Caterina Campodonico, la signora delle noccioline

C’è una statua a Staglieno, è la più nota di tutte e chiunque vada a passeggiare per quei viali la cerca.
Dov’è la Signora Campodonico?
Sapete dove si trova la signora delle noccioline?
Sì, capita sempre che qualcuno chieda dove lei sia, lei, la più amata e la più nota genovese presso la quale tutti si recano.
La trovate nel Porticato Inferiore a Ponente.


E come mai, vi chiederete, ne parlo soltanto adesso?
Accade così, a volte, quando si tratta di persone per noi importanti, seguitemi e sono certa che comprenderete.
Cattainin Campodonico, popolana di Portoria.
Oh, lei vendeva le collane di nocciole e i canestrelli, all’Acquasanta, al Garbo a San Cipriano.

Ed ebbe una vita non proprio semplice, con un marito ubriacone, l’amore finì presto e Caterina rimase sola.
Eh l’amore, spesso è fonte di problemi!
Ma Cattainin non si perse d’animo, aveva il suo lavoro.
“Cattainin dae reste”, Caterina delle collane di nocciole, che portano fortuna in amore.


Era una persona semplice Cattainin, parsimoniosa ed oculata.
E no, non le andava a genio, che i parenti puntassero ai suoi denari.
Lei aveva un grande desiderio, un sogno da realizzare: un monumento a Staglieno, una statua che la ritraesse, con i suoi dolci e le sue nocciole.
E così, quando ancora era in vita, commissionò l’opera allo scultore Lorenzo Orengo e dal marmo scaturì “Cattainin dae reste”.
I risparmi di una vita per una statua.
Che fierezza!
Il grembiule orlato di pizzo, lo scialletto con le frange, gli orecchini, le pieghe della gonna.
Beh, Caterina ogni tanto andava a Staglieno e si metteva vicino al suo monumento.


Quando Caterina lasciò questo mondo, il suo funerale in Santo Stefano venne seguito con grande partecipazione e molti furono i genovesi che andarono a porgerle l’ultimo saluto.
E numerosi furono coloro che giocarono al Lotto i numeri di Cattainin, quelli del giorno della sua morte, vincendo forti somme.
Compiamo un balzo nel tempo e andiamo agli anni Settanta.
E immaginate una bambina con le trecce, le calzine bianche e i sandaletti, il golfino blu e la gonnellina a pieghe.
Questa bambina conobbe Staglieno grazie alla sua mamma, che la portava sotto i porticati, tra gli angeli e le fanciulle, là dove regnano la bellezza e l’armonia.
Staglieno è un luogo di forte impatto, ancor di più per le giovani menti.
Ricordo che alle elementari andavamo in gita scolastica a Staglieno e no, non voglio sapere se accada ancora, spero solo di sì.
E insomma quella bambina rimase molto colpita da Cattainin.
E ogni volta che si trovava da quelle parti andava a salutarla.
Un giorno, strappò un foglio da un quaderno a quadretti, prese una matita e le scrisse una lettera, questa.

A voi Signora del 1800, scrivo questa piccola lettera.
Per la Signora Catainin Campodonico.
Cara Signora, a me dispiace assai molto che voi sia morta perché conoscervi mi sarebbe piaciuto.
Conosco molte persone, ma lei ne avrei la voglia di conoscerla, perché in verità io più dei bimbi preferisco le persone anziane come lei.
Vorrei che voi esisteste ancora così io sarei più felice.
Il vostro monumento ho visto e mi è piaciuto molto.
Cara Signora, io non ho fatto una bellissima lettera ma spero che vi piacerà.

Torno sempre a trovarla, ancora adesso.
E non sono la sola, ci sono sempre fiori e ceri sotto la sua tomba, “Cattainin dae reste” è nel cuore dei genovesi e dei foresti.
E’ nel cuore di Eugenio Terzo, che con la sua associazione Per Staglieno si spende per la tutela del patrimonio artistico del nostro cimitero monumentale.

I versi sulla  lapide della tomba di Caterina vennero scritti del poeta dialettale Giambattista Vigo ed è Caterina stessa a raccontarvi la sua vita, quei suoi giorni faticosi e laboriosi.

Vendendo collane e ciambelle
all’Acquasanta, al Garbo e a San Cipriano
Con vento e sole e con acqua a catinelle
per assicurarmi un pane nella vecchiaia
fra i pochi soldi mettevo via
quelli per tramandarmi nel tempo
mentre son viva e son vera portoriana
Caterina Campodonico (la paesana).
                         1881
Da questa mia memoria se vi piace
Voi che passate pregatemi la pace

Sì, “Cattainin dae reste” è nel cuore del mondo e rimarrà anche nel vostro se verrete a trovarla.
Quando sarete davanti a lei ditele che la bambina della lettera la pensa sempre.

