pensare che non siano mai esistite, ma fa male pensare a quello che è accaduto..ma è vero bisogna riviverle nel cuore e nelle immagini che furono 🙂

        Walter

      2. Miss Fletcher ti volevo chiedere…ma Borgo Lanaiuoli e Via dei Servi erano praticamente un tutt’uno con Via Madre di Dio? e tutto terminava con Piazza della Marina non ho detto male vero? correggimi se sbaglio…comunque, correggimi sempre, come atmosfere e edifici…Via Madre di Dio..Lanaiuoli..via dei servi..erano similissime a Via Ravecca..Campo pisano..Vico delle murette..via vegetti..viico santa Croce..Piazza Sarzano etc..cosi vedendo le foto..e anche via canneto etc..vedendo le foto vecchie mi fanno venire in mente queste zone..poi, correggimi sempre se sbaglio, i palazzoni orrendi sotto il Ponte di Carignano..e il campetto da calcetto che c”è li vicino..corrispondono a quella che era via madre di Dio? ma come Via esiste ancora o ha cambiato nome? e come estensione..quanto abbiamo perso? era una piccola porzione..ma molto antica, poi ti faccio una domanda e giuro che non ti disturbo più? se si proponesse al comune di buttare giù quei palazzoni e ridare vita a quella zona? realizzare un bel parco verde…delle piccole botteghe con gli stessi materiali..delle case dell’epoca? piccole serre…insomma..come ti sembra come idea? ridare vita a madre di Dio..buttando giù quelle brutture..e ridarle vita..come è stato fatto in altri quartieri..grazie in anticipo per le risposte e scusa per le tante domande stesse

        Walter

      3. Sì, se tu guardi la cartina pubblicata in questo post si vede bene la posizione delle tre strade.
        La Via Madre di Dio era in quella zona dove ora c’è il tunnel, passava sotto il ponte, non so dirti se il tracciato sia esattamente lo stesso.
        Difficile che gli attuali palazzi vengano eliminati, ospitano uffici e la zona ha ora un diverso assetto, sarebbe molto complicato realizzare un simile progetto ma chissà, magari un giorno accadrà!

      4. La colpa è mia Miss Fletcher sono un inguaribile sognatore..e da ragazzino amo profondamente la città vecchia cantata da Faber è poetata da Caproni e cosi splendidamente affrescata dalle parole di Ibanez e Valery, io ci avrei fatto le cosiddette vasche tra le creuze..le salitine e le discese di Madre di Dio…e dintorni..come ho fatto tra venerdì e sabato scorsi tra Piazza del Carmine..Santa Brigida..Prè..Maddallena..e tutti i loro vicoletti laterali..a farmi inebriare da profumi e contrasti..invece questo diritto è stato negato a chi li è nato, cresciuto e vissuto..e noi genovesi di un’altra generazione..che possono goderne solo per le splendide fotografie rimaste…e immagini varie..non riesco a capire perché fu demolito un intero quartiere e non solo quello che era davvero inpossibile da recuperare..solo questo vorrei sapere con questo ti auguro una buonanotte e grazie per il tuo blog e per le tue risposte gentile e preziose.

        Walter

  23. ciao, signorina Fletcher,
    mi sono imbattuto nel tuo accattivante blog e per ringraziarti per tutto quello che su Genova ho imparato, leggendo ciò che scrivi, ti regalo un paio di miei pseudo-sonetti “alla buona”, che di un certo quartiere genovese sparito, parlano… quartiere che nel 1966 (se non erro, tuo anno di nascita), durante la naja, avevo avuto modo di vedere e di apprezzare, benchè io provenissi da Buenos Aires e fossi, quindi, avvezzo alle larghissime e moderne “avenidas”…

    riciao, signorina Fletcher… e “salutami la Lanterna”, come mi diceva un certo Giuseppe Cordano, tipografo genovese, collega di mio padre, quando io nel 1953, a otto anni, stavo per partire sull’Augustus per un viaggio (andata e ritorno) verso la patria lontana… (incarico che io, naturalmente, espletai con serietà e rigore, non appena vidi quel faro spilungone, facendogli un rispettoso “ciao-ciao” con la manina).

    madre di dio, servi e lanajuoli
    erano i nomi di un’assai antica via
    in cui, panni stesi e lenzuoli,
    tutto sommato, mettevano allegria.

    l’obbrobrio che ne seguì,
    stupra il ricordo della via di allora,
    come seguiterà a stuprare, notte e dì,
    pure quello di una gatta mora…

    viandante, se a genova passi
    per quella landa, oggi, così artefatta,
    dove la plastica sostituisce i sassi

    e odi come un “miaaao” felino,
    sappi, viandante, che non è la gatta,
    ma la rabbia di un violino…

    7/2010

    “di madre ce n’è una sola”,
    dice un detto, alludendo al fatto
    che la paternità è una parola,
    e di certezze non può darne affatto.

    a zena, quella “di dio”, rimasta,
    non è più una madre, è una deiezione
    fatta da un padre noto e iconoclasta,
    a colpi di ruspa e di piccone.

    certo, la superba non difetta
    di altri posti che lascian senza favella:
    una salita, un ponte, una scaletta,

    li trovi sempre, essendocene a iosa…
    ma la perdita di una madre come quella
    è una disgrazia, davvero, dolorosa.

    4/2015

    1. Grazie di cuore Sergio, che belle nostalgiche parole mi scrivi e quanto sono azzeccate le tue poesie, complimenti davvero, quel suono del violino io credo di averlo sentito spesso, sai?
      Mi dici di salutarti la Lanterna, deduco che sei lontano da Genova.
      Le porto le tue parole, grazie ancora!

      1. Buon giorno, signorina Fletcher.
        lontano da Genova?… mi spiego meglio: sono un milanese appassionato di toponomastica e di vetusti quartieri spianati, un po’ dalla guerra e molto dalla stupidità umana, che potrebbe anche più prosaicamente definirsi, “le palanche”, da voi e “i danè”, da noi…
        Quello che è successo al vostro Madre di Dio, a Milano è capitato al Bottonuto (sparito, però, già nei primissimi anni 50 perchè, lo sai, no? “a Milan se stà mai cunt i man in man”)… il Bottonuto era un antichissimo dedalo (ad appena un sospiro dalla Madonnina), però i suoi vicoli, nulla avevano a che vedere con quelli genovesi, prima di tutto perchè i panni stesi erano pochissimi, e poi perchè i caruggi, spesso sono in salita e addirittura “scalinati”, vista mare, vista porto, vista monte…
        No, i vostri “cunicoli finestrati” non li batte nessuno, non c’è proprio partita!!… per non parlare della loro ricchissima varietà di nomi…
        E’ da 5 anni che non faccio un salto a Genova e il tuo blog mi ha convinto a farlo… tutto dipende dal mio ginocchio sx, che attualmente sembra avere 80 anni (10 in più di quelli che dichiara l’anagrafe), ma non appena mi si rimette a far giudizio, mi perderò nei “tuoi” vicoli… visto che con un paio di orette di treno me la caverei, giacchè abito in Toscana in riva, credo, a un Ligure, non ancora Tirreno… ciao-ciao

      2. Buongiorno Sergio,
        Io non conosco Milano, certo è che ovunque si sono perduti quartieri caratteristici come quelli dei quali parliamo.
        Ah, i miei caruggi con i loro nomo caratteristici sono davvero speciali, hai ragione, felice di sapere che queste mie pagine hanno suscitato in te il desiderio di tornare qui!
        Grazie, buona giornata a te.