59 pensieri riguardo “Caterina Campodonico, la signora delle noccioline

  1. Bellissimo! Mi piace moltissimo quando unisci storia e vicende personali e ci racconti qualcosa di te e della bambina che lasciava le lettere ai piedi delle statue. Sempre più innamorata di Staglieno. Bello, bello, bello! Bacioni

    1. Grazie tesoro, la letterina, a me dispiace assai molto che lei sia morta…ero già particolare allora!
      Sono conten che tu sia innamorata di Staglieno, è un luogo magico, che merita tanta attenzione.

  2. Miss Fletcher che bello! Ti vedo con le treccine alla PippiCalzelunghe mentre scrivi quella letterina. Che donna Caterina, la sua fierezza si evince anche da quella statua, ma che meraviglia il merletto che borda il grembiule: sembra davvero impalpabile! Credo che passerei ore ed ore a girovagare per quel cimitero.
    Un abbraccio e allora una prece anche per Donna Caterina, insieme a tutti gli altri defunti onorati in questo 2 di novembre.
    Baciotto Susanna

    1. Merita sì questo Cimitero, sarebbe tanto bello che fosse più conosciuto e rivalutato.
      Caterina è una gran donna, sì, sono felice che sia arrivata qui.
      Un bacione amica mia.

  3. E il grembiule, con le pieghe della stiratura?
    Che meraviglia!
    Io l’avevo conosciuta a scuola. Ce ne aveva parlato il maestro. E allora mi ero fatta accompagnare a Staglieno da mio nonno, per vederla.

  4. Caterina Campodonico, la nota venditrice di noccioline, fù una delle due donne che ottenne il permeso di essere rappresentata da viva in una scultura nel monumentale.
    L’ordine venne dato allo scultore Lorenzo Orengo e questo presentò il progetto sia alla commissione municipale che alla committente, sicuro che il suo progetto sarebbe piaciuto.
    E invece alla signora Caterina il lavoro non piaque per niente, lei si propose come modella, è così che Lorenzo Orengo creò l’opera insigne che osserviamo da più di un secolo, mentre il collocamento nel porticato inferiore a ponente (zona riservata alla borghesia) fù una decisione della Caterina che voleva a tutti i costi (lei popolana di Portoria) essere sepolta in mezzo alla borghesia.
    Sono molte le storie su questa venditrice, si dice che fosse una signora che prestava denaro, ma questo tipo di operazioni le facevano tutti quelli che possedevano un gruzzolo, lo faceva anche Angela Paganini sorella del famoso Nicolò, pertanto le storie vanno prese con molta cautela.
    Tornando alla Caterina, nel 2000 io trovai il famoso tesoro di Staglieno, che consegnai alla Soprintendenza di Genova, tra quel materiale vi è il progetto della statua non realizzata, la foto del progetto la invio alla nostra cara Miss. se vuole può inserirla essendo stata scattata da me prima della consegna.
    Brava Miss.
    Eugenio

    1. Ma Eugenio, i tuoi complimenti mi emozionano e tu sei sempre una fonte di notizie magnifiche e meravigliose su Staglieno, non sapevo nulla della statua che non era piaciuta a Caterina, Che carattere la mia amica, eh?
      Ora poi, quest’Angela Paganinini, anche lei che tipo.
      Il tesoro di Stagleno potevi trovarlo solo tu, sarei tanto curiosa di sapere cosa contenesse…attendo la foto della statua con grande curiosità, grazie Eugenio!
      Chi è l’altra donna che ha ottenuto il permesso di essere rappresentata da viva a Staglieno? Io non vedo l’ora di visitare il cimitero con te!
      Un abbraccio grande!

  5. Miss, ma come scrivevi???!!! Già come una letterata! Si, si, a te hanno fatto fare proprio le scuole alte i nostri genitori! A parte gli scherzi… ma che bel post Missorellina! Quanto sentimento, quanta passione. Mamma mia, mi hai fatto venir la pelle d’oca. Meravigliosa la tua lettera e la storia di questa grande donna. E mi sento come orgogliosa che hai voluto condividere con noi questi tuoi preziosi e intimi ricordi. Un bacione. (p.s.=Quel suo grembiule con il merletto intorno comunque, è un opera d’arte. Incredibile).

    1. Ma tesoro, grazie 🙂 Sono contenta che mia mamma abbia tenuto questa letterina e di averla condivisa con voi, Caterina per me è un dolcissimo ricordo d’infanzia, me lo ricordo ancora quando andavo da piccola andavo da lei. Un bacetto tesoro!

  6. Da tanto non commento, presa da altri pensieri, ma ti leggo sempre. Oggi però voglio trovare un minuto per dirti che sei meravigliosa (anche da bambina dunque promettevi bene)! Questo post e’ bellissimo. Un bacio.