  24. Buongiorno e complimenti Miss Fletcher.
    Ho letto la sua “passeggiata” con molto trasporto. Lavoro tutti i giorni all’interno di uno degli edifici mostro sorti in quegli sciagurati anni.
    Amo il centro storico di Genova ed il fascino che sa regalare in ogni centimetro. Non vedo l’ora ad esempio che arrivi la pausa pranzo quotidiana per cercare qualche trattoria immersa nell’atmosfera antica od attendere che arrivi la fine dell’orario di lavoro per fare la spesa “vecchia maniera” dalle botteghe di via Canneto il Lungo, di via Macelli di Soziglia, di … insomma cammino nei vicoli e mi faccio trasportare… come accade nei sogni… fantastico in continuazione fino a quando, soddisfatto, salgo sull’autobus che in pochi minuti mi riporta a casa sulle alture, dalle quali posso continuare ad ammirare il nostro passato.
    Non conoscevo nulla di quanto da lei narrato. Un dubbio però mi sorgeva rientrando in ufficio dalla zona di Campopisano. Mi domandavo cosa potesse esserci prima di questo scempio, vista questa divisione così netta.
    Passare dai caruggi tipici ad un simile immondezzaio accentuava sempre più la mia curiosità, così ho fatto qualche ricerca finendo poi qui.
    Non sapevo niente della casa di Paganini. Non posso descrivere cosa vorrei fare agli autori di quella demolizione per ovvi motivi (!), ma trovo offensivo (oggi ci sono passato), che quella targa a memoria sia stata affissa su quel muro sporco di fronte al degrado e alle siringhe. Avrei ricostruito un qualcosa della casa di Paganini all’interno di qualche museo di via Garibaldi, questo ovviamente è solo il mio parere. Quello che mi fa più rabbia è pensare che con 15 minuti di ruspe sia stato cancellato un ricordo tangibile che nessuno avrà mai più.
    Mio nonno in quegli anni era in polizia e conosceva bene la situazione della zona di via Madre di Dio. Non c’era la volontà di ricostruire, molto poteva essere risanato o conservato, ma la speculazione edilizia di quegli anni non ha risparmiato neanche un metro.
    Ho letto qua e là anche dell’ospedale Pammattone, dell’edificio mostro di Caricamento che interrompe la palazzata medievale e di Piccapietra. Sono rimasto affascinato da piazza Ponticello e dalle costruzioni adiacenti le Torri di Porta Soprana..
    Concludo il mio intervento. Vorrei tanto poter passeggiare lungo quelle storiche vie, osservando con orgoglio la casa di Paganini con le sue file di turisti e cercando come la vecchina fantasma, il vico dei Librai… trovandolo però.
    Mi scuso per la lunghezza del mio intervento e le faccio ancora i complimenti per le sue “passeggiate”.
    Simone

    1. Benvenuto tra queste pagine, Simone, non ti scusare della lunghezza dell’intervento, è un vero piacere leggere parole così sentite e ricche di saggezza a proposito della nostra Genova e di un luogo che è una ferita aperta.
      Sì, quando da Campopisano passi ai Giardini di Plastica hai una straniante sensazione di disagio, come se qualcuno avesse voluto recidere un legame con una parte cara e vera, quella della città di un tempo.
      Io come te amo il centro storico, io come te amo camminarci e perdermi in quelle strade.
      Grazie davvero delle tue belle parole, ti auguro una bella serata!

  25. Miss, ottimo l’ultimo intervento di Simone!… oltre che per il contenuto, anche per lo stile con cui l’ha scritto; spesso si possono dire cose sensate con una prosa, non all’altezza… nel suo caso, contenuto e stile non fanno una grinza!…
    però anche il commento di quel sertava che l’ha preceduto, e che ti chiama “signorina Fletcher”, non è male…
    scherzi a parte, e passando ad altro, voglio aggiungere che mi meraviglia, come la sensibilità di De Andrè (che io sappia), non abbia dedicato neanche una ballata a un matricidio del genere!… anche a te, non risulta?…

    1. Vero, questo post è ricco di interventi significativi da parte dei lettori, è il bello del blog, offre la possibilità di confrontarsi con gli altri. Sai che hai ragione? Al momento non mi sovviene una canzone di Fabrizio dedicata a questa strada, anche a me pare strano.
      Il commento di quel lettore che mi ha chiamata signorina Fletcher me lo ricordavo bene eh!
      Buona serata a te Sergio!

  26. Grande dolore per la mia adorata città’ tutto perduto ormai… Grande malinconia grande offesa alla nostra Zena……….

  27. Scalinata santa …. Se ricordo bene se ne scorge ancora oggi un minimo tratto percorrendo il sottopasso dei liguri…. La madrina dei mia mamma aveva proprio lì una trattoria…. La zia Melia…. Si era trasferita con la famiglia nella zona di Quezzi… Dove ancora vive la figlia, cugina di mia madre… Ci sentiamo telefonicamente…. Io di via madre di dio ricordo solo quella zona e il percorso che facevo x raggiungerla… Era una passeggiata che facevo x mano alla nonna ogni settimana quando andava a trovare la cognata…. Stradone di sant ‘Agostino, piazza sarzano, vico sotto le murette, campo pisano e a quel punto lasciavo la sua mano e correvo fino alla “bottega” come la nonna la chiamava…

    1. Grazie di queste parole, Patrizia, io che non ricordo nulla ho l’impressione di vedere quel che mi racconti, grande, grande emozione.
      E rammenti bene, un tratto della scalinata santa c’è ancora, termina in maniera così improvvisa da fare impressione.
      Grazie Patrizia.