  7. Ma che bello Miss….eri proprio una bambina dolcissima e da quando ho letto la tua lettera mi sembra di vederti mano per mano con la tua mamma e poi subito a casa a scrivere una bellissima letterina, complimenti!! Sei proprio una grandissima storica 😉

  8. quando ho risposto al tweet oggi non avevo ancora letto il post, adesso vedo e leggo in questo pezzo dolcissimo che hai condiviso con noi, che nella nostra infanzia ci piaceva fare le stesse cose 🙂

    1. Sai, cara, quella signora credo sia stata nei cuori e nei pensieri di tutti i bimbi di Genova, e chissà quanto lei ne è contenta che sia così !
      E tu che hai dei bimbi, racconta a loro la sua storia, lasciagli i tuoi ricordi, è una cosa bellissima secondo me! Un bacione!

    1. Benvenuta Angela.
      Anch’io come te amo i cimiteri, ho capito precisamente cosa intendi.
      Vado sempre a visitarli, quando sono in viaggio.
      Se giri su questo blog troverai più di un post dedicato a Staglieno, un luogo magico e meraviglioao, secondo me.
      Grazie della tua visita, vengo volentieri a scoprire il tuo blog.

  9. Arrivo un po’ tardi ma arrivo. Staglieno è una tappa fissa annuale di un bel giro che facciamo sempre in famiglia a fine ottobre. I cari che visitiamo, per fortuna (questo da piccola non lo capivo), sono molto distanti tra loro. La visita a Staglieno quindi è bella lunga e mi consente di ammirare tutte quelle meravigliose statue impolverate, quelle curate e quelle abbandonate, di marmo o di metallo, tutte con una storia dietro. Mi dico sempre che il giro (obbligato) che faccio non è lungo abbastanza, che vorrei vedere cosa c’è in fondo a quella curva, dietro a quell’angolo.
    “Un giorno vengo a Staglieno e mi faccio un giro”.
    Prima o poi mi convincerò, lo so 🙂

    1. Merita davvero, lo conosci e lo sai, ci vuole tanto tempo a vedere tutto, non credo si riesca in una sola volta, ma c’è così tanta bellezza a Staglieno!
      Se una volta o l’altra hai voglia di fare un giro insieme fammi sapere, eh? Bacioni!

  10. E’ stato il primo monumento che ho visitato, ignoravo la sua storia e ne sono rimasta affascinata quando una gentilissima signora conosciuta proprio li tra i nostri cari mi ci ha portato. Merita proprio ma mi piacerebbe vedere più manutenzione a questo meraviglioso cimitero pieno di opere ineguagliabili.

  11. Che bell’articolo hai scritto…e che letterina sublime!
    cari saluti da una genovese innamorata della sua città, e non di meno di questo splendido luogo di pace.
    Edith

    1. Grazie Edith, mi fa molto piacere che abbia apprezzato la mia letterina, alla signora Campodonico vogliamo tutti bene, è una genovese che è nei cuori di tutti noi.
      Benvenuta tra queste pagine, buona giornata a te.

  12. Che meraviglia!!! Anch’io l’amo molto anzi l’adoro!!! ❤ Dolce anche la tua letterina! Chissà come le sarà piaciuta! 😉

    1. Le vogliamo tutti bene, cara Anna Maria! Io sono contenta di avere ancora la mia letterina, ieri sono stata a Staglieno e come sempre ho portato il mio saluto a Caterina, non posso proprio farne a meno. Un abbraccio cara, grazie!

  13. complimenti Miss! (da piccola e da grande)… ma sei sicura che sia una statua?… io scommetterei che la bara è vuota…

  14. stimo sempre moltissimo i puntuali interventi di Eugenio… al punto che giudico il suo nome azzeccatissimo, ma il suo cognome, riduttivo…

    buona serata…

  15. Meno male che ci sono i folletti, così ho recuperato questo articolo che è davvero speciale… per la storia, per Staglieno, per la bambina della lettera.
    Un altro forte abbraccio, Miss 🙂

  16. I canestrelli come quelli di Cateinin sono ancora il dolce tipico di Carloforte,libli chiamano caneshtrelli e sono buonissimi

  17. Il commento più sincero che potrei fare sarebbe quello di mandare una foto della “pelle d’oca” che avevo mentre leggevo . Grazie.

  18. Cattainin dae reste è una persona a me cara e la sua storia una delle mie preferite… quando ero di fronte alla sua statua a Staglieno mi sembrava che la conoscessi da sempre, sento un gran rispetto e ammirazione per lei. E poi la tua lettera, cara, è davvero molto commovente. Grazie per questo regalo❤

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