  28. Avevo10 anni e mio padre mi portò un pomeriggio a presidiare la casa di Paganini.Io non capivo molto ma papà mi disse che in futuro ne sarei stata orgogliosa.Aveva ragione
    Mio suocero invece condusse i suoi figli a fare un tour alla scoperta(per lui l’addio)di tutte le madonnette tra la cheullia e via madre di Dio.Purtroppo non abbiamo più ritrovato le foto

    1. Oh, Eliana, il tuo commento è da brividi, dico davvero.
      Un papà che porta i suoi figli a salutare le Madonnedde dei luoghi che stanno per scomparire.
      E tu, dieci anni, a presidiare la casa di Paganini.
      Tuo papà aveva ragione, eccome, mi piacerebbe tanto saperne di più di questi tuoi ricordi.
      Grazie infinite di averli condivisi con me e con i miei lettori, Eliana, a presto!

      1. Io non ricordo molto se non che mi fece molta impressione la devastazione attorno,essì che ero abituata a giocare in un rudere bombardato su a san Rocco di Principe.Papà mi aveva comprato un libro da Di Stefano prima di andare in Gattamora.Così lui,Sampierdarenese doc parlava con un suo amico che abitava in Cheullia mentre io leggevo i ragazzi della via pal seduta su una pietra

      2. Io ti devo ringraziare perché con questo ricordo di via Madre di Dio ho trovato risposta a molte curiosità che mi sono nate dalla rilettura de “La bocca del lupo”.
        Quando una storia é ben ambientata i libri mi spingono a voler vedere personalmente l’ambiente.e ho scoperto in questo caso l’amarezza di non poterlo più fare perché il paesaggio ci é stato rubato. Da qualche settimana vado cercando quanto più posso trovare su quella Genova di cui ho ricordi tanto vaghi e questo tuo scritto ha risposto a tante domande e ha dato una collocazione più precisa ai miei ricordi
        Grazie!

    1. Grazie Sergio, arrivano sempre nuovi commenti a questo articolo.
      L’ultimo proprio ieri ed è commovente, un papà che prima delle demolizioni va con i suoi figli a fare il giro delle Madonnette, una bambina che presidia la casa di Paganini.
      Eh, che malinconia.

  29. sì, Miss, davvero da brividi quel catalogare in extremis le madonnette di Cheullia… e che dire di quel: “io leggevo I Ragazzi della Via Pal, su una pietra”, senza contare che di violini, Gattamora e l’Ungheria ne sanno qualcosa!…

  30. Buongiorno,una descrizione meravigliosa,l’ho letta ora a mia mamma che è nata li nel 38 ed abitato per circa 20 anni,lei avrebbe piacere di ritrovare qualcuno….

    1. Benvenuto su queste pagine Danilo, io Via Madre di Dio non l’ho mai veduta e mi piacerebbe tanto conoscere i ricordi di tua mamma.
      Come vedi questo post ha tanti commenti, questa strada è ancora nel cuore di tutti.
      Grazie a te!

  31. Proprio così: mi è venuto il magone e tanta rabbia per la stupidità e l’incompetenza e l’ignoranza di chi ha fatto e di chi ha lasciato fare tutto questo!!!!!!!!!

  32. Cortesemente mi potresti far sapere il nome della strada in cui compare la fiat 128 (sembra sia su di un ponte) ed é in costruzione il nuovo quartiere . Non riesco proprio a individuarla tra via del colle ,via fieschi, via della marina, mura delle grazie. Grazie e complimenti.

    1. Vero, ci ho scritto anche un articolo, hai ragione… sicuramente è Genova perché la foto appartiene a un collezionista che la conosce bene, ora a guardare la pendenza mi viene da pensare che potrebbe essere la vista da Via Fieschi ma non ne sono certa.

  33. Grazie, scopriremo l’arcano. I tuoi racconti mi hanno portato in salita Boccafò dove ho visto la porta in ferro e di fronte la cancellata chiusa sottostante a via Fieschi, da un buco ho fatto una foto che é venuta con una luce bellissima Li c’e un sottopasso anche esso misterioso.
    Sfogliando il libro del secolo xix Nel 1959 vi é un fatto che ha commosso tutta la popolosa zona di via Madre di Dio. Pippo e Colomba due anziani esercenti deceduti lo stesso giorno da 40 anni gestivano una piccola osteria servendo a mezzogiorno quasi esclusivamente vino e minestrone La coppia era molto nota in via Madre di Dio Tutti gli abitanti si sono riuniti per il triste episodio.
    Certo altri tempi, ma avevano il loro fascino. Anche se da piccolo nei primi anni 70 si diceva che era meglio non frequentare quei posti, oggi purtroppo scomparsi.
    Ma ci rimangono(per ora) fortunatamente altri quartieri dal fascino antico La parte di Ravecca Fava Greca, o vico Veggetti e dintorni o S.M. di castello.
    E’ sempre bello girare in questi luoghi che poco sono cambiati negli ultimi 50 anni. Che non avremo piu’ sono gli odori,i sapori e il vociare di quel tempo.
    Continua a scrivere,grazie.

    1. Grazie Luigi, ho anch’io quel libro ma non ricordo questo episodio, ora vado a cercarlo.
      Salita Boccafò, uno di quei posti che ti fanno capire come è cambiata radicalmente la città, io oltre quella cancellata ho guardato e ho visto delle pietre, il sottopasso misterioso ma non sono riuscita a fare una foto, difficile capire che posto fosse.
      I vicoli che hai nominato sono tra i miei preferiti, evocativi e particolari, rimasti a loro modo fedeli al passato.
      Grazie Luigi, buona giornata a te.

  34. Un portone molto “vecchio” lo si trova in vico Cimella, dal modo in cui è sbarrato sembrerebbe che all’interno celi qualcosa di molto prezioso (dal punto di vista storico). Questo quartiere( molto degradato) per certi versi pare assomigliare a via Madre di Dio. Cosa ne pensi ?
    Un cordiale saluto

  35. non sono genovese amo la liguria splendida regione,amo genova e condivido con tutti voi il dolore che fa male al cuore della deturpazione di questa meravigliosa e splendida citta.e chi non ricorda paola frassinetti? borgo dei lanaioli quartiere di portoria?la natura si va riprendendo cio’ che è suo.Chi mi puo’ orientare dove si trovava borgo dei lanaioli’grazie a tutti voi.

    1. Benvenuto qui Mauro, grazie delle tue parole.
      Nella prima cartolina si vede dove si trovava Borgo Lanaiuoli, è la strada che sale a destra da Piazza Ponticello e questa piazza si trovava all’incirca a metà della parte bassa di Via Fieschi, difficile immaginarla ora.

  36. Anche se in altra occasione ho già avuto modo di esprimere alla nostra Miss il mio profondo apprezzamento per queste rimpatriate che mi toccano davvero, essendo nato in Passo Gattamora
    (48/4) dove ho abitato fino al 1963, qui mi commuove anche l’ampia partecipazione al tema dimostrata su questo blog, Inutile dire che saprei descrivere in ogni dettaglio vicoli e vicoletti di quella zona. Non è questione di “bei ricordi” che ciascuno di noi ha: Miss Fletcher, con foto e chiose, ha saputo restituire bene le atmosfere create dagli abitanti e da tutto ciò che gravitava in quel quartiere. La città, sotto aspetti culturali e sociali, esce per sempre ferita e umiliata dalle prepotenti follie operate da istituzioni e da privati. Sì, potrei dire dove era esattamente la casa natale di Paganini e quella, accanto, dove il grande scultore Francesco Messina abitò per circa 15 anni dalla primissima infanzia alla pubertà: e non solo…. Ma lasciamo perdere…. Grazie 1000, a Miss F. e a tutti voi che avete partecipato.

    1. Caro Vincenzo, grazie di cuore delle sue bellissime e generose parole, sono io a commuovermi.
      Quando sento di qualcuno che conserva di Via Madre di Dio e di questi luoghi perduti vorrei conoscere i ricordi, i fotogrammi rimasti impressi nella memoria, è importante che nulla vada dimenticato e che continui a esistere, in qualche manier.a
      Grazie ancora!

    2. Se sai descrivere a memoria i vicoli della Cheulia perché non ce ne parli? Piazza dei librai . L’osteria della Melia- la trattoria di Fortunin. il panificio in Pomogranato , e poi massimo della curiosità chi era quella bella bambina ripresa dai video nei primi anni 60 che agita il giornale in Pomogranato angolo scala Santa.

      1. Ciao, Luigi. Giusto, accetto la tua provocazione… Battute a parte, mi fa veramente piacere scoprire qualcuno che conosce i posti: cerco sempre queste persone ma gli anni passano per me e per tutti e sarebbe quanto mai opportuno parlarne anche se certi dettagli non interesserebbero chi non ha vissuto di persona fatti a fatterelli. Le tue citazioni rilevano che ne sai molto e il solo il tuo cenno alle trattorie e dintorni darebbe la stura ad una serie di nomi che partono dalla “Cheullia” per finire da Zolesi in Via Madre di Dio (poi ampliatosi verso Portoria ma qui andiamo in tempi in cui i miei genitori erano bambini). (Bai, Giullu, Raiteri, Tinelli, ec.). Lo stesso forno di Vico Pomogranato, della famiglia Pizzorno era assai noto per la sua qualità che si esprimeva col suo nome anche in un “moderno” negozio in Piazza Ponticello (qualcosa del genere, mi sembra, sia tuttora presente in zona) . Un cenno la merita la “Piazzetta dei Librai” (questo il suo nome) era un piccolo gioiello, probabilmente di fine ‘600, conservata meravigliosamente nonostante due bombe cadute vicinissime nell’ultima guerra. Al suo centro, ancora negli anni ’50 operava un deposito di libri assai attivo in città. Purtroppo del luogo restano, che io sappia, solo foto di quando era già iniziato il forzato abbandono. E poi nelle osterie tra Via del Colle e Via Ravecca ( e in Via Madre di Dio, dicevano i vecchi…) bazzicò non poco il grande chitarrista Pasquale Taraffo, detto “U Roa” e “il Paganini della chitarra” da come ruotava le velocissime mani sul suo “chitarrone”: Noto più all’estero che in Italia: si veda Wikipedia. Beh, non rubiamo spazio prezioso ai meravigliosi richiami di Miss F. Grazie anche a te, Luigi.

      2. Vincenzo, grazie di cuore di questo racconto, io sono felicissima di poter leggere questi ricordi e provare ancora a immaginare quella parte di città che non ho veduto.
        Della trattoria Zolezi di Via Madre di Dio ho scritto in un post qui sul blog e su Pier Enrico Zolezi ho scritto anche altri due post perché me lo ritrovo sempre nei libri d’epoca e nei lunari, così mi ha incuriosito. Grazie di cuore!

      3. Vedi Miss, i miei ricordi hanno tre sorgenti: i racconti dei miei “vecchi” (fin che c’erano), le visioni dirette dei luoghi dove giocavo, le scorribande storiche di vario genere che tuttora, non seriamente come te, faccio con gran piacere al di là di evidenti spunti emotivi. Grazie per la tua squisita ospitalità, oltretutto di particolare buon gusto in un tema ricco di varia umanità, ma non facile da restituire nella sua autenticità.

  37. Sulle ali dell’entusiasmo, un cenno in più su Piazzetta dei Librai. Singolare nel suo disegno, ricavata nel pendìo Colle – Madre di Dio (similmente a Piazzetta Gattamora, quasi simmetrica, a cui si accedeva da Vico Gattamora, separato da Passo Gattamora da un edificio che negava il nome “passo”). La singolarità della Piazzetta stava, innanzi tutto, nel senso di pace che regalava improvvisamente , essendo chiusa, in un contesto sociale e urbanistico assai movimentato. Eppure ospitava anche un fabbro (da antica data) con una officina tutt’altro che silente. Un caso classico di casa – bottega rinascimentale. La casa era proprio sopra l’officina e all’origine, vi si accedeva direttamente dalla bottega. In tempi successivi (comunque nel ‘700) la casa venne resa autonoma con accesso dal soprastante Vico delle Fosse del Colle: un giuoco di scale che dava accesso al portone n° 32 e si ripeteva con soluzioni diverse in tutta la palazzata continua (compreso il portone n° 38 di Paganini) fino a tutto il Passo Gattamora. Inutile dire che questa sorta di groviglio architettonico si convertiva in un accattivante labirinto per i giuochi di noi bambini.

